@mariannamadia i precari della città metropolitana di Milano vanno prorogati

. proroga possibile per tempi determinati di province e citta' metropolitane. La norma e' nel milleproroghe.
  
legge di stabilita' 2016

Appello dei precari della citta' metropolitana di Torino

Buongiorno.
Sono Michele Siani uno dei 21 precari della Città Metropolitana di Torino.
Chiedo, per favore, di pubblicare sul vostro sito questa lettera:
"In questi giorni i colleghi precari delle Province e Città Metropolitane sono in mobilitazione poichè, ad oggi, non c' è alcuna garanzia rispetto al loro futuro lavorativo.
Nonostante i colleghi svolgono nei loro enti di appartenenza funzioni importantissime per la collettività (ambiente, protezione civile, edilizia scolastica, trasporti, difesa del suolo, etc.), sono in tensione perchè il loro contratto scade tra dieci giorni e nessuna norma tutela la loro professionalità acquisita in tanti anni di servizio svolto nelle Province e Città Metropolitane.
Non è giusto!
Come si possono definire "precari" lavoratori che svolgono quotidianamente il loro lavoro con competenza e professionalità (da anni!), che devono aspettare  ogni anno, negli ultimi giorni di dicembre, la proroga del loro contratto per un anno: ma dov' è  in tutto questo il rispetto per i lavoratori?
Non è giusto!
La nostra classe politica deve dare conto a queste situazioni vergognose che si vengono a creare nel pubblico impiego, devono dare conto alla collettività e alla opinione pubblica. 
Non prorogare i contratti ai lavoratori precari significa tagli di servizi ai cittadini.
Non è giusto!
Io ed i colleghi precari della Città Metropolitana di Torino manifestiamo la nostra solidarietà ai colleghi che stanno aspettando con ansia la proroga dei loro contratti.
Forza ragazzi non mollate, siamo con voi!

Problematiche urgenti sulle proroghe dei precari degli Enti d’area vasta

Risultati immagini per cgil cisl uil
Roma, 17 dicembre 2015
Al Ministro per la Semplificazione e la
Pubblica Amministrazione
On. Le Marianna Madia

Con la presente, le scriventi organizzazioni intendono nuovamente portare alla Sua attenzione la problematica dei precari provinciali.
Si tratta, come noto, di lavoratori che da oltre un decennio lavorano con contratti a tempo
determinato o con contratti di collaborazione coordinata e continuativa. Alcuni di essi anche in possesso dei requisiti di legge previsti per la stabilizzazione.
L’articolato percorso attuativo della Legge Delrio ha creato contesti diversi in cui si trovano attualmente collocati i lavoratori precari. Alcuni sono ancora impiegati presso le Province, altri sono passati alle regioni insieme alle funzioni che svolgevano, altri ancora presso Agenzie strumentali ed altri sono impiegati in regime di avvalimento, ovvero sono rimasti impiegati presso le province ma i relativi costi sono sostenuti dalle Regioni.
In questa delicata fase di riordino delle funzioni provinciali, tutt’ora ancora in corso, essi rappresentano l’anello più debole, i soggetti maggiormente a rischio, dal momento che la maggior parte di essi ha un contratto in scadenza il prossimo 31 dicembre.
Per questo personale, che nel tempo ha acquisito elevate competenze e specifica professionalità, chiediamo che i provvedimenti urgenti di prossima emanazione, primo tra tutti la legge di stabilità, preveda specifiche norme di salvaguardia dei posti di lavoro: la proroga dei contratti anche per l’anno 2016, o meglio, soluzioni definitive che possano finalmente stabilizzarne le posizioni.
A tale scopo riportiamo di seguito due proposte:
1) Proroga: le Città Metropolitane, le Province, gli Enti o Agenzie subentranti nelle funzioni alle Province e Città Metropolitane per effetto della Legge n. 56/2014 possono prorogare fino al 31/12/2016, per le strette necessità connesse alle esigenze di continuità dei servizi nell’ambito delle medesime funzioni, senza maggiori oneri per la finanza pubblica, i contratti a tempo determinato di cui all'articolo 4, comma 9, terzo periodo, del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito, con modificazioni, in legge 30 ottobre 2013 n. 125, e i contratti di collaborazione coordinata e continuativa, in deroga ai limiti temporali previsti dal D.Lgs. 81/2015 in merito ai contratti a termine e anche nel caso di mancato rispetto del patto di stabilità interno per l’anno 2015.
Questo permetterebbe di prorogare tutti i contratti dei precari provinciali, anche quelli relativi al personale transitato presso altri Enti (Regioni, Agenzie strumentali o Comuni). Tale previsione risulta indispensabile in particolare per i precari rimasti presso le province a sovrintendere le funzioni provinciali o metropolitane, dal momento che i tagli attesi manderanno probabilmente in dissesto molti di questi Enti con tutte le conseguenze del caso fra cui la fine di rapporti di lavoro ultra decennali con la dispersione di specifiche competenze.
2) Stabilizzazione: gli enti istituzionali insediatisi a seguito della legge 7 aprile 2014, n. 56, nonché gli enti o agenzie subentrati nelle funzioni alle Province possono procedere, in via prioritaria rispetto al reclutamento speciale di cui all’art. 4, comma 6, della legge 125/2013, entro il 31 dicembre 2018, con risorse proprie o fondi regionali o nazionali a tali funzioni attribuiti, all’assunzione a tempo indeterminato del personale non dirigenziale delle Province in possesso dei requisiti di cui all’art. 4, comma 6, primo periodo, del decretolegge 31 agosto 2013, n. 101, convertito, con modificazioni, in legge 30 ottobre 2013 n.125. 
Questo consentirebbe la stabilizzazione di tutti i precari storici provinciali e ex provinciali, in quanto nel frattempo transitati insieme alla relativa funzione presso altri Enti (Regioni, Agenzie strumentali o Comuni), in analogia a quanto già previsto all'art. 4, comma 6 quater, del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito, con modificazioni, in legge 30 ottobre 2013 n. 125.

