“Porre al centro del sistema il cittadino e il disoccupato” deve essere il punto di forza della riforma!

per cui  DICIAMO NO A: 
  • SMANTELLAMENTO DEI SERVIZI PUBBLICI -CENTRI PER L'IMPIEGO/SERVIZI AL LAVORO FORMAZIONE 
  • MANCATA STABILIZZAZIONE DEI TANTI PRECARI CHE LAVORANO DA ANNI CON PROFESSIONALITA' NEI SERVIZI AL LAVORO/FORMAZIONE 
  • PRIVATIZZAZIONE DEI SERVIZI

Situazione precaria dei precari

Articolo del coordinamento precari Provincia di Firenze

Gli ultimi anni hanno visto un aumento vertiginoso di richiesta di servizi al lavoro e formazione da parte di disoccupati/inoccupati, precari/atipici, invalidi, giovani in obbligo formativo, cassaintegrati, lavoratori in mobilità. 
La tendenza è invece quella di un ridimensionamento di tali servizi (diminuzione del personale, accentramento servizi precedentemente decentrati con chiusura di centri per l'impiego, esternalizzazione/ privatizzazione di servizi fondamentali, mancato potenziamento strutturale dell'incrocio domanda offerta e marketing con le imprese ecc.) che vengono sorretti in buona parte da lavoratori precari (quasi la metà) retribuiti attraverso il fondo sociale europeo, ma che svolgono di fatto un servizio strutturale e non aggiuntivo.

7) Alcuni nodi di criticità : Interrogazioni/utilizzo banche dati

 Articolo del coordinamento precari Provincia di Firenze

Tenuto conto del grande numero di presenze e di iscritti ai Centri per l’impiego, risulta opportuna una monitorizzazione delle banche dati utilizzate (per quanto riguarda i dati dei lavoratori in termini di competenze e quelli relativi alle domande lavorative offerte di lavoro delle imprese e alle assunzioni afferenti al sistema C/o e Prenet), allo scopo di migliorare l’efficacia dell’offerta formativa sul territorio e del sistema di politiche attive del lavoro. In buona sostanza in relazione anche al lavoro di revisione e modifica della banca dati Idol intrapreso dalla regione Toscana, si auspicherebbe sia una possibilità di accesso alle competenze da parte degli sportelli lavoro, sia un migliore e quotidiano utilizzo dei dati per favorire un migliore incontro domanda offerta lavoro.

Lavoro: Upi, innalzare standard qualitativi centri per impiego

http://www.asca.it/news/Lavoro__Upi__innalzare_standard_qualitativi_centri_per_impiego-1224777-POL.html

Roma, 29 nov. (Labitalia) - Innalzare gli standard qualitativi dei centri per l'impiego, migliorando la qualificazione professionale del personale impegnato nei servizi delle Province e assicurando livelli essenziali delle prestazioni su tutto il territorio. Queste le proposte presentate in un incontro tra il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, il presidente dell'Upi, Antonio Saitta, e il vicepresidente Angelo Vaccarezza.
''I centri per l'impiego - ha detto Saitta al ministro - devono continuare a essere a livello provinciale il presidio delle politiche del lavoro. Sappiamo bene che oggi in Italia ci sono esperienze estremamente diversificate, con aree del Paese in cui i centri delle Province sono di avanguardia e pari agli standard europei, e altre in cui invece è necessario intervenire per potenziare la qualità e l'efficienza. Oltre a lavorare per il rafforzamento di questi centri - ha continuato - anche attraverso programmi di formazione che garantiscano personale di professionalità adeguata ed efficace, occorre definire una serie di prestazioni fondamentali che dovranno essere erogati in maniera omogenea a livello nazionale dai centri".
"Per questo - ha aggiunto Saitta - offriamo al ministro la piena disponibilità delle Province a lavorare con il governo per avviare piani di miglioramento che consentano di garantire lo stesso livello di prestazioni su tutto il territorio. Si tratta di investire - ha concluso il presidente dell'Upi - in uno dei servizi essenziali per i cittadini, soprattutto nella drammatica crisi occupazionale che l'Italia sta vivendo, che va rilanciato e rafforzato perché possa incidere nelle dinamiche del mercato del lavoro e assicurare ai lavoratori e alle imprese un punto di riferimento efficace e funzionale''.

