Decreto PA. Emendamento a tutela dei precari dell'ente provincia PRIMA APPROVATO, POI NON PASSATO!

La ragioneria dello Stato non ha dato l'autorizzazione alla spesa e quindi ha costretto la commissione bilancio e di seguito la commissione affari costituzionali a ritornare indietro rispetto alla decisione presa all'unanimità dalla commissione. 

Lavoro, via libera dalla Giunta all'Agenzia regionale

L'agenzia regionale per il lavoro raccoglierà le funzioni di collocamento, servizi per l'impiego, politiche attive del lavoro che fino ad oggi erano esercitate dalle Province attraverso i centri per l'impiego e che oggi sono state attribuite alle Regioni.


La Toscana ridisegna i suoi servizi per l'impiego. La Giunta, in una delle sue ultime sedute, ha approvato una proposta di legge per modificare il testo unico della normativa in materia di istruzione, formazione e lavoro ed istituire l'Agenzia regionale del lavoro che è stata illustrata ieri alle commissioni competenti del Consiglio regionale. 
L'agenzia regionale per il lavoro raccoglierà le funzioni di collocamento, servizi per l'impiego, politiche attive del lavoro che fino ad oggi erano esercitate dalle Province attraverso i centri per l'impiego e che oggi sono state attribuite alle Regioni. 
I centri per l'impiego diventeranno così strutture periferiche dell'agenzia regionale, con compiti di accoglienza e di erogazione dei servizi, in un'ottica di collaborazione fra pubblico e privato. 
L'agenzia regionale avrà natura giuridica di ente di diritto pubblico, dipendente dalla Regione, con autonomia organizzativa, amministrativa e contabile, sotto la vigilanza e l'indirizzo della giunta regionale. Non prevede alcun consiglio di amministrazione, ma solo un direttore. 
Nell'agenzia regionale confluiranno il personale competente delle Province e della Regione (circa 1.000 sono gli addetti impegnati nella gestione delle politiche del lavoro. Di questi circa la metà sono dipendenti contrattualizzati con contratti a tempo indeterminato). L'Agenzia avrà una ramificazione territoriale che dovrebbe ricalcare l'attuale geografie dei Centri per l'impiego. 
Chiave di volta del sistema, i centri per l'impiego svolgeranno funzioni di collocamento, servizi per l'impiego, gestione delle politiche attive, promozione di interventi sul territorio, si interfacceranno anche con i servizi privati. Obiettivi: l' incontro fra domanda e offerta di lavoro, la gestione delle politiche attive (orientamento, consulenza, ricerca mirata, inserimento in apprendistato, ecc), gli interventi di prevenzione della disoccupazione, l'orientamento e l'obbligo formativo. 
"Prima che l'abolizione delle Province lo rendesse indispensabile, la Toscana si era mossa per tempo per ridisegnare i servizi e renderli più efficaci e aderenti alle esigenze di lavoratori e imprese. L'ipotesi su cui abbiamo lavorato - spiega l'assessore al lavoro Gianfranco Simoncini - prevede un'agenzia regionale per il lavoro che sia parte integrante e snodo toscano del sistema nazionale, nonché nuovo strumento di governo dei servizi per l'impiego. Si tratta di una soluzione organizzativa oggi resa ancor più indispensabile e urgente dal nuovo assetto che abolisce le Province e che si dovrà inserire e confrontare con il processo, ancora in corso, di revisione a livello nazionale degli strumenti per il lavoro". 
"Si tratta di una riorganizzazione in corso d'opera - prosegue l'assessore - perché i servizi per l'impiego continuano a funzionare a pieno ritmo, messi quotidianamente a dura prova dall'impatto della crisi, cui si è aggiunto, proprio in queste settimane, il nuovo gravoso compito di accogliere e prendere in carico i ragazzi e le ragazze che chiedono di usufruire della Garanzia Giovani. (ad oggi 8587 adesioni, 4700 colloqui, 3600 patti di attivazione e quasi altrettanti profili). Per questo la Regione ha già fatto in modo di garantire le risorse per dare continuità al servizio". 
"Tutto questo – aggiunge Simoncini - sarà possibile non appena saranno operative le indicazioni della riforma istituzionale della legge Del Rio e della sottoscrizione degli accordi Stato-Regioni per la sua attuazione. Soprattutto, dovremo prima sciogliere il nodo contenuto nel progetto del Job Act del Governo, che prevede la nascita di una Agenzia nazionale che assume su di sé tutte le competenze. La Toscana e le altre Regioni sono invece dell'avviso che le competenze delle politiche attive e dei servizi per il lavoro debbano rimanere regionali". 
"Riteniamo inoltre fondamentale – dice ancora l'assessore - per perseguire l'obiettivo di un sistema di intervento uniforme sul territorio nazionale, che le competenze in materia di politiche attive, di cui la formazione è una componente fondamentale, e di gestione del mercato del lavoro rimangano riunificate nelle competenze delle Regioni quali unici soggetti istituzionali capaci di dare risposta alle diverse esigenze territoriali. Per per anni si è sostenuto infatti, che la mancata integrazione tra le politiche attive, di cui la formazione è una parte essenziale, e le funzioni di incrocio tra domanda e offerta di lavoro rappresentasse una delle cause principali dell'inefficacia del collocamento pubblico, la proposta contenuta nella legge delega ripropone nuovamente questo schema di separazione, che non trova condivisione nelle posizioni delle Regioni". 
"La Toscana – sottolinea Gianfranco Simoncini - ha lavorato con impegno e sta continuando a farlo per non farsi trovare impreparata. Ci siamo messi al lavoro forti di un'esperienza che è decisamente migliore rispetto a quella di altre realtà e anche in rapporto alla media nazionale. Nella nostra regione circa il 20% dell'incontro fra domanda e offerta passa dai centri per l'impiego, percentuale che in media in Italia si aggira sul 4%. Dobbiamo però fare di più per migliorare la qualità del servizio e rendere più facile la vita dei cittadini". 
"La centralità del servizio pubblico - conclude l'assessore - è una scelta basata sulla constatazione che i centri per l'impiego si sono rivelati in questi anni uno strumento importante per fronteggiare la crisi economica in atto. Basti pensare che da luglio 2009 ad oggi si sono presentati agli sportelli circa 89 mila lavoratori beneficiari di ammortizzatori in deroga. Per questo si rende necessario potenziare e razionalizzare il servizio, rendendo più coordinato il sistema regionale e più efficaci ed omogenei gli interventi sul territorio". 
Un po' di dati 
Nel 2013 i centri per l'impiego toscani hanno effettuato 667.235 prese in carico per 290.729 lavoratori (oltre 2,3 prese in carico per ciascun lavoratore).Ai lavoratori che si sono presentati agli sportelli sono stati erogate circa 270 mila azioni di politica attiva. Fra queste azioni, quelle di incrocio domanda-offerta sono state circa 54 mila, le consulenze per la ricerca di lavoro 8 mila, i colloqui di orientamento circa 4 mila, quasi 8mila gli adempimenti per stages e tirocini in azienda. A queste si aggiungono oltre 65 mila azioni di informazione sui vari servizi. Non è tutto. Dal luglio 2009 i Centri per l'impiego hanno preso in carico anche tutti i lavoratori beneficiari di ammortizzatori sociali in deroga: 86.424 negli ultimi 5 anni, ai quali sono state erogate 634 mila azioni di politica attiva, una media di circa 7 azioni a lavoratore.

