Anche chi cerca di dare il lavoro a chi non ce l'ha può incrociare le braccia: «L'inasprimento della crisi e delle difficoltà del Piemonte hanno rese ancora più difficile il lavoro dei dipendenti dei centri per l'impiego» spiega Gian Piero Porcheddu, segretario regionale della funzione pubblica Cisl. Lo sciopero di quattro ore è stato indetto da Cgil, Cisl e Uil e ha coinvolto tutti i tredici centri della provincia di Torino dove tra le 8 e le 12 si sono registrati rallentamenti negli uffici: «Abbiamo avuto un'adesione attorno al 50% – continua Porcheddu – Contando la necessità di mantenere i servizi minimi è un ottimo risultato». Il cuore della manifestazioni è stato il Cpi di via Bologna, dove i lavoratori hanno organizzato anche un mini corteo, prima di essere ricevuti dai dirigenti. La protesta è partita dopo diversi tentativi di conciliazione con l'amministrazione e si è concentrata in particolare sul problema degli organici dei centri: «Il motivo principale della nostra protesta è la mancanza di personale – hanno argomentato i manifestanti – È da almeno un paio d'anni che ci troviamo oberati di lavoro: da un lato sono aumentati gli utenti a causa della crisi e dall'altra tra pensionamenti e mancate assunzioni ci siamo trovati in una situazione ingestibile». I tempi di attesa agli sportelli si sono allungati, scatenando il malumore dei cittadini che spesso se la sono presa con gli impiegati: «I Cpi stanno esplodendo. Non siamo più in grado di dare un servizio di qualità – lamentano – Da un lato la politica parla di farli diventare i luoghi d'incontro tra lavoratori e imprese, ma dall'altra non investe nemmeno per garantire i servizi minimi». Alla questione organico si è aggiunta anche l'incertezza legata allo smantellamento delle province che ha reso ancora più difficile la trattativa sindacale: «Noi abbiamo presentato le nostre proposte in Provincia, ma non c'è nessuna certezza su come saranno distribuite le competenze – dice Porcheddu – Va fatta una scelta di campo per capire chi si occuperà dei centri in futuro. La nostra speranza è che con la nuova giunta regionale ci siano più certezze e una valorizzazione del ruolo dei Cpi». Le rsu hanno, infatti, manifestato preoccupazione per l'azione degli studenti e dei precari KnoWork che nella notte del Primo Maggio hanno sigillato l'ingresso del Centro di Via Castelgomberto: «Pur comprendendo le ragioni della protesta non si può condividere l'identificazione del nostro lavoro come simbolo della precarietà».
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