6) Alcuni nodi di criticità: i Tirocini

Articolo del coordinamento precari Provincia di Firenze
 
Sui tirocini si sta impegnando la Regione Toscana, facendone un nodo significante e un fiore all’occhiello della sue politiche di sviluppo del lavoro giovanile; da parte della Provincia si rileva una notevole battuta di arresto, quando decine di giovani sono lasciati a se stessi nella ricerca attiva di una possibile sede di tirocinio, in tal modo si riproduce, di fatto, l'ennesima separazione fra quelli che per motivi personali possiedono una rete di relazioni “utili” all'inserimento nel mondo del lavoro e quelli che ne sono sprovvisti. Questa è un’altra riprova del danno provocato dalla mancanza di un rapporto costruttivo con le imprese sul territorio.

5) Alcuni nodi di criticità: L'Abc Famiglie

Articolo del coordinamento precari Provincia di Firenze

L’Abc famiglie, servizio di incrocio domanda/offerta tra lavoratori domestici e famiglie, in un primo tempo al centro di un esperimento sussidiario legato al territorio e quindi decentrato in ogni sportello del Centro per l’impiego, è stato ricentralizzato e allontanato di fatto dalle esigenze delle persone e delle famiglie. Questo, nonostante nel periodo in cui il servizio era decentrato, avesse dato risultati promettenti e una risposta in tempi brevi alle domande, per altro numerose, giunte nelle diverse aree del territorio.
Il servizio, quando era all’interno dei Centri per l’impiego, oltre a realizzare l’incrocio domanda/offerta, assolveva ad alcuni compiti fondamentali:
- stabilire una relazione virtuosa di ascolto, risposta e consulenza con il territorio attraverso il rapporto diretto con le famiglie, nel ruolo non facile di “datori di lavoro improvvisati”;
- stabilire con le badanti un rapporto attivo per permetterne la crescita professionale, accompagnandole in un percorso virtuoso e qualificante verso il primo step di assistente domiciliare di base.
Attualmente, il servizio centralizzato territorialmente e dato in gestione a operatori esterni , appare più lontano dalle esigenze dei datori di lavoro e degli stessi lavoratori .

4) Alcuni nodi di criticità: Il progetto ApL

Articolo del coordinamento precari Provincia di Firenze

Il progetto ApL di fatto eroga fondi alle agenzie interinali per svolgere il loro normale compito di selezione del personale e di assunzione temporanea dei dipendenti di aziende richiedenti la flessibilità della contrattualità lavorativa.
Nonostante le ingenti risorse messe a disposizione per tale progetto (600.000 €), i risultati in termini di inserimenti lavorativi effettivi sono esigui.
Dovremmo chiederci inoltre perché le aziende che hanno a disposizione un servizio gratuito di preselezione dovrebbero preferire servizi a pagamento. Certo non è pensabile che i Centri per l’impiego facciano fronte all’intera gestione dell’incrocio domanda/offerta di lavoro, ma sicuramente potrebbero – e dovrebbero – incidere maggiormente di quanto non avvenga adesso.
Perché non rendere più accessibile alle aziende il servizio di preselezione con una adeguata azione di marketing territoriale? Talvolta si ha la sensazione che si tenga volutamente “il freno a mano tirato” nell’erogare un servizio di qualità. Anche partendo dalle risorse finanziarie limitate che abbiamo a disposizione, siamo convinti che sia possibile ottimizzare i mezzi a disposizione ed erogare un servizio migliore.