24/07/2014 13.49  Regione Toscana

fonte:http://met.provincia.fi.it/news.aspx?n=177263

Richiesta di apertura immediata di un tavolo per proroga contratti a tempo determinato ed avviamento di un percorso di stabilizzazione.

F. P.CGIL REGIONALE E TERRITORIALE 
Via Tommaso Mosca n° 11
Tel. 0874/65560 e fax 0874/629902 
Email: fp@cgilmolise.it; pastorino.susanna@gmail.com
UIL FEDERAZIONE POTERI LOCALI
SEGRETERIA REGIONALE
Via Conte verde n° 3 Campobasso
Tel e fax. 0874/412914
Email: campobasso@uilfpl.it; tboccardo@tiscali.it

  














Alla cortese attenzione:
del Presidente della Provincia di Campobasso –
Dr. Rosario De Matteis
Via Roma, 47
86100 CAMPOBASSO – CB

al Presidente della Regione Molise
Dr. Paolo Di Laura Frattura
Via Genova , 11
86100 CAMPOBASSO – CB

dell’Assessore alle Politiche del Lavoro e della
Formazione Professionale - Politiche Giovanili -
Politiche Comunitarie della Provincia di Campobasso
Alessandro Di Labbio
Via Roma, 47
86100 CAMPOBASSO – CB

dell’Assessore alle Politiche per l'Occupazione e
Formazione Professionale
Michele Petraroia
Via Toscana, 51
86100 CAMPOBASSO - CB

all’Assessore al Bilancio e Finanze della
Regione Molise
Dr. Paolo Di Laura Frattura
Via Genova , 11
86100 Campobasso

al Presidente del Consiglio regionale
del Molise
Vincenzo Niro
Via IV Novembre, 87
86100 CAMPOBASSO - CB