Per queste ragioni Le chiediamo l’apertura di un confronto immediato sulle proposte avanzate anticipando che, se non sarà convocato un incontro in tempi brevi, faremo ricorso a tutte le iniziative che riterremo opportune.

Distinti saluti.
FP CGIL Rossana Dettori
CISL FP  Giovanni Faverin 
UIL FPL Giovanni Torluccio

Il personale della Provincia proclama lo stato di agitazione: "Salvare i precari del Centro Impiego"

Il personale della Provincia proclama lo stato di agitazione: "Salvare i precari del Centro Impiego"
Le RSU e le organizzazioni sindacali della Provincia di Perugia hanno espresso "grande preoccupazione" in merito alla situazione circa la definizione della convenzione sui servizi di politiche attive del lavoro erogate dai Centri per l'Impiego territoriali. 

Il personale della Provincia proclama lo stato di agitazione: "Salvare i precari del Centro Impiego"
Dopo la firma a livello nazionale si chiede in particolar modo di poter prendere visione e conoscenza della bozza di convenzione da stipulare tra Provincia di Perugia e amministrazione Regionale, "nella convinzione che un percorso che attiene alle professionalità e al futuro lavorativo del personale dipendente non possa definirsi senza il coinvolgimento delle parti sociali e sindacali che quegli interessi rappresentano".
"Discutere di gestione di politiche del lavoro significa - hanno scritto le Rsu - discutere di servizi alla collettività e alla popolazione, dotare il territorio di strumenti importanti per fronteggiare la crisi economica in atto, specie per quelle fasce deboli di popolazione che negli anni hanno più duramente sofferto i colpi della crisi. Per questo si chiede con forza che il tavolo regionale specifico sia concreto nelle azioni da svolgere, e che venga convocato in maniera inderogabile prima della formale stipula della convenzione, a declinare quei principi di percorso partecipato e trasparente spesso decantato nei media, e a definire i contorni giuridici precisi dell'istituto dell'avvalimento del personale".
Le RSU e le organizzazioni sindacali hanno ribadito la propria contrarietà ad una qualsiasi bozza di convenzione che non preveda, la salvaguardia dei livelli occupazionali con la previsione esplicita di un impegno in capo alla Regione a farsi carico del personale dipendente fino alla definizione del percorso di riforma nazionale, nonché l'avvio del percorso di stabilizzazione del personale precario addetto ai servizi per l'impiego. "Si preannuncia sin da ora una mobilitazione di tutto il personale addetto ai servizi per l'impiego qualora tali richieste rimangano inevase": hanno concluso nella nota le Rsu.


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Una mozione di Rifondazione per i lavoratori dei centri per l'impiego

Una mozione di Rifondazione per i lavoratori dei centri per l´impiego
La Spezia - Il 10 dicembre si è tenuto presso la Prefettura della Spezia un presidio indetto dalle organizzazioni Sindacali a tutela dei precari del Centro Per l’Impiego della Spezia. In merito, il consigliere comunale di Rifondazione Comunista Edmondo Bucchioni, ha protocollato una mozione che sarà discussa in occasione del consiglio comunale di domani, martedì 15 dicembre.
"Si evidenzia - scrive Bucchioni - che, i lavoratori e le lavoratrici del CPI ammontano a 26, e svolgono a fronte di un’esperienza lavorativa decennale, un ruolo fondamentale per l’utenza spezzina, che spazia dall’accoglienza, all’orientamento, alla gestione delle pratiche di disoccupazione sempre più numerose, visti i tempi storici, fino al programma di Garanzia Giovani.
E’ quindi allarmante, che il contratto di detti lavoratori scadrà il 31/12/2015, senza che sia previsto alcun iter legislativo che consenta una prospettiva di lavoro stabile.
Infatti, nel famigerato Job Act, pur essendo contemplata l’istituzione di un’Agenzia Nazionale per il Lavoro sul modello di quanto fatto nei Paesi del Nord Europa, che dovrebbe assorbire i CPI, non viene prevista alcuna norma transitoria, che regolamenti e descriva come tale passaggio del personale dalle Province, possa compiersi.
Va sottolineato che, la Conferenza Stato-Regioni, ha deciso per questa fase transitoria, che la gestione dei CPI competa alle Regioni, ma ad oggi solo la Regione Toscana ha elaborato una legge orientata in tal senso".
La mozione, infine, intende impegnare "il Sindaco e l’Amministrazione, ad inoltrare tale Mozione al Presidente del Consiglio, al Presidente della Regione Liguria, ai Capigruppo Parlamentari della Camera e del Senato, ai Capigruppo regionali Liguri delle diverse formazioni politiche, agli altri Consigli Comunali della Provincia di La Spezia".
FONTE:
http://www.cittadellaspezia.com/La-Spezia/Politica/Una-mozione-di-Rifondazione-per-i-197179.aspx

Mercato del lavoro, dal primo gennaio competenze e servizi alla Regione

FIRENZE - A partire da gennaio 2016 la Regione assumerà le funzioni di programmazione e gestione dei servizi e delle politiche attive del lavoro, attribuendosi così anche le funzioni fino a ieri svolte dalle Province. Una proposta di legge che attua i contenuti della convenzione firmata il 5 novembre scorso da Regione Toscana e Ministero del lavoro, è stata approvata dalla giunta regionale su proposta del presidente Enrico Rossi ed è ora all'esame del Consiglio regionale. Dopo che il Consiglio l'avrà discussa ed approvata, si procederà a stipulare convenzioni con le Province e la Città metropolitana.
La nuova disciplina del mercato del lavoro in Toscana servirà a garantire la continuità dei servizi offerti ai cittadini per quanto riguarda i centri per l'impiego e le funzioni di collocamento, l'incrocio domanda-offerta, l'attuazione delle nuove disposizioni sullo stato di disoccupazione ma anche le politiche attive del lavoro, l'orientamento e l'integrazione con la formazione.
Quella disegnata dalla nuova legge è una sistemazione transitoria - che sospende fra l'altro la precedente legge regionale che istituiva l'agenzia toscana per il lavoro - in attesa della riforma del titolo V della Costituzione che, dal 2018, dovrà dare un nuovo assetto alle competenze istituzionali sul lavoro. Nuovo assetto nel quale fin da ora il presidente Rossi ha preannunciato di voler candidare al Toscana all'autonomia speciale per le politiche attive per il lavoro.
La legge dispone anche le modalità con la quale deve avvenire l'individuazione del personale, sul quale la Regione "eserciterà poteri direttivi e organizzativi", impiegato negli uffici, sia a tempo determinato che indeterminato, anche con ricorso a contratti di consulenza esterna e a contratti di appalto di servizi. Sarà inoltre definita la modalità di utilizzo delle sedi.