3) Alcuni nodi di criticità: Il marketing territoriale

Articolo del coordinamento precari Provincia di Firenze

La mancanza di un sistema di marketing territoriale, oggetto di un’annosa riflessione, è conseguenza della mancata applicazione dell’articolo quattro della legge 297 che ci imporrebbe di comprovare l’effettiva disponibilità dell’iscritto proponendogli dei colloqui lavorativi mirati.
La carenza di proposte del Prenet non è dovuta alla scarsa capacità o volontà di chi lavora alla sua redazione, bensì propriamente alla mancanza di relazioni costanti con il territorio e alla mancata definizione di un ruolo di selezione da parte dei Centri, ai quali tale funzione non è mai stata attribuita né pare potersi mai attribuire. Ora, se fosse operativa la legge di orientamento, i Centri per l’impiego dovrebbero giocoforza ricoprire, almeno in parte, un ruolo di selezione per abbinare un’offerta ad una potenziale domanda. Quindi non si capisce in realtà perché non si possa in prima battuta pensare ad un sistema di relazione almeno informativa rivolta al territorio produttivo, allo scopo di rendere edotte le imprese sia delle opportunità proposte direttamente dai Centri sia delle normative che stabiliscono modalità, incentivi e regole dell’inserimento lavorativo.
Ad oggi il sistema Prenet risulta il più economico e frequentato sistema di matching domanda/offerta sul territorio provinciale, per altro gratuito a tutti gli effetti per chi lo usa.

Centri per l'impiego -situazione vergognosa

Lettera al Presidente della Provincia, all'Assessore al Lavoro e al Dirigente dei Servizi

I lavoratori del settore lavoro della Provincia di Firenze DENUNCIANO costantemente e con forza il permanente stato di disagio nell'erogazione del servizio e l'impossibilità di perseguire missione e obiettivi del settore.
Nonostante i documenti e le denunce fatti negli ultimi 3 anni (ultimo la mozione approvata all'assemblea per il contratto decentrato il18 Settembre che rialleghiamo) siamo davanti ad una situazione che sta ogni giorno di più degenerando, senza che si vedano soluzioni o miglioramenti rispetto all'erogazione e gestione dei servizi stessi (non è giustificabile neppure in una situazione istituzionale cosi complessa).
Stiamo diventando sempre più degli uffici burocratici, di fronte ad una macelleria sociale, dove le persone diventano numeri e dove i servizi e i lavoratori diventano facile e spesso gratuito bersaglio di attacchi generalizzati che non possono che screditare il lavoro pubblico.
Il rapporto con l'utenza diviene sempre più aspro a causa della mancanza di mezzi e strumenti, ed il tempo da dedicare al singolo utente è inadeguato.
A farne le spese sono gli operatori in prima linea e gli utenti che “avrebbero” diritto a ricevere un servizio dignitoso e funzionale alle loro esigenze.
Malgrado le conferenze stampa, le grandi parole e rassicurazioni che a più riprese vengono fuori, assistiamo ad una latitanza totale della politica e della dirigenza su questi temi e su risposte efficaci alle questioni sollevate.
Ad esempio, significativi, ma non esaustivi gli avvenimenti degli ultimi 10 gg e dei prossimi...
In contemporanea abbiamo assistito:
  • alla chiusura obbligatoria degli uffici della provincia del 2 novembre, senza neppure prendere in considerazione che per i servizi per il lavoro tale chiusura a inizio mese, con fine di contratti e rinnovi di casse integrazione in deroga, avrebbe creato un'emergenza per gli operatori e un disservizio pesante per le persone (costrette a file vergognose fin dall'alba);
  • alla chiusura del Centro per l'Impiego Isolotto fino al 7 di Novembre per trasloco (sicuramente non a favore del Cpi e del servizio lavoro) causando, così, un forte disagio sul territorio e sugli altri uffici della città;
  • il trasloco della Direzione Lavoro e del Collocamento Mirato in via Capodimondo (con i conseguenti disagi);
  • inoltre sempre in questo periodo, siamo in procinto di cambiare sistema informativo (nuovo Idol), sistema ad oggi molto instabile; diventa alquanto banale prevedere l'impatto sui servizi ed il disagio all'utenza (oramai continuo).
Siamo a richiedere pertanto un intervento urgente per la situazione di insostenibile pressione e dichiariamo che la gestione di emergenza quotidiana di un servizio importante per la società e il Paese non può essere sostenuto solo dalla buona volontà degli operatori (dei quali un buon 30% hanno un contratto di precariato che si protrae sotto varie forme contrattuali dal 2003).
Da sempre siamo stati disponibili e pronti a confrontaci sulle questioni e soluzioni dei problemi anche con il nostro apporto, senza ottenere riscontri concreti.
Chiediamo risposte concrete da parte della Dirigenza e della parte Politica, per le soluzioni dell'attuale situazione, che ci consenta almeno di tamponare la situazione fino al definitivo riordino dell'assetto istituzionale in modo dignitoso per l'utenza e per i lavoratori!

