Tra la Regione e il Governo non è stata ancora attivata una convenzione che garantisca la continuità del servizio. Senza nuovi segnali dei 56 lavoratori totali, del centro attivo alla Spezia e Sarzana, 26 non sanno cosa aspettarsi dal 1° gennaio.
La Spezia - Un mese e una settimana. E' questo il tempo di vita che rimane ai centri per l'impiego se dal Governo non si sblocca un cavillo tecnico che crea un vuoto gestionale, non indifferente, e che rischierebbe il mancato rinnovo di una serie di contratti e di servizi aggiuntivi erogati a partire dalla riforma dei centri per l'impiego.
Senza la mancata attivazione di una convenzione tra Governo e Regioni, pare che la Toscana sia tra le poche ad aver tappato questo buco attivando un altro percorso in via preventiva, si verrebbe a creare una lunga fase di transizione nella quale molti lavoratori dei centri, per la maggior parte precari, restano senza una posizione specifica e senza alcuna risposta. Tra la Spezia e Sarzana i dipendenti del centro per l'impiego sono 56. Trenta di questi hanno un contratto a tempo indeterminato, quindi anche nella fase transitoria dovranno garantire i servizi di competenza. Ventisei sono i precari che fino al 31 dicembre garantiranno quei servizi aggiuntivi che negli anni hanno portato alla rivoluzione dei centri per l'impiego. Buona parte di questi contratti sono finanziati a livello europeo. Tra questi si inserisce, anche nel caso spezzino, il progetto Garanzia Giovani. Sul sito dedicato del Governo viene illustrato nel dettaglio quali servizi sono disponibili. ”La Garanzia Giovani (Youth Guarantee) è il Piano Europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile. Con questo obiettivo sono stati previsti dei finanziamenti per i Paesi Membri con tassi di disoccupazione superiori al 25%, che saranno investiti in politiche attive di orientamento, istruzione e formazione e inserimento al lavoro, a sostegno dei giovani che non sono impegnati in un'attività lavorativa, né inseriti in un percorso scolastico o formativo (Neet - Not in Education, Employment or Training). In sinergia con la Raccomandazione europea del 2013, l'Italia dovrà garantire ai giovani al di sotto dei 30 anni un'offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio, entro 4 mesi dall'inizio della disoccupazione o dall'uscita dal sistema d'istruzione formale. Se sei quindi un giovane tra i 15 e i 29 anni, residente in Italia – cittadino comunitario o straniero extra UE, regolarmente soggiornante – non impegnato in un’attività lavorativa né inserito in un corso scolastico o formativo, la Garanzia Giovani è un’iniziativa concreta che può aiutarti a entrare nel mondo del lavoro, valorizzando le tue attitudini e il tuo background formativo e professionale. Programmi, iniziative, servizi informativi, percorsi personalizzati, incentivi: sono queste le misure previste a livello nazionale e regionale per offrire opportunità di orientamento, formazione e inserimento al lavoro, in un’