CONSIDERATO CHE:
- la Legge 27 dicembre 2013 n. 147 all’Art. 1, Comma 219, lettera d) primo capoverso prevede: “allo scopo di consentire il regolare funzionamento dei servizi per l’impiego, nonché l’avvio del Piano per l’attuazione della raccomandazione del Consiglio dell’Unione europea del 22 aprile 2013 sull’istituzione di una «Garanzia per i giovani», le Province, fermo restando il rispetto della vigente normativa in materia di contenimento della spesa complessiva di personale, hanno facoltà di prorogare i contratti di lavoro a tempo
determinato e i contratti di collaborazione coordinata e continuativa strettamente indispensabili per la realizzazione di attività di gestione dei fondi strutturali e di interventi da essi finanziati, a valere su piani e programmi programmati e da programmare nell’ambito della programmazione dei fondi strutturali europei.”;
-il Governo ha presentato un DDL sul riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e le politiche attive, dandosi sei mesi di tempo per l’istituzione di una Agenzia nazionale per l’occupazione partecipata da Stato, Regioni e Province autonome, vigilata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, al cui funzionamento si provveda con le risorse umane e strumentali già disponibili a legislazione vigente;
- in riferimento al passaggio dei dipendenti per effetto di trasferimento di attività da un ente pubblico ad un altro, si applica l’art. 2112 del codice civile, con conseguente mantenimento, da parte del dipendente trasferito dei diritti acquisiti in precedenza;
- presso i Centri dell’Impiego della Provincia di Campobasso sono in essere 26 contratti a tempo determinato part time con scadenza al 31/12/2014, stipulati a seguito di superamento di un concorso pubblico con bando di selezione pubblica n. 325 del 09 maggio 2012_Albo Pretorio della Provincia di Campobasso;
- a seguito della deliberazione n. 64 del 30/05/2014 la Giunta Provinciale ha disposto la prosecuzione in continuità dei contratti a tempo determinato e parziale di n. 26 istruttori direttivi considerando una riduzione dell’orario di lavoro da 30 a 18 ore settimanali;
- detti contratti sono stati stipulati per il potenziamento dei servizi per il lavoro e sono strettamente indispensabili per la realizzazione di attività di gestione dei fondi strutturali e di interventi da essi finanziati;
- parte dei dipendenti a tempo determinato, svolge la propria attività lavorativa in settori istituzionali del CpI di Campobasso e Termoli, da quasi dieci anni, a seguito del superamento di selezioni pubbliche e da ultimo di concorso pubblico per titoli ed esami, senza che sia stata mai avviata alcuna procedura di stabilizzazione;
- l’Amministrazione ha segnalato alla Regione Molise che tra i servizi erogati dalla Provincia è indispensabile garantire la continuità delle attività dei CpI, anche in considerazione dell’attuazione del programma europeo “Garanzia Giovani”;
Le scriventi Organizzazioni sindacali
CHIEDONO CHE:
- sia immediatamente e urgentemente aperto un tavolo specifico che preveda, entro Luglio 2014, la proroga dei 26 contratti a tempo determinato della Provincia di Campobasso in scadenza il 31/12/2014 fino al 31/12/2016 e che, nelle more, si provveda, ad avviare un percorso di stabilizzazione del personale a tempo determinato;
- sia avviata la procedura di richiesta di anticipazione al Ministero del lavoro sui Fondi UE da programmare ancora, in attuazione del comma 219, lett. d), art. 1 della Legge di stabilità 2014 (L. 147/2013). Infatti il Ministero del lavoro e delle politiche sociali può erogare alle Regioni che ne facciano richiesta anticipazioni sui contributi da programmare a carico del bilancio dell'Unione europea, nei limiti di 30 milioni di euro a valere sul Fondo di rotazione per la formazione professionale e l'accesso al fondo sociale europeo di cui
all'articolo 25 della legge 21 dicembre 1978, n. 845 e come già avviene in altre province (ad es. Firenze e La Spezia con delibera n. 93 del 16/05/2014);
- tutti i lavoratori a tempo determinato siano inseriti tra le risorse umane a disposizione nella fase di riassetto istituzionale prevista dalla Legge 7 aprile 2014, n. 56 e dal DDL Lavoro;
- l’orario parziale dei ventisei rapporti di lavoro a tempo determinato venga trasformato a tempo pieno o quanto meno riportato a 30 ore, così come da impegno assunto nell’accordo stipulato con tavolo tecnico presso l’Assessorato Regionale al lavoro;
- sia previsto sin d’ora un percorso di stabilizzazione dei dipendenti a tempo determinato presso i Centri per l’impiego analogamente a quanto sta avvenendo presso altri Enti locali. Restando in attesa di un sollecito riscontro si porgono cordiali saluti.