I lavoratori dei Centri per l'Impiego

Comunicato dei lavoratori precari della Provincia di Firenze

In un quadro generale di precarizzazione del Mercato del lavoro e di smantellamento generale dello stato sociale e di crisi economica perdurante assistiamo ad un forte ridimensionamento dei servizi pubblici al lavoro e alla formazione proprio quando la situazione ne chiederebbe un maggior bisogno.
L'area lavoro è sempre di più orientata al lavoro burocratico amministrativo e l'area formazione sembra impastoiata in ritardi e mancanza di autonomia e rinnovamento.
A fronte di questo sale costantemente sia la domanda di politiche attive spinte da un mercato del lavoro in condizioni difficili, sia lo scontento per l'esigua risposta che le persone ricevono agli sportelli e dal settore formativo.

LUNEDI' 5 NOVEMBRE 2012 CENTRO IMPIEGO Q1 DI FIRENZE

Crisi economica e lavoro. Centro per l’impiego di via Cavour. Manca un’oretta buona all’apertura dell’ufficio ma c’è già ressa. Marciapiede stracolmo, calca stile sardine, porta in vetro che traballa. C’è un foglio bianco che gira di mano in mano, chi arriva si segna. Esce un addetto, prende l’elenco e comincia a comporre la fila. Italiani, stranieri; chi è per segnarsi alle liste di collocamento, chi ha bisogno di informazioni, chi vuol inoltrare la domanda di disoccupazione. “Tutti i giorni è così, un delirio”, racconta un uomo calabrese trapiantatosi a Firenze da 24 anni. “È scandaloso, è indegno, è ore che siamo accalcati.”


2)Alcuni nodi di criticità: CFT. (Centri di Formazione Territoriale)

Articolo del coordinamento precari Provincia di Firenze

I CFT riuniscono in un unico progetto sia le associazioni di categoria sia i sindacati, delegando di fatto la gestione di importanti risorse ad un consorzio che rappresenta una parte importante della società civile, ma troppo attenta alla gestione dei fondi e alla conservazione del proprio ruolo territoriale e meno alla qualità dell'offerta formativa.
Ne deriva una proposta debole, svincolata da una rigorosa analisi dei bisogni formativi e da un ragionevole sistema di controllo della qualità dei servizi offerti.

1) Alcuni nodi di criticità : Le esternalizzazioni. (ad es Prometeo, Apl, Consulenti, CFT)

Articolo del coordinamento precari Provincia di Firenze

  La politica di esternalizzazione è alla base di un sistema di consociativismo territoriale e si manifesta spesso palesando una distonia fra gli obiettivi dichiarati e quelli reali. 
  L’obiettivo della formazione di qualità è in secondo piano rispetto alla creazione di un sistema che privilegia di fatto una spartizione delle risorse dei FSE secondo una modalità di influenza territoriale fondato sull’accreditamento delle associazioni di rappresentanza. 

“Il freno a mano tirato”

Articolo del coordinamento precari Provincia di Firenze

 Consideriamo che un servizio scarsamente efficace alimenta giudizi negativi e dà adito e giustificazione a tentativi di screditare l’immagine del pubblico impiego. 
 Di questi tempi, in cui è l’intero sistema del pubblico a essere messo in discussione e non per gli effettivi sprechi (cosa che invece sarebbe opportuna), questo può essere pericolosamente utilizzato per avallare la linea, già intrapresa da tempo, di riduzione del servizio pubblico a favore del servizio privato.  Come dire, invece di sanare situazioni di spreco o di privilegio inaccettabili per rendere più efficace ed efficiente un servizio pubblico gratuito, si sceglie la strada dei tagli o del depotenziamento che, naturalmente, vanno a danno dei più deboli.