Dal punto di vista finanziario la legge stabilisce che gli oneri di gestione delle sedi di Province e Città metropolitana siano a carico della Regione, mentre alla gestione operativa continueranno a provvedere Province e Città metropolitana. Lo stanziamento previsto è di 12 milioni l'anno per tre anni.

"La proposta di legge che ora è all'esame del consiglio - commenta il presidente della Rossi – fissa un quadro di certezze per le politiche regionali per l'occupazione e contribuisce a rafforzare uno strumento operativo efficiente e vicino ai cittadini, nel quale siano pienamente integrate le politiche attive e quelle passive, l'incrocio fra domanda e offerta e la formazione professionale. Oltre a questo, diamo finalmente sicurezza agli oltre mille lavoratori, diretti e indiretti, dei centri per l'impiego toscani".
Nell'ultimo incontro con il ministro del lavoro Giuliano Poletti, il consigliere del presidente Rossi per il lavoro Gianfranco Simoncini ha sollecitato a nome delle Regioni, di ribadire, se necessario anche con l'introduzione di una norma, una salvaguardia per i dipendenti a tempo determinato delle Province che hanno problemi di bilancio. A questo proposito, già mesi fa il presidente Rossi aveva sottoposto  al Ministero degli affari regionali una interpretazione sulla possibilità, per le Province e Città metropolitane, di poter stipulare contratti a tempo determinato finalizzati a garantire la continuità del centri per l'impiego, visto che sarà la Regione a poter garantire l'equilibrio di bilancio.

Riforma Province, i Centri per l’impiego passano alla Regione: prorogati i contratti a termine

Riforma Province, i Centri per l’impiego passano alla Regione: prorogati i contratti a termine
Firma a Roma tra il ministro Poletti e l'assessore regionale Paparelli. Verso una riorganizzazione ma resta la rete sul territorio

Un altro pezzetto della complicata riforma delle Province viene messo a posto. Il vicepresidente della giunta regionale, Fabio Paparelli, e il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, hanno siglato a Roma la convenzione per la gestione dei servizi per l’impiego e delle politiche attive del lavoro. «Si tratta del primo atto di un processo importante – sostiene Paparelli – in cui si ribadisce che, pur in questa fase di transizione, c’è l’impegno comune a dare efficacia e concretezza alle politiche  attive di servizi per l’impiego».
Assegnazione e proroga contratti Il vicepresidente della Regione sottolinea l’intenzione di dare «continuità alla rete di servizi per lavoratori, disoccupati e inoccupati umbri prendendo in carico le competenze e i lavoratori prima assegnati alle Province pur mantenendo l’attuale organizzazione territoriale. Alla Regione – aggiunge – spetta infatti l’assegnazione temporanea per lo svolgimento delle attività connesse con i servizi e le misure di politica attiva del lavoro, oltre che l’avvalimento del personale da parte della Regione allo scopo di garantire la continuità delle attività connesse con i servizi e le misure di politica attiva del lavoro. In particolare, a seguito dell’accordo raggiunto, sussistono anche le condizioni per la proroga dei contratti dei dipendenti a tempo determinato impiegati presso la Provincia di Perugia nell’ambito dei servizi per l’impiego e politiche attive del lavoro».

Spese in concorso Sulla base della convenzione, Regione e Governo si impegnano a concorrere al sostegno dei costi relativi al personale impiegato nei servizi per l’impiego e a partecipare agli oneri di funzionamento, per gli anni 2015 e 2016. Per l’anno 2015 l’importo sostenuto dal governo ammonta a 3.351.332 euro. Sulla base della convenzione poi restano assegnate alla Regione le competenze in materia di programmazione di politiche attive del lavoro, e in particolare l’identificazione della strategia regionale per l’occupazione, in coerenza con gli indirizzi generali, l’accreditamento degli enti di formazione e gli interventi volti a favorire l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità.
Riorganizzazione «Nelle more dell’attuazione del Titolo V – sottolinea Paparelli –  in questi due anni la Regione intende procedere con la riorganizzazione dei servizi dei centri per l’impiego elevandone ulteriormente gli standard di qualità oltre che dotarsi di un servizio informatico integrato per il lavoro in grado di rappresentare uno strumento facile e diretto di erogazione di servizi e informazioni gestibile anche da casa, tanto più utile specie per i disabili o per quanti hanno difficoltà a recarsi presso gli uffici preposti. Particolare rilievo – conclude l’assessore – assumerà anche l’istituzione di un servizio specifico dedicato al sostegno ai processi occupazionali destinato alle imprese così da intervenire oltre che sul fronte delle politiche attive anche su quello delle opportunità disponibili per le aziende che assumono».

Iniziative legate allo stato d'agitazione dei dipendenti dei Servizi per l'Impiego.

AUTONOMIE LOCALI LA SPEZIA


Alla cortese attenzione
del Presidente della Provincia della Spezia
del Dirigente del Settore Lavoro
e del Settore Personale
LORO SEDI


Oggetto: Iniziative legate allo stato d'agitazione dei dipendenti dei Servizi per l'Impiego.