Per GCIL FUNZIONE PUBBLICA e UIL/FPL
Segretario regionale
BOCCARDO Tecla

Lettera di una dipendente provinciale al giornale La Repubblica


"Cortese Redazione,
sono una dipendente provinciale e scrivo in relazione all'articolo apparso sull'edizione di ieri, martedi 22 luglio, riguardante le tasse che le Province, secondo voi enti ormai già aboliti, continuano a spremere ai cittadini, nonostante, secondo voi, non esercitino più una serie di funzioni da Voi elencate(centri per l'impiego, servizi agli studenti disabili...tutti quelli che avete elencato, insomma), ma da noi ancora diligentemente svolte ormai senza soldi ed in attesa della definizione finale delle ns. competenze. Definizione che doveva avvenire, in base alle legge Del Rio, con DPCM entro l'8 luglio, ma si sa, da noi i termini sono "meramente ordinatori" e noi continuiamo a lavorare come se nulla fosse.
Eppure adesso i cittadini si stanno accorgendo dell'esistenza della Provincia perchè non ha più i soldi per riempire le buche nelle strade, diminuiscono gli interventi sugli edifici scolastici, non viene assicurata la mediazione linguistico-culturale negli istituti superiori (sull'impatto sociale della presenza o meno dei mediatori a scuola ci sarebbe da aprire un dibattito), e molto altro che è inutile elencare tanto ormai il Pensiero si è precostituito.
Eppoi, il Presidente dell'UPI! Non è più Saitta, non lo sapevate?
Da dipendente provinciale e da affezionata lettrice di Repubblica fin dai sui esordi, non riesco ad ammettere e digerire la Vs. disinformazione ed il vs. allinearvi al pensiero unico che vede nell'abolizione delle Province la soluzione a tutti i mali dell'Italia. 
Concordo che nel ns. Paese ci sia assoluto bisogno di chiarezza sui livelli di competenza, ma eliminarne uno per poi prospettarne un altro intermedio con nome diverso, mi sembra veramente gattopardesco/grottesco.
So che l' UPI vi ha risposto; spero vogliate restituire ai lettori anche la voce dei diretti interessati e informàti.
Da parte mia comprerò ancora il vs. giornale solo per la speranza di trovare un articolo in tal senso.

CENTRO PER L’IMPIEGO, DAL 31 AGOSTO IN 22 SENZA LAVORO

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Pubblichiamo una lettera giunta in redazione, che alcuni impiegati del Centro per l’impiego della Provincia di Rieti hanno scritto all’Assessore regionale Refrigeri, al Commissario della Provincia di Rieti Felici, agli On. Melilli, Pastorelli ed al consigliere regionale Mitolo.
A scrivere sono parte dei famosi ex 22 del Centro per l’impiego della Provincia di Rieti che dopo 12 anni di onorato servizio ai cittadini si sono visti messi alla porta dalla stessa con una valigia di sole promesse, mai mantenute.
Da mesi ci sentiamo presi in giro per le continue promesse ed i continui scarica barile tra la Provincia di Rieti e la Regione Lazio per la mancata erogazione dei fondi per i nuovi progetti (già pronti?).
Sinceramente noi avevamo riposto in lei, Assessore Refrigeri, molta fiducia in qualità di rappresentante del nostro territorio, ma purtroppo visti i risultati attuali invano, ci sentiamo molto amareggiati per non usare termini più forti.
Siamo veramente delusi e arrabbiati e vorremmo sapere da lei e dalla Regione Lazio nonché dalla Provincia di Rieti e da voi onorevoli e consigliere, le iniziative che vorrete porre in essere al fine di risolvere questo annoso problema rimandato di anno in anno, da quella classe politica che non è stata in grado o meglio non ha voluto mai trovare una soluzione definitiva, per ovvi motivi.
Questo problema riguarda in tutto 22 famiglie che dal 31 agosto si ritroveranno senza alcun ammortizzatore sociale e di conseguenza per strada, nella coscienza di qualcuno.
In attesa di un Vostro positivo cenno di riscontro confidando nella Vostra sensibilità al fine di risolvere questo annoso problema ci è gradita l’occasione per porgerle i più cordiali saluti.

Lettera pro precari che è stata consegnata ieri dalle RSU della Provincia di Torino a Fassino (sindaco di Torino) e ad altri politici del territorio


Torino, 15 luglio 2014
al Sindaco della Città di Torino
Piero Fassino
Al VicePresidente della Provincia di Torino
Alberto Avetta
Al Segretario generale della Provincia di Torino
Giuseppe Formichella
All’Assessore al Personale della Provincia di Torino
Carlo Chiama
al Dirigente dell’Area Lavoro della Provincia di Torino
Gianfranco Bordone
Al Direttore del personale della Provincia di Torino
Vincenzo Colletta
e pc al Presidente della Regione Piemonte
Sergio Chiamparino