Una questione di servizi

 Articolo del coordinamento precari Provincia di Firenze

 L'attuale quadro politico-economico italiano dipinge un Paese da un lato alle prese con l’abbattimento del debito e della spesa pubblica, strumenti questi presentati come la unica soluzione praticabile per il rilancio dei consumi e dell’economia nazionale, e dall'altro uno sforzo politico teso più a cercare futuri consensi elettorali che piuttosto "la tranquillità" dei cittadini.

 All'interno di queste frenetiche attività stiamo assistendo alla così detta questione della “soppressione delle Province” e il conseguente scontro al suo interno ... e per noi lavorator i precari della provincia operanti all'interno dei centri per l'impiego si fa sempre più minacciosa l'ombra della fine del contratto. 
 “ .. il decreto ‘salva-Italia’ obbliga le Regioni a riprendere le deleghe conferite alle Province e nel decreto recentemente convertito dal Parlamento vengono fissate le funzioni proprie delle nuove Province”. 
 Il periodo è particolarmente complesso e difficile: si paventano passaggi di competenza (fra Province e Regione) volti al ridimensionamento del potere e delle responsabilità delle prime, all’interno di una riorganizzazione ancora poco chiara e mal definita ma comunque molto importante per dimensioni e complessità.

Mai è stata affrontata una reale questione dei servizi!

  Nel complesso non abbiamo letto alcuna proposta ragionevole, una analisi dei servizi, di come essi sono gestiti e di come potranno essere gestiti in futuro con accorpamenti di alcune province. Che fine farà il personale che vi opera in presenza di un diverso rapporto di lavoro? Per fare un solo esempio, come potranno armonizzarsi e fondersi le strutture dei servizi all’Impiego e della Formazione gestiti nei territori in maniera diversificata (o direttamente, o con società in house o in appalto )? Che fine faranno i dipendenti delle ditte appaltatrici o delle società in house tenuto conto delle politiche occupazionali, volute dal “governo Monti e da chi lo sostiene in Parlamento, e che gli Enti pubblici devono applicare? E le funzioni?
  Quali sono le proposte per il così sbandierato passaggio da un Welfare assistenziale a un più moderno workfare, previsto disegno di legge Fornero sulla riforma del mercato del Lavoro?
Attività questa, oggi centro strategico delle politiche attive del lavoro delle Province, come si riorganizzerà in un prossimo futuro?.
  Come ha detto la segretaria nazionale della Cgil Susanna Camusso a margine dell'assemblea sindacale all'Artisan Shoes di Montegranaro. "Avevamo immaginato che sul tema 'Province' si facesse una riflessione più legata a come è conformato il territorio e alle sue specificità - ha aggiunto -. Bisognerebbe trovare una strada alternativa poiché ancora adesso non ci è chiaro quale sarà l'assetto istituzionale di questo Paese e se alla fine si farà un'operazione che andrà a diminuire i servizi.

  Nessuno poi parla ancora del personale precario nelle Province, centinaia e centinaia di lavoratori e lavoratrici che rischiano di essere licenziati e per i quali non viene prevista alcuna tutela.
  Il messaggio lanciato dalla politica ci preoccupa perché in questi scenari non possiamo essere rassicurati quando i principali quesiti legati al personale e ai servizi sono ancora tutti da affrontare e definire. E' per questo che chiediamo proprio a queste persone di iniziare a trattarci da uomini e non più da numeri e a cominciare a fornirci delle risposte.

Precari in Provincia di Firenze

Non tutti sanno che su circa 1300 dipendenti dell'area lavoro e formazione delle province toscane, circa la metà sono precari...Non tutti si sono chiesti, quindi, cosa ne sarà dell'area lavoro alla scadenza dei contratti.... chiuderanno gli uffici al pubblico? quale potrà essere la risposta ad una domanda di politiche attive costantemente in aumento? La forza di un servizio che sembra naturale che sia e rimanga pubblico e che invece sembra scivolare verso una gestione privata, quale sarà? La nostra lotta è una lotta non solo per difendere il nostro posto di lavoro ma la dignità e i servizi pubblici di tutti i cittadini.

