INSPIEGABILI RITARDI

Nel 2011 è nato a Firenze il Coordinamento dei Precari del Settore Lavoro e Formazione, http://precariprovincia.blogspot.it/ organizzato a livello nazionale, per richiamare l'attenzione sullo stato dei servizi, le condizione di precariato dei dipendenti che ci lavorano e per proporre soluzioni.
Nei servizi al lavoro della provincia fiorentina quasi il 40% dei lavoratori è da anni a tempo determinato e di questi la maggior parte spostati sui servizi di front office.
La condizione generale potrebbe aggravarsi se entro il 30 giugno l'amministrazione provinciale non prorogherà i contratti dei lavoratori a tempo determinato operanti in questi servizi.

I centri per l'impiego si occupano di tutti i servizi per il potenziamento dell'occupabilità dei lavoratori, l'intera gestione amministrativa di tutte le crisi aziendali dalle casse integrazione, le mobilità e i licenziamenti, oltre al collocamento mirato dei disabili, le attività rivolte agli stranieri, la prevenzione del drop out e la gestione dell’obbligo formativo, le azioni di orientamento scolastico e lavorativo, le attività informative e di sostegno alla formazione, di consulenza alle aziende sui bandi di finanziamento e sulle agevolazioni per le assunzioni, gestione servizio domanda-offerta, marketing territoriale. In particolare negli ultimi anni le Regioni hanno potuto gestire tramite i CPI e a costo zero le attività informative e l’erogazione delle politiche attive del lavoro nei confronti di decine di migliaia di lavoratori percettori di Ammortizzatori Sociali in Deroga.

L'impatto della crisi a Firenze ha portato il numero degli iscritti dai 47.074 del 2007 (anno di inizio della crisi) ai 106.003 del 2013, siamo passati da 1.474.822 di ore di cassa integrazione del 2007 ai 15.729.833 ore di casse integrazioni del 2013. Ciò ha significato che nel solo biennio 2012-2013 c'è stato un aumento di circa 8000 persone in più, transitate agli sportelli oltre agli iscritti. A fronte di una diminuzione costante di personale. Infatti, i dipendenti del settore lavoro sono 133 di cui 48 a tempo determinato e in questo settore dal 2008/9 in poi il personale è diminuito di 15 unità (tra trasferimenti e pensionamenti).

Se diamo uno sguardo al numero di lavoratori dei servizi al lavoro delle altre province, anch'esse in grave carenza di personale, comprendendo i lavoratori precari e indeterminato, rispetto al numero degli abitanti, risalta come i servizi della provincia di Firenze siano in assoluto i più carenti di personale.
Firenze settore lavoro 133 dipendenti (149 se si considera anche il lavoratori in appalto e le cooperative) – abitanti 989.879
Pisa settore lavoro 118 persone – abitanti 415.203
Lucca settore lavoro 89 persone - abitanti 393.363 (il centro per l'impiego di Novoli, con sole 8 persone, ha un bacino di utenza grande come quello di Lucca città 87.467 abitanti)
Livorno settore lavoro 146 persone – abitanti 343.128
Pistoia settore lavoro 75 persone – abitanti 287.445

Da inizio maggio si è aggiunto il programma “Garanzia Giovani” la cui attuazione è di stretta competenza dei centri impiego. Potrebbe essere questo il programma che finalmente consente ai centri per l'impiego di assolvere a pieno le funzioni, assegnate loro dalle leggi, di orientamento e accompagnamento a lavoro, e non più schiacciati sulle funzioni burocratiche. Il programma è partito il 1° maggio, ed intende offrire ai giovani dai 15 ai 29 anni delle opportunità di lavoro e di formazione. Fin'ora hanno aderito al programma 60565 giovani (rilevazioni del 15 maggio).
indagando sul numero di adesioni, dato che illustra le Regioni scelte dal giovane per ricevere il portafoglio di servizi tra quelli previsti dal programma, si nota come tale scelta sia ricaduta per la maggior parte nelle seguenti tre Regioni:
Campania con il 17 % del totale, pari a 10.505 adesioni, seguita da Sicilia con il 13% del totale, pari a 7.574 adesioni e Toscana con il 10% del totale, pari a 6.241 di adesioni: queste tre regioni insieme assorbono circa il 41% delle adesioni.

Delle difficoltà e della necessità di potenziare, o almeno non depotenziare ulteriormente i servizi, sembra sia sensibile il Governo. Infatti, tra fine aprile e inizio maggio, sono stati approvati due ordine del giorno uno alla Camera e l'altro al Senato presentati rispettivamente da Deputati di Sel e dai Senatori del Pd Pezzopane e Caleo a favore delle precari dei centri impiego e formazione, in cui si richiede al governo di non disperdere le professionalità dei tempi determinati.
(Riportati sul blog dei precari
http://precariprovincia.blogspot.it/2014/04/ordine-del-giorno-presentato-da-sel-il.html)

Alcune province, tra cui Modena, hanno già provveduto al rinnovo dei contratti oltre il 31/12/2014 usando l'opportunità offerta La Legge di Stabilità del 2013 (Legge n. 147/2013 all’art Art 1, Comma 219, lettera d), mentre la provincia di Rimini si sta avviando alla firma.
A Firenze, i contratti dei tempi determinati scadranno il 31 dicembre 2014 e se non verranno prorogati entro la fine di giugno rischiano di non poter essere più prorogati, data l'incertezza di competenze e di funzioni che ci troveremo ad affrontare nei prossimi mesi a seguito della riforma delle province. Se non ci sarà un rinnovo, ci troveremo già all'inizio dell'autunno, considerando anche solo le ferie residue, al blocco dei servizi mettendo a rischio tra l'altro l'avanzamento del Programma Garanzia Giovani.

Non è chiaro cosa impedisca alla giunta della provincia di Firenze la proroga dei contratti, vista l'emanazione di strumenti legislativi specifici per il settore lavoro e formazione e la disponibilità di fondi regionali.

Chiudiamo allegando i dati degli altri paesi europei che mostrano una diversa considerazione sui servizi al lavoro.
Nel 2007, in Germania il personale dei servici pubblici al lavro ammontava a 74mila dipendenti oggi 115000; in Gran Bretagna 67mila unità nel 2007 oggi 77722; in Italia 9989 nel 2007 e 8575 (di cui circa 1200 precari ca).
Nel 2011 l’Italia ha speso per i servizi pubblici per il lavoro circa 500 milioni di euro contro i 5,8 miliardi spesi dalla Francia, gli 8,8 miliardi della Germania, i 5,5 miliardi del Regno Unito e gli 1,3 miliardi spesi dalla Spagna. Le spese per politiche del lavoro sul Pil in Germania erano il 0,34%, in Gran Bretagna lo 0,34%, in Italia l'0,03%. I rapporto operatori disoccupati in Germania è 1 su 48, in Gran Bretagna 1 su 24, in Italia ben 1 su 150 (nelle grandi città italiane siamo a circa 1 a 500). Tradotto significa che gli operatori dei CPI in Italia hanno in carico pro capite un numero molto maggiore di persone a fronte di minori strumenti, risorse e progetti di inserimento.
Dai dati emerge evidente che più si è investito sui servizi al lavoro e più rapida è stata la capacità di reazione dell'economia dei paesi, infatti la prima per investimenti risulta la Germania una tra le ultime l'Italia.


22/05/2014

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