In relazione allo stato d'agitazione dei lavoratori dei Servizi per l'Impiego, dichiarato a livello nazionale;
ed in considerazione del fatto che la Regione Liguria, ente al quale la norma ha demandato, seppur in via transitoria, la gestione di tali servizi, ha tardivamente avviato il confronto istituzionale sul destino di tali uffici e del relativo personale e che tale confronto sembra essere lontano dal concludersi positivamente;
considerato altresì che la stessa Regione Liguria non ha ancora avviato il tavolo di confronto sindacale sulla materia, oltre che in tema di Polizia Provinciale e Pubblica Istruzione (altri argomenti su cui é chiamata a pronunciarsi);
tenuto conto del fatto che nell'imminente data del 31 Dicembre scadranno i contratti di 26 precari impiegati presso i Servizi per l'Impiego, i quali rappresentano quasi il 50% della forza lavoro di tali uffici, il che comporterà, oltre alla perdita del lavoro per gli interessati, di fatto la paralisi di determinate attività e l'impossibilità di rispettare molte scadenze, nonché di erogare in generale il servizio ad una utenza particolarmente “debole”;
le scriventi OO.SS. comunicano alle SS.LL. le iniziative che saranno messe in atto nei prossimi giorni, a partire dalla data odierna.
Presso gli uffici dei CPI saranno affisse copie di volantino eplicativo della situazione a favore degli utenti che si recheranno presso le sedi della Spezia e Sarzana; volantino che si allega alla presente.
Copie di tale volantino saranno altresì messe a disposizione degli stessi utenti.
Il personale tutto, dei Servizi, si relazionerà con l'utenza, se del caso interrompendo temporaneamente e brevemente le lavorazioni, al fine di informarla sullo stato della situazione e su quali saranno gli scenari futuri possibili, se non verrà data continuità ai contratti di lavoro e copertura economica per tutto il personale.
Il giorno 10 Dicembre p.v. si svolgerà un'assemblea (per la quale sarà inviata apposita richiesta) di tutto il personale dipendente dell'Ente, con presidio davanti all'ingresso della Prefettura, con volantinaggio alla cittadinanza. In occasione di tale presidio é stato chiesto un incontro a S.E. il Sig. Prefetto.
Infine le scriventi sono in attesa di conoscere, da parte delle Segreterie sindacali regionali, la data di un'eventuale nuova manifestazione, da tenersi presso la sede del Consiglio Regionale.
Laddove nei prossimi giorni non fossero prese decisioni ed emanati atti, volti alla soluzione dei suesposti problemi, le scriventi OO.SS. si riservano la possibilità di intraprendere ulteriori iniziative di mobilitazione.
Poiché é interesse comune dell'Amministrazione, dei Lavoratori e dei Sindacati, riuscire a raggiungere lo scopo che si prefiggono tali iniziative, si confida nella massima collaborazione possibile da parte dell'Amministrazione e si ringrazia anticipatamente, inviando cordiali saluti.

La Spezia, li 4 Dicembre 2015

Le Segreterie Provinciali della Spezia

FP CGIL, CISL FP, UIL FPL

I SERVIZI PER IL LAVORO SONO DI TUTTI!


Sostenete i lavoratori precari del Centro per l’Impiego della Spezia e Sarzana.

I servizi per il lavoro sono in pericolo: i contratti dei lavoratori precari che garantiscono i servizi stessi sono, per l’ennesima volta, vicini alla scadenza.

La prossima è il 31 Dicembre 2015.

Oggi la situazione sembra ancora più oscura che in passato, tra il sofferto percorso verso l'abolizione delle Province, i dubbi sulle modalità di attuazione del Jobs Act, le strategie regionali in materia di politiche del lavoro e la grande incognita dell'Agenzia Nazionale per l’Occupazione.

Che ne sarà dell’impegno che in questi anni i lavoratori hanno profuso? Delle competenze che hanno sviluppato? Degli utenti che stanno usufruendo dei servizi di supporto per la ricerca di un’occupazione?

Dopo anni di rinnovi e proroghe, dopo anni di sofferente precarietà DENTRO IL SERVIZIO PUBBLICO, il destino dei Centri per l’Impiego galleggia nella nebbia.
Ogni provvedimento che li riguarda non tiene in alcuna considerazione i numerosissimi precari che vi lavorano, intervenendo su tutti i servizi erogati alla cittadinanza:

  • Accoglienza
  • Orientamento e Couselling
  • Gestione pratiche per lo stato di disoccupazione
  • Organizzazione dei tirocini
  • Incrocio domanda-offerta
  • Consulenza alle aziende
  • Comunicazioni telematiche rapporti di lavoro
  • Collocamento mirato per soggetti disabili e svantaggiati
  • Assegnazione di voucher formativi
  • Progetti speciali a valere su risorse comunitarie
  • Programma Garanzia Giovani

Né é tantomeno chiaro il destino del personale impiegato a tempo indeterminato, sulla cui sorte gravano tutte le incertezze di un percorso ancora indefinito.
Serve un chiaro segno da parte dello Stato e della Regione sulla volontà di dare continuità e stabilità ai servizi ai cittadini, ponendo la giusta attenzione ai lavoratori che da anni garantiscono il buon funzionamento dei Servizi per l’impiego.

Chiediamo supporto a tutta la cittadinanza perché i lavoratori possano continuare a dare il proprio contributo, a LAVORARE PER IL LAVORO, per le persone e per il territorio.


Vogliamo far sentire la loro voce, ma ci occorre anche quella degli utenti: sosteneteci, i servizi per il lavoro sono di tutti!