Un questione di identità

Articolo del coordinamento precari Provincia di Firenze

  In ogni individuo s'intrecciano tratti assolutamente specifici e tratti generici condivisi con gruppi più o meno vasti ai quali si appartiene.
  Un tempo il senso di apparteneza al pubblico impiego rappresentava un elemento di forte identità, un punto di arrivo per molti, un motivo di sicurezza per la vita, il posto fisso, la garanzia di una continuità e un impegno di responsabilità mediata proprio dall'appartenenza, sostenuto da una forte sindacalizzazione.
  Oggi le cose sono cambiate: l'appartenenza non è più per la vita, quindi oggi si appartiene all'insieme dei dipendenti, ma per molti i contratti non sono più indeterminati. Si tende a vivere un rimpianto preventivo, la paura di perdere un'identità oltre al posto di lavoro.
  L'immagine del pubblico impiego è stata fortemente minata e degradata dai precedenti governi e in particolare dal penultimo ministro della Funzione Pubblica, Brunetta. Identificarsi in questa appartenenza è diventato più difficile e fastidioso.   Contemporaneamente in molti dipendenti si è sviluppata la necessità e ha preso forza la volontà di costruire un nuovo modello professionale dettato dal senso di responsabilità riguardo alla qualità dei servizi offerti come "pubblico servizio".
  L'identità del dipendente di uffici come quello lavoro, dove varie identità si incontrano e si confrontano, è oggi fortemente messo in discussione, perché da una parte è venuto meno il senso di appartenenza e riferimento ad un modello positivo, dall'altra si assiste allo scadere dell'efficienza dei servizi offerti e alla confusione in progress dei modelli organizzativi, mentre si impone la ricerca di una migliore qualità del lavoro quotidianamente offerto e dei modelli organizzativi e normativi che lo regolano.
  
Oggi sono cruciali una riflessione ed un’analisi sull’organizzazione che sostiene questa struttura e sulle prospettive future.
  Il periodo è particolarmente complesso e difficile: da una parte si paventano passaggi di competenza fra Province e Regione volti al ridimensionamento del potere e delle responsabilità delle prime, all’interno di una riorganizzazione ancora poco chiara e mal definita ma comunque molto importante per dimensioni e complessità, dall’altra, come è noto, stiamo attraversando un periodo di crisi – probabilmente il peggiore dal dopoguerra ad oggi - del mercato del lavoro e della produttività, con un aumento preoccupante della disoccupazione e della precarietà.
  Quotidianamente assistiamo agli sportelli ad una superficiale applicazione e spesso ad un non rispetto delle regole sancite dalle normative sul lavoro, una contrattualità mal applicata che tradisce le intenzioni che ispirarono la sua introduzione.
  Considerando sia la volontà più volte espressa dalla Regione di potenziare il settore lavoro e formazione, sia le numerose occasioni di discussione e di critica, che hanno già trovato occasione di esprimersi in altrettanti convegni e tavoli di confronto, è utile avvalersi del patrimonio di competenza e di esperienze degli operatori dei Centri per l'Impiego e dell'area formazione per lo svolgimento di un'analisi organica e costruttiva.
  Dal nostro punto di vista, che è quello di un osservatorio privilegiato, non ci poniamo l’obiettivo di dare delle soluzioni globali, né abbiamo ricette per risolvere la crisi, né pretendiamo di riformare tout court i settori formazione, lavoro e ricerca, ma riteniamo doveroso – e alla nostra portata – contribuire ad un’analisi lucida e seria di quello che questi settori portano in eredità, di quello che fanno, di quello che non riescono a fare e del loro potenziale.
  I Centri per l’impiego sono sempre di più relegati ad un ruolo burocratico e amministrativo, anziché partecipare all’elaborazione di politiche attive del lavoro.
  Si rileva inoltre, l'inerzia di coloro che per posizione e ruolo (dirigenza) dovrebbero essere invece i più attivi nel promuovere i servizi ed adeguarli alle crescenti richieste. In un periodo di grave difficoltà del mercato, mentre aumenta la richiesta di efficacia formativa e di orientamento occupazionale, si assiste invece ad una sistematica mancanza di proposte di rinnovamento e di adeguamento di tutto il sistema lavoro.