RICHIESTA DI APERTURA IMMEDIATA DI UN TAVOLO PER PROROGA CONTRATTI A TERMINE E SOLUZIONE DEL PRECARIATO.
Considerato:

  • che la riforma delle autonomie locali avviata con l’approvazione della cosiddetta legge “Delrio” pone da un lato delle tempistiche strette ed obbligate per l’apertura dei processi di trasferimento delle funzioni provinciali alla costituenda Città Metropolitana o ad altre amministrazioni destinatarie delle funzioni stesse, e dall’altro lascia aperta la questione delle funzioni di competenza regionale già delegate alle Province, tra cui quella dei Servizi per il lavoro
  • che la citata legge 56/2014 prevede allo stesso tempo il passaggio dei dipendenti dalla Provincia di Torino alla Città Metropolitana, ma non prevede nulla riguardo ai lavoratori a tempo determinato il cui contratto scade prima dell’avvio della Città metropolitana, il 31 dicembre 2014, per il rinnovo avuto in base alla L. 125/2013, mentre i precari delle altre PA hanno avuto una proroga fino al 31 dicembre 2016
  • che la L. 125/2013 prevedeva che “le province possono prorogare fino al 31 dicembre 2014 i contratti di lavoro a tempo determinato per le strette necessità connesse alle esigenze di continuità dei servizi” degli enti interessati in generale, e che l’Amministrazione ha segnalato che tra i servizi erogati dalla Provincia è oggi diventato prioritario garantire la continuità dei Servizi per l’Impiego, dove è stata comunicata una carenza di 60 unità di personale di cat. C e dove ci sarà nei prossimi mesi ed anni un forte incremento di attività per l’attuazione del programma europeo “Garanzia Giovani”
  • che la Legge 27 dicembre 2013, n. 147 all’art Art 1, Comma 219, lettera d) primo capoverso prevede: “allo scopo di consentire il regolare funzionamento dei servizi per l'impiego, nonché l'avvio del Piano per l'attuazione della raccomandazione del Consiglio dell'Unione europea del 22 aprile 2013 sull'istituzione di una «Garanzia per i giovani», le province, fermo restando il rispetto della vigente normativa in materia di contenimento della spesa complessiva di personale, hanno facoltà di prorogare i contratti di lavoro a tempo determinato e i contratti di collaborazione coordinata e continuativa strettamente indispensabili per la realizzazione di attività di gestione dei fondi strutturali e di interventi da essi finanziati, a valere su piani e programmi programmati e da programmare nell'ambito della programmazione dei fondi strutturali europei.”
  • che il Governo ha presentato un DDL sul riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e le politiche attive, dandosi sei mesi di tempo, per l'istituzione di un’Agenzia nazionale per l’occupazione partecipata da Stato, Regioni e Province autonome, vigilata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, al cui funzionamento si provveda con le risorse umane e strumentali già disponibili a legislazione vigente
CGIL-CISL-UIL-RSU della Provincia di Torino

CHIEDONO che:
  • sia immediatamente e urgentemente aperto un tavolo specifico sulla proroga dei contratti in essere e sulla soluzione del precariato
  • si provveda alla proroga dei 22 contratti a tempo determinato della Provincia di Torino in scadenza il 31/12/2014 fino al 31/12/2016 prevedendo il trasferimento volontario del personale precario ai Servizi per l’Impiego “per la realizzazione di attività di gestione dei fondi strutturali e di interventi da essi finanziati” come previsto dalla L. 147/2013
  • si preveda il finanziamento della proroga con i fondi strutturali europei come previsto dalla L. 147/2013 e come già avviene in altre Province (ad es. Firenze)
  • tutti i lavoratori precari siano contabilizzati tra le risorse umane a disposizione per la fase di riassetto istituzionale prevista dalla Legge 7 aprile 2014, n. 56 e dal DDL Lavoro
  • sia previsto sin d’ora un percorso di stabilizzazione dei precari nei Servizi per l’impiego analogamente a quanto sta avvenendo per i precari del Comune di Torino e della Regione Piemonte


CGIL-CISL-UIL-RSU ENTE PROVINCIA DI TORINO

SI RICHIEDE IL SOSTEGNO DEI PARLAMENTARI ITALIANI PER LA VOTAZIONE DI QUESTI EMENDAMENTI DEL DDL Delega Mercato del Lavoro

Ordine del Giorno n. G/1428/3/11 al DDL n. 1428


G/1428/3/11
Il Senato,
        premesso che:
            alcune problematiche riguardanti i servizi per il lavoro e la formazione professionale sono già state accolte dal Governo con l'ordine del giorno G4.500 in sede di approvazione del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125;
            la necessità di procedere al rafforzamento dei servizi per il lavoro italiani è stata recentemente sottolineata da uno studio dell'ISFOL «Lo stato dei Servizi pubblici per l'impiego in Europa: tendenze, conferme e sorprese» pubblicato a marzo 2014;
            in base all'articolo 2, comma 2, del provvedimento in esame, si intende istituire «senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, un'Agenzia nazionale per l'occupazione partecipata da Stato, regioni e province autonome, vigilata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, al cui funzionamento si provvede con le risorse umane, finanziarie e strumentali già disponibili a legislazione vigente» (lettera c)) con «attribuzione all'Agenzia delle competenze gestionali in materia di servizi per l'impiego, politiche attive e AspI» (letterae)) e «razionalizzazione degli enti e uffici che, anche all'interno del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, delle regioni e delle province, operano in materia di politiche attive del lavoro, servizi per l'impiego e ammortizzatori sociali, allo scopo di evitare sovrapposizione e di consentire l'invarianza di spesa, mediante l'utilizzo delle risorse umane, finanziarie e strumentali già disponibili a legislazione vigente» (lettera f));
        impegna il Governo:
            in relazione alla lettera g), comma 2, articolo 2, del provvedimento in esame, a stabilire che gli enti e le agenzie preposte possano:
                1) procedere all'assunzione a tempo indeterminato, secondo le priorità di legge, del personale non dirigenziale provinciale a tempo determinato in possesso di uno dei seguenti requisiti:
            a) risulti vincitore o idoneo inserito nelle graduatorie concorsuali di merito per assunzioni a tempo indeterminato per profili professionali coerenti con le mansioni esercitate nei servizi pubblici provinciali riguardanti lavoro, formazione, politiche attive e funzioni connesse individuati dalla delega al Governo. Il subentro nelle funzioni alla provincia comporti anche l'acquisizione delle relative graduatorie dei concorsi pubblici a tempo indeterminato che restano vigenti ai sensi dell'articolo 4, comma 4, del decreto-legge 31 agosto 2013, n.101, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125;
            b) risulti in possesso dei requisiti di cui al comma 6, primo periodo, dell'articolo 4 del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125, ed inserito in graduatorie vigenti secondo quanto stabilito al comma 4, dell'articolo 4, del citato decreto-legge, riferite a concorsi pubblici per assunzioni a tempo indeterminato. I requisiti di servizio si intendono maturati alle dipendenze dei servizi pubblici provinciali riguardanti lavoro, formazione, politiche attive e funzioni connesse;
            c) risulti assunto con contratto a tempo determinato a seguito di procedure selettive bandite in base all'articolo 1, comma 560, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e che abbia maturato, alla data di entrata in vigore del decreto di cui al comma 1 dell'articolo 2, del provvedimento in esame, almeno tre anni di servizio negli ultimi cinque anni alle dipendenze dei servizi pubblici provinciali riguardanti lavoro, formazione, politiche attive e funzioni connesse.
            2) bandire procedure di assunzione rivolte al personale che risulti in possesso dei requisiti di cui al comma 6, primo periodo, dell'articolo 4 del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125, e non inserito in graduatorie vigenti secondo quanto stabilito al comma 4, dell'articolo 4, del citato decreto-legge, riferite a concorsi pubblici per assunzioni a tempo indeterminato. I requisiti di servizio si intendono svolti presso i servizi provinciali riguardanti lavoro, formazione, politiche attive e funzioni connesse, con valutazione dei titoli di anzianità maturata;
            a prevedere che, in attesa della definizione delle procedure di assunzione a tempo indeterminato, per le necessità connesse alle esigenze di continuità dei servizi, le province e gli enti subentranti alle stesse possano procedere alla stipula di contratti a tempo determinato fino al 31 dicembre 2016 con i soggetti in possesso dei requisiti di cui ai punti 1 e 2 o comunque in servizio presso le province all'atto del passaggio delle funzioni.
G/1428/7/11
Il Senato,
        premesso che:
            il personale precario delle Province che da anni svolge il proprio lavoro con grande professionalità, impegno e sacrificio, risulta essere una grande ricchezza per le Province in quanto garantisce con efficienza servizi essenziali per cittadini;
            con la riorganizzazione delle Province verranno ridefiniti servizi essenziali per i cittadini, che sino a ora sono stati svolti dal personale precario con qualità e professionalità;
            per ovviare a questo problema si dovrebbe provvedere a una riassegnazione del suddetto personale procedendo alla assunzione a tempo indeterminato del personale non dirigenziale che, alla data di entrata in vigore del decreto di cui al comma 1 dell'articolo 2, del provvedimento in esame, risulti in servizio presso le Province, in possesso dei requisiti di cui all'articolo 4, comma 6, primo periodo, del decreto-Iegge 31 agosto 2013, n. 101, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125;
            le problematiche riguardanti, in particolare, i servizi per il lavoro e la formazione professionale sono già state accolte dal Governo con l'ordine del giorno G4.500, in sede di conversione del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, e sono oggi all'attenzione del Parlamento con il provvedimento in esame;
        impegna il Governo a:
            adottare i provvedimenti necessari affinché, ai fini del mantenimento della dotazione organica necessaria la continuità e la erogazione dei servizi in relazione alle risorse comunitarie, nazionali e regionali disponibili e ai vincoli finanziari relativi alla spesa per il personale,
                1) il personale precario dei servizi all'impiego o alla formazione delle province possa confluire negli enti che, in base alla riforma dei servizi per il lavoro e le politiche attive, subentreranno alle province;
                2) il personale precario che svolge il proprio servizio presso le altre funzioni provinciali possa confluire negli enti che subentreranno alle Province;
        nell'adozione dei provvedimenti summenzionati, tenere in considerazione che:
            1) il subentro nelle funzioni alla provincia comporti anche l'acquisizione delle relative graduatorie di merito dei concorsi pubblici a tempo indeterminato secondo un criterio di equivalenza delle funzioni svolte. Le stesse restino vigenti ai sensi dell'articolo 4, comma 4, del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125;
            2) deve essere estesa agli enti subentranti alle province la facoltà di cui all'articolo 4, comma 6-quater, del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125, relativa al personale non dirigenziale assunto con contratto di lavoro a tempo determinato, sottoscritto a conclusione delle procedure selettive ai sensi dell'articolo 1, comma 560, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, che abbia maturato almeno tre anni di servizio alle dipendenze dei servizi provinciali negli ultimi cinque anni secondo un criterio di equivalenza delle unioni svolte;
            3) devono essere bandite procedure di assunzione rivolte al personale che risulti in possesso dei requisiti di cui al comma 6, primo periodo, dell'articolo 4, del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125, e non inserito in graduatorie vigenti secondo quanto stabilito al comma 4, dell'articolo 4 del citato decreto-legge, riferite a concorsi pubblici per assunzioni a tempo indeterminato;
            4) nelle more delle procedure di cui sopra, gli enti subentranti alle province possano prorogare, nel rispetto dei limiti di spesa, i contratti di lavoro a tempo determinato fino al 31 dicembre 2016.

emendamenti

2.23
Al comma 2, lettera c), sopprimere le parole: «senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica» e dopo le parole: «con le risorse umane, finanziarie e strumentali già disponibili a legislazione vigente» aggiungere le seguenti: «e con le risorse eventualmente necessarie determinate annualmente con la legge di stabilità».

2.41
Al comma 2, lettera f), dopo le parole: «mediante l'utilizzo delle risorse umane» inserire le seguenti: «, ivi compresi i lavoratori titolari di contratti di lavoro diversi dal contratto a tempo indeterminato,».

2.43
Al comma 2, dopo la lettera f), aggiungere la seguente:
            «f-bis) ai fini del mantenimento della dotazione organica necessaria alla erogazione dei servizi, con successivo provvedimento, sono individuate modalità e risorse destinate alla assunzione a tempo indeterminato dei lavoratori che alla data di entrata in vigore del presente decreto risultino impiegati con contratti a tempo determinato presso i Servizi pubblici per il lavoro e la formazione provinciali i quali risultino in possesso di una anzianità, maturata con la medesima tipologia contrattuale del tempo determinato, di almeno tre anni degli ultimi cinque presso i medesimi Centri per l'Impiego e che siano, inoltre, idonei e vincitori di concorso inseriti in graduatorie vigenti per concorsi pubblici per titoli ed esami espletati dal medesimo ente. A tal fine, il subentro nelle funzioni alle Province comporterà l'acquisizione delle relative graduatorie concorsuali e di tutte le prerogative di legge maturate in servizio dal personale non a tempo indeterminato. Nelle more dell'assunzione a tempo indeterminato di cui alla presente lettera, le Province sono autorizzate alla proroga dei contratti a tempo determinato in essere fino a dicembre 2015 e ciò in deroga ai vincoli previsti dalla normativa vigente;».

2.44
Al comma 2, dopo la lettera f), aggiungere la seguente:
            «f-bis) ai fini del mantenimento della dotazione organica necessaria all'erogazione dei servizi, individuare modalità e risorse per l'assunzione stabile dei lavoratori impiegati con contratti non a tempo indetermnato presso i Servizi pubblici per il lavoro e la formazione provinciali, coerentemente con i principi costituzionali in tema di pubblico impiego, estendendo agli stessi le norme previste dall'articolo 4 del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125, e successive modifiche e integrazioni. A tal fine, il subentro nelle funzioni alle province comporta l'acquisizione delle relative graduatorie concorsuali e di tutte le prerogative di legge maturate in servizio dal personale non a tempo indeterminato;».
2.46
Al comma 2, alla lettera g) sostituire le parole: «di altre amministrazioni», con le seguenti: «di procedere all'assunzione stabile dei lavoratori impiegati con contratti non a tempo indeterminato presso i Servizi pubblici per il lavoro e la formazione provinciali estendendo agli stessi le norme previste dall'articolo 4 della legge 125 del 2013 nonchè il personale, con comprovata esperienza riconosciuta dalle Regioni, iscritto agli albi regionali e utilizzato dagli enti strutturali e impiegato nell'erogazione dei servizi per l'impiego. A tal fine, deve essere salvaguardata l'acquisizione delle relative graduatorie concorsuali e di tutte le prerogative di legge maturate in servizio dal personale non a tempo indeterminato.».
        Conseguentemente, all'articolo 6, sostituire il comma 3 con il seguente:
        «3. A ciascuno schema di decreto legislativo è allegata una relazione tecnica che rende conto della neutralità finanziaria del medesimo decreto ovvero dei nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica da esso derivanti e dei corrispondenti mezzi di copertura. Nell'ipotesi di nuovi o maggiori oneri, il decreto legislativo può essere emanato solo successivamente alla data di entrata in vigore del provvedimento legislativo che stanzia le occorrenti risorse finanziarie».
2.47
Al comma 2, alla lettera g) sostituire le parole: «di altre amministrazioni», con le seguenti: «di procedere all'assunzione stabile dei lavoratori impiegati con contratti non a tempo indeterminato presso i Servizi pubblici per il lavoro e la formazione provinciali estendendo agli stessi le norme previste dall'articolo 4 della legge 125 del 2013. A tal fine, deve essere salvaguardata l'acquisizione delle relative graduatorie concorsuali e di tutte le prerogative di legge maturate in servizio dal personale non a tempo indeterminato».
        Conseguentemente, all'articolo 6, sostituire il comma 3 con il seguente:
        «3. A ciascuno schema di decreto legislativo è allegata una relazione tecnica che rende conto della neutralità finanziaria del medesimo decreto ovvero dei nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica da esso derivanti e dei corrispondenti mezzi di copertura. Nell'ipotesi di nuovi o maggiori oneri, il decreto legislativo può essere emanato solo successivamente alla data di entrata in vigore del provvedimento legislativo che stanzia le occorrenti risorse finanziarie».
2.59
Al comma 2, sostituire lo lettera l) con la seguente:
            «l) istituzione di una banca dati nazionale dove le imprese, senza impegno di assunzione, possano comunicare la propria previsione di assunzione per profilo professionale così da permettere ai disoccupati di inviare la propria candidatura ai fini di una possibile assunzione;».
        Conseguentemente, all'articolo 6, sostituire il comma 3 con il seguente:
        «3. A ciascuno schema di decreto legislativo è allegata una relazione tecnica che rende conto della neutralità finanziaria del medesimo decreto ovvero dei nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica da esso derivanti e dei corrispondenti mezzi di copertura. Nell'ipotesi di nuovi o maggiori oneri, il decreto legislativo può essere emanato solo successivamente alla data di entrata in vigore del provvedimento legislativo che stanzia le occorrenti risorse finanziarie».
2.85
Al comma 2, aggiungere, in fine, le seguenti lettere:
            «s-bis) previsione di criteri di remunerazione a risultato per i servizi competenti di cui al decreto legislativo n. 276 del 2003;
            s-ter) previsione di un piano straordinario per il rafforzamento dei servizi per l'impiego a carattere nazionale;
            s-quater) previsione di strumenti obbligatori per il conferimento nel sistema nazionale per l'impiego delle informazioni sui posti vacanti da parte dei servizi competenti pubblici e privati, nonché da parte dei soggetti accreditati o autorizzati all'erogazione di interventi di politica attiva e/o ad attività di intermediazione».
2.86
Al comma 2, dopo la lettera s), aggiungere le seguenti:
            «s-bis) implementare i canali formali per soddisfare la domanda di lavoro mediante banca dati telematica, aggiornata periodicamente, alla quale il sistema delle imprese possa comunicare i propri fabbisogni assunzionali, articolati per profili professionali ed unità produttive, consultabile presso i servizi competenti dai soggetti privi di occupazione nell'ambito di colloqui orientativi. Tale comunicazione è obbligatoria per i soggetti privati che prevedono di partecipare ad appalti pubbiici o di beneficiare di contributi e incentivi utilizzando risorse di natura pubblica;
            s-ter) individuare le modalità per istituire, presso i servizi competenti, una banca dati telematica dei soggetti pubblici e privati disponibili ad ospitare attività di tirocinio ed una banca dati telematica per attività di pubblica utilità rivolte a percettori di ammortizzatori sociali;».