L’assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici dei Centri per l’Impiego

 Si è tenuta nella Sala di Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi l'assemblea dei lavoratori dei centri per l'impiego della Toscana. Al termine dell'assemblea è stata redatta una mozione. Questo il testo della mozione:
Oggi 26 novembre si è svolta nella sala Luca Giordano della Città Metropolitana l’assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici dei Centri per l’Impiego.
L’assemblea molto partecipata ha affrontato e dibattuto sul percorso in atto previsto dalla convenzione che la Regione Toscana e il Ministro Poletti hanno firmato il 5 novembre scorso sulla gestione delle politiche del lavoro e dei servizi per il lavoro da parte della Regione da qui alla conclusione della riforma costituzionale. 
Un percorso che sulla carta appare di facile attuazione ma che nei fatti si scontra con le criticità che in questi anni si sono andate a sommare a seguito di una politica nazionale che su questi servizi, a differenza di altri paesi europei, non ha investito in termini di risorse umane e finanziarie. 
Anche la rete dei servizi per il lavoro della Toscana sconta queste criticità alle quali si aggiungono modelli e diverse soluzioni organizzative e gestionali adottate dalle singole amministrazioni provinciali che non hanno prodotto una universalità di strumenti e di risultati. 
Modelli organizzativi diversi e politiche del personale e dei servizi frammentati che hanno prodotto negli anni un precariato diffuso in termini di risorse umane e di servizi erogati. 
Nella crisi, infatti, i servizi si sono trovati ad affrontare forti aumenti nei flussi di utenza e di prese in carico con le stesse condizioni strutturali e di organico ante-crisi e già allora fortemente lontane dai numeri di altri paesi europei. Gli operatori tutti, da anni sono esposti in prima persona ad accogliere e provare a dare risposte ad altri lavoratori in difficoltà in una condizione di permanente stato di disagio e di emergenza quotidiana. 
Una condizione che si è andata ad aggravare nella fase del riordino istituzionale delle province per l’assenza in questo ultimo anno di una direzione politica di questi servizi. 
L’assemblea intende mettere a disposizione questa riflessioni come contributo, anche problematico, alla elaborazione di una proposta organica per l’attuazione del percorso previsto dalla convenzione e dalla legge che la Regione Toscana dovrà licenziare entro la fine dell’anno e che si dovrà attuare, in un quadro di corrette relazioni sindacali, attraverso l’esame congiunto con le OO.SS e i lavoratori e le lavoratrici. 
A tale proposito, è necessario altresì la sottoscrizione con la Regione Toscana di un protocollo d’intesa che dovrà, nei contenuti, disciplinare il metodo del confronto in tutti i passaggi della fase transitoria e nello specifico: 
avvio di un tavolo istituzionale di confronto con le OO.SS sulla proposta di riorganizzazione dei servizi da parte della Regione; 
la salvaguardia dei livelli occupazionali, delle professionalità e possibilità data agli operatori di intervenire sulle politiche del lavoro superando quel limite solo burocratico e amministrativo; 
disciplina del passaggio transitorio del personale di ruolo e precario dalle province alla regione con assegnazione funzionale omogenea in tutti i territori; 
certezza di risorse che la Regione trasferisce alle province al fine della salvaguardia occupazionale e certezza di risorse a supporto dei costi di funzionamento delle sedi; 
tempi, modalità di attuazione e garanzia dei livelli salariali fondamentali e accessori; 
affrontare la questione dei pre-pensionamenti che entro il 2016 comporterà una riduzione dell’organico complessivo di 60 unità di personale; 
prevedere l’esame congiunto con le OO.SS sui contenuti della convenzione tipo che la Regione dovrà stipulare con le singole province; 
prevedere momenti di aggiornamento e confronto sulla gara unica e su possibili percorsi di reinternalizzazione di servizi. 
Il protocollo dovrà altresì impegnare la Regione nel confronto con il Governo a farsi portavoce delle istanze degli operatori precari al fine di trovare delle soluzioni legislative di livello nazionale per la stabilizzazione di questo personale che lavora in condizioni di precarietà da molti anni. 
Le competenze in materia di programmazione e gestione delle politiche attive del lavoro e dei Centri per l’Impiego assegnate dalla convenzione alla Regione Toscana devono essere l’occasione per affrontare e superare le criticità rilevate in un quadro di prospettiva che vada oltre la gestione transitoria prevista dalla convenzione stessa. 
Una prospettiva che deve vedere la centralità del ruolo pubblico quale asse portante della riorganizzazione più complessiva della rete toscana dei servizi all’impiego. 
Centralità del ruolo pubblico che più volte la Regione Toscana ha sostenuto nei tavoli istituzionali nazionali e regionali. 
L’assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici dei CPI impegna le segreterie Regionali FP CGIL, CISL FP e UIL FPL a sostenere, nel confronto con la Regione, le istanze e i contributi emersi nell’assemblea. 

Maurizio Del Conte: “Stop a sprechi e doppioni. Così metteremo in rete tutti i centri per l’impiego”

Il nuovo presidente dell’Agenzia per le politiche attive

Riuscire a trasformare in uno strumento utile gli organismi di politica attiva del lavoro in Italia? Non ci è mai riuscito nessuno a creare un sistema efficiente (come in Germania) per aiutare chi è disoccupato o perde il posto di lavoro a trovare un nuovo impiego. A smentire i profeti di sventura proverà da oggi Maurizio Del Conte, giuslavorista della Bocconi e tra gli estensori materiali del Jobs Act di Matteo Renzi. Il governo lo ha nominato presidente dell’Anpal (Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro). Dovrà mettere in rete una struttura frammentata e disfunzionale, e ottenere risultati. Presto. 

Un compito possibile, professore?  
«È una grossa sfida, lo so. Bisognerebbe invertire l’approccio tradizionale, cioè cercare di tamponare le situazioni di crisi con sussidi passivi, e mettere un moto il mercato del lavoro, che purtroppo in Italia è lento e vischioso». 

Che mezzi avrà, qual è il suo programma d’azione?  
«Intanto bisogna far funzionare quel che c’è e far partire l’Agenzia. Che ha il compito di aggregare e coordinare tutti i molti soggetti che si occupano di mercato del lavoro, evitare sprechi e duplicazioni, e produrre risultati». 

Che finora sono stati scarsi, per usare un eufemismo.  
«Colpa anche di una rete di tante strutture pubbliche e private sparse sul territorio e scollegate. Ci sono banche dati che non comunicano tra di loro, con informazioni diverse; non si capisce mai se e quanto le risorse spese sono servite a dare lavoro ai disoccupati. Non è un’operazione costosa, serve più un lavoro di riordino amministrativo». 

E che strumenti ci saranno per sostenere la ricerca di lavoro?  
«Ci sarà l’assegno di ricollocazione, per la prima volta riconosciuto come diritto di ogni disoccupato, spendibile in servizi per l’occupazione presso una struttura scelta dalla persona. Ma che deve dare un risultato: se il disoccupato resta tale la struttura non verrà remunerata. Poi, bisognerà aprire alle agenzie dei privati nelle Regioni che ancora li escludono, ad esempio, al Sud. E poi bisogna utilizzare bene i fondi europei, che non mancano. Anzi: ci sono, ma non vengono spesi. O spesi male, senza puntare a un ritorno in termini di risultati. Centri pubblici e privati devono diventare il luogo naturale dove un disoccupato va per trovare un nuovo posto». 

Ci sarà un accorpamento delle varie strutture pubbliche?  
«No, in questa fase no. Le competenze per ora restano alle Regioni, così come i centri per l’impiego. Noi coordineremo, stabiliremo gli standard minimi, valuteremo i risultati, creeremo il sistema informatico unico del lavoro. Italia Lavoro (di cui Del Conte sarà amministratore unico, ndr) contribuirà: cambierà un po’ la sua missione per far funzionare questa nuova macchina, mentre l’Isfol tornerà ad essere un centro di ricerca. Abbiamo i poteri, in base alla legge, per realizzare tutto questo. Spero nella collaborazione di tutti, ma in ogni caso lo faremo. È un dovere civile. Se il mercato del lavoro come spero ripartirà, bisognerà cogliere quest’occasione e mettere in rapporto domanda e offerta». 

Quando entrerà in funzione l’Agenzia? Ce la farete, come era previsto, ad operare dal Capodanno 2016?  
«Il ministero del Lavoro ci sta lavorando, ma un po’ di tempo ci vorrà, è un’opera complessa. Io direi che ci saremo entro i primi mesi del 2016». 

Centro per l'impiego, nessuna certezza

Centro per l´impiego, nessuna certezza
Tra la Regione e il Governo non è stata ancora attivata una convenzione che garantisca la continuità del servizio. Senza nuovi segnali dei 56 lavoratori totali, del centro attivo alla Spezia e Sarzana, 26 non sanno cosa aspettarsi dal 1° gennaio.
La Spezia - Un mese e una settimana. E' questo il tempo di vita che rimane ai centri per l'impiego se dal Governo non si sblocca un cavillo tecnico che crea un vuoto gestionale, non indifferente, e che rischierebbe il mancato rinnovo di una serie di contratti e di servizi aggiuntivi erogati a partire dalla riforma dei centri per l'impiego. 
Senza la mancata attivazione di una convenzione tra Governo e Regioni, pare che la Toscana sia tra le poche ad aver tappato questo buco attivando un altro percorso in via preventiva, si verrebbe a creare una lunga fase di transizione nella quale molti lavoratori dei centri, per la maggior parte precari, restano senza una posizione specifica e senza alcuna risposta. 
Tra la Spezia e Sarzana i dipendenti del centro per l'impiego sono 56. Trenta di questi hanno un contratto a tempo indeterminato, quindi anche nella fase transitoria dovranno garantire i servizi di competenza. Ventisei sono i precari che fino al 31 dicembre garantiranno quei servizi aggiuntivi che negli anni hanno portato alla rivoluzione dei centri per l'impiego. Buona parte di questi contratti sono finanziati a livello europeo. Tra questi si inserisce, anche nel caso spezzino, il progetto Garanzia Giovani. 
Sul sito dedicato del Governo viene illustrato nel dettaglio quali servizi sono disponibili. 
”La Garanzia Giovani (Youth Guarantee) è il Piano Europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile. Con questo obiettivo sono stati previsti dei finanziamenti per i Paesi Membri con tassi di disoccupazione superiori al 25%, che saranno investiti in politiche attive di orientamento, istruzione e formazione e inserimento al lavoro, a sostegno dei giovani che non sono impegnati in un'attività lavorativa, né inseriti in un percorso scolastico o formativo (Neet - Not in Education, Employment or Training). 
In sinergia con la Raccomandazione europea del 2013, l'Italia dovrà garantire ai giovani al di sotto dei 30 anni un'offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio, entro 4 mesi dall'inizio della disoccupazione o dall'uscita dal sistema d'istruzione formale.
Se sei quindi un giovane tra i 15 e i 29 anni, residente in Italia – cittadino comunitario o straniero extra UE, regolarmente soggiornante – non impegnato in un’attività lavorativa né inserito in un corso scolastico o formativo, la Garanzia Giovani è un’iniziativa concreta che può aiutarti a entrare nel mondo del lavoro, valorizzando le tue attitudini e il tuo background formativo e professionale.
Programmi, iniziative, servizi informativi, percorsi personalizzati, incentivi: sono queste le misure previste a livello nazionale e regionale per offrire opportunità di orientamento, formazione e inserimento al lavoro, in un’ottica di collaborazione tra tutti gli attori pubblici e privati coinvolti.
Per stabilire in modo opportuno il livello e le caratteristiche dei servizi erogati e aumentarne l'efficacia, si è scelto di introdurre un sistema di profiling che tenga conto della distanza dal mercato del lavoro, in un'ottica di personalizzazione delle azioni erogate: una serie di variabili, territoriali, demografiche, familiari e individuali profilano il giovane permettendo così di regolare la misura dell'azione in suo favore. Dall' 1 febbraio 2015 le modalità di calcolo del profiling sono aggiornate a seguito del Decreto Direttoriale del 23 gennaio 2015 n.10, che mette fine alla fase di sperimentazione avviata l'1 maggio 2014.
Nel dettaglio le misure previste dalla Garanzia sono: accoglienza, orientamento, formazione, accompagnamento al lavoro, apprendistato, tirocini, servizio civile, sostegno all’autoimprenditorialità, mobilità professionale all’interno del territorio nazionale o in Paesi UE, bonus occupazionale per le imprese, formazione a distanza.”

A rimarcare la situazione di grande incertezza è anche il direttore del Centro per l'impiego spezzino Laura Ruocco. "Per noi è ancora tutto da stabilire - ha detto - . Il Jobs act ha da un certo punto di vista per i centri per l'impiego ha avuto una grande intuizione, perchè a livello nazionale sarà lo stesso Stato a stabilire che tutti i centri abbiano gli stessi servizi. Però è evidente che non è stato tenuto conto di questa fase di "stand by" e senza la mancata convenzione con le regioni la situazione diventa ancora più incerta. Ad esempio nel caso del Progetto giovani, come per altri servizi dei centri, viene attivato un vero e proprio percorso di "prevenzione". Con le fasi di accompagnamento al lavoro e orientamento i giovani si inseriscono in settori e possibili impieghi a loro ancora più congeniali. Senza che i loro curricula rimangano 'cristallizzati'." 
Se per il Jobs act dunque è stato pensato a tutto, dai contratti a tempo indeterminato a unica regia a livello di centri per l'impiego, rimane evidente una certa contraddizione. Vengono garantiti i servizi per sostenere il potenziale lavoratore, ma allo stesso tempo, per chi li fornisce non è certa la possibilità di poter continuare a lavorare.

OCCORRE OCCUPARSI SUBITO DEI CPI E DELLE PARTECIPATE DELLE PROVINCIE

Interpellanza al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali presentata alla Presidenza del Senato il 3 novembre 2015
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Interpellanza al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
presentata il 3 novembre 2015 dai Senatori
ICHINO, ANGIONI, BERGER, D’ADDA, DALLA ZUANNA, FAVERO, LEPRI, MARAN, MANASSERO, PEZZOPANE, SANTINI, SCALIA, SPILABOTTE

Per conoscere gli orientamenti operativi del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali sul terreno della riorganizzazione e il rilancio funzionale dei Centri per l’Impiego, nonché circa il se e come riutilizzare il personale dipendente dalle società controllate dalle provincie e operanti nello stesso campo, considerato che
– i Centri per l’Impiego costituiscono l’infrastruttura amministrativa fondamentale per il successo della riforma del lavoro, della quale è stato recentemente completata l’emanazione delle nuove norme attuative della legge 10 dicembre 2014 n. 183;
– anche nella prospettiva di una stretta e generalizzata cooperazione tra servizi pubblici e privati al mercato del lavoro, i Centri per l’Impiego dovranno comunque svolgere almeno una funzione indispensabile di one stop shop, ovvero di punto di smistamento e “cerniera” tra utenti e operatori dei servizi, nonché di informazione e controllo sui comportamenti degli stessi soggetti;
– oggi questa infrastruttura è abbandonata a se stessa: con l’eliminazione dei consigli e giunte provinciali, da cui fino a ieri dipendeva, essa non ha più alcuna direzione;
– le risorse finanziarie disponibili bastano a stento per sostenere il costo del personale, ma non per la manutenzione ordinaria degli immobili e neppure per i materiali di uso quotidiano: la carta, i pc, le fotocopiatrici;
– in molti casi, nonostante le enormi difficoltà, gli addetti fanno l’impossibile con grande dedizione per accogliere il grande flusso delle persone disoccupate e dei giovani che chiedono di partecipare al programma Garanzia Giovani, ma quando manca tutto il resto la dedizione non basta;
– dal 1999 in poi numerose provincie hanno costituito società per azioni interamente controllate, cui son0 stati affidati prevalentemente compiti di fornitura di personale qualificato 0perante presso i Centri per l’Impiego o altrove in funzione di progetti per lo più finanziati con contributi dal Fondo Sociale Europeo (sempre comunque al di fuori di qualsiasi monitoraggio dell’efficacia dei servizi svolti e dei progetti in questione); in alcune di queste provincie le suddette società sono state ora poste in liquidazione;
– la nuova Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro, che dovrà coordinare il sistema dei servizi per l’impiego, sarà operativa presumibilmente soltanto a 2016 inoltrato.
Tutto ciò premesso si chiede se e quali misure il ministro intenda adottare immediatamente per
– evitare che, quando l’Agenzia incomincerà a operare, essa trovi i propri terminali sul territorio paralizzati per difetto di guida e di risorse;
– favorire una seria revisione della spesa in questo campo, al fine del recupero delle risorse dipendenti dalle controllate provinciali, effettivamente produttive di risultati apprezzabili, nonché della eliminazione dei costi ingiustificati e drastica riqualificazione della spesa pubblica in questo campo;
– favorire la mobilità dei dipendenti delle controllate provinciali per i quali non sia possibile od opportuna una prosecuzione del rapporto in funzione del servizio attualmente svolto,  verso imprese operanti nella zona che possano valorizzare meglio le loro capacità, preferibilmente nel settore stesso dei servizi al mercato del lavoro.
Si chiede inoltre quali criteri verranno adottati per il necessario coordinamento tra iniziativa ministeriale e iniziativa delle Regioni o Provincie autonome di Trento e Bolzano interessate alla gestione diretta dei nuovi servizi al mercato del lavoro; e come il ministero intenda operare, mediante il sistema delle convenzioni con le Regioni e Provincie stesse, affinché sia garantita l’uniformità dei servizi offerti ai cittadini nel mercato del lavoro.

CENTRI PER L’IMPIEGO: OCCORRE SUBITO UN PIANO ORGANICO DI RILANCIO

MENTRE LA RIFORMA STA ACCENTRANDO LE COMPETENZE PER I SERVIZI AL MERCATO DEL LAVORO, I TERMINALI TERRITORIALI RESTANO ALLO SBANDO E PRIVI DI RISORSE: NON SI PUÒ ATTENDERE CHE LA NUOVA AGENZIA NAZIONALE SIA OPERATIVA PER OCCUPARSENE
Ora che il decreto sull’Agenzia per le Politiche Attive del Lavoro è in vigore, sarebbe bene che il Governo concentrasse l’attenzione sulla rete dei Centri per l’Impiego. È ben vero che i lavoratori italiani sono abituati a farne a meno per trovare lavoro, ma i CpI costituiscono l’infrastruttura fondamentale per l’attivazione delle politiche attive del lavoro – tra le quali il contratto di ricollocazione – che costituiscono una novità molto importante della riforma. Questa infrastruttura è da decenni abbandonata a se stessa; e ora, con l’eliminazione dei consigli e giunte provinciali, da cui fino a ieri dipendeva, essa non ha più neppure formalmente un vertice a cui fare riferimento. Nell’incertezza sul futuro molti dipendenti migrano altrove. A stento ci sono i soldi necessari per pagare gli stipendi a quelli che restano, ma non ce ne sono per la carta, i pc, le fotocopiatrici. Nella maggior parte dei casi, nonostante le enormi difficoltà, gli addetti fanno l’impossibile con grande dedizione per accogliere il grande flusso delle persone disoccupate per gli adempimenti burocratici e dei giovani che chiedono di partecipare al programma Garanzia Giovani; ma quando manca tutto il resto la dedizione non basta. Non si dica che se ne occuperà la nuova Agenzia, l’ANPAL: questa sarà operativa, se tutto va bene, soltanto a 2016 inoltrato. Il Governo ha già stipulato alcune prime convenzioni per riassegnare ad altrettante Regioni la competenza in questo campo; ma senza linee-guida e senza obiettivi precisi e misurabili. A che cosa serve avere ri-accentrato le competenze, se poi le si ri-decentra senza un progetto organico di rilancio?

Servizi per l’impiego: spetta alle convenzioni regionali il compito di attuare la riforma

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Il decreto legislativo di riordino dei servizi all’impiego e delle politiche attive si incrocia con la non ancora completata riforma costituzionale del Titolo V e con i provvedimenti di superamento delle province e della loro sostituzione con gli enti di area vasta e con la città metropolitana.
A causa dell’inversione dell’ordine giuridico con cui sono stati emanati, avendo anticipato la riorganizzazione del mercato del lavoro prima di aver tolto alle regioni le loro ancora vigenti competenze costituzionali in materia, il decreto legislativo ha previsto che la fase transitoria dei prossimi due anni e fino alla riforma del titolo V sarà regolata con una convenzione, con cui il Ministero del Lavoro e le Regioni assicureranno la continuità amministrativa dei Centri per l’impiego e regoleranno i rispettivi rapporti e obblighi per la gestione dei servizi per il lavoro e delle politiche attive del lavoro nel territorio della regione.
Con l’accordo quadro del 30 luglio scorso, sancito con il passaggio in Conferenza Stato Regioni, lo stesso Ministero e le Regioni hanno concordato che la convenzione possa derogare il modello finale di organizzazione del mercato del lavoro, che prevede lo svolgimento in via esclusiva da parte dei CPI di quattro funzioni non delegabili: definizione del profiling, sottoscrizione del patto di servizio, rilascio dell’assegno di ricollocazione e gestione della condizionalità.
Lo stesso strumento convenzionale è poi stato previsto dal decreto dell’articolo 15 del DL 78/2015 convertito con modificazioni, dalla L. 125/2015 in materia di enti territoriali.
In sede applicativa, è stato deciso di fare un unico schema di convenzione, con cui definire meccanismi coordinati di gestione amministrativa e regolare i rapporti bilaterali per la gestione dei servizi per il lavoro, limitando correttamente l’intervento della Conferenza Unificata al solo piano di rafforzamento dei servizi per l’impiego per l’erogazione delle politiche attive che dovrà essere realizzato mediante l’utilizzo coordinato di fondi nazionali e regionali, e dei programmi operativi cofinanziati dal Fondo Sociale Europeo.
Sulla base dello schema di convenzione approvato dalla Conferenza delle Regioni lo scorso 20 ottobre, ciascuna Regione sta procedendo alla definizione della propria convenzione da sottoscrivere con il Ministero del Lavoro, scegliendo tra i diversi modelli organizzativi di mercato del lavoro relativi alla gestione del personale e al coinvolgimento dei privati accreditati nella erogazione dei servizi di politica attiva del lavoro.
Relativamente al personale delle province, la convenzione individua sostanzialmente due opzioni.
La prima riguarda la possibilità per la Regione di utilizzare il personale provinciale dei centri per l’impiego attraverso la loro assegnazione temporanea alle Regioni o alle Agenzie regionali per il lavoro o ricorrendo all’avvalimento, come nel caso della Regione Emilia Romagna che ha già approvato la sua convenzione. In questo modo, le Regioni possono avvalersi del personale dei centri per l’impiego, senza il loro assorbimento nell’organico regionale, almeno fino al completamento delle procedure di mobilità del personale delle ex-Province.
La seconda opzione alternativa prevede che le Regioni possano assolvere l’obbligo di avere proprie articolazioni territoriali, utilizzando quelli delle ex province, attraverso una successiva convenzione tra regione ed ente di area vasta a valle della convenzione tra MLPS e singola regione. Secondo questo modello, scelto dalla Regione Lombardia, il personale delle ex province rimarrebbe collocato presso i nuovi enti di area vasta e svolgerebbe le attività che saranno delegate loro con convenzione.
Rispetto al coinvolgimento dei privati accreditati per l’erogazione dei servizi di politica attiva previsti dal d.lgs 150/2015 le Regioni potranno scegliere quali funzioni assegnare a quest’ultimi, anche utilizzando la deroga contenuta nell’articolo 11 del d.lgs 150/2015 che consente, in via transitoria, di far svolgere agli operatori accreditati anche le attività di attivazione del patto di servizio e rilascio dell’assegno di ricollocazione, affidate in via esclusiva ai Centri per l’impiego.
Le convenzioni già approvate sono eterogenee. Alla scelta della Toscana di non prevedere l’assegnazione di alcuna funzione ai servizi al lavoro privati accreditati, si contrappone la proposta di Regione Lombardia di affidare agli operatori accreditati ai sensi della disciplina nazionale tutte le funzioni previste dal decreto, ad eccezione della condizionalità che resta affidata ai CPI. Invece, l’Emilia Romagna per la prima volta apre il mercato del lavoro ai privati accreditati, sebbene gli venga riconosciuta una funzione integrativa e non sostitutiva, e siano esclusi dallo svolgimento di funzioni amministrative o certificative sullo status delle persone. Le convenzioni potranno essere riviste il prossimo giugno o a seguito della approvazione del Piano di rafforzamento dei servizi per l’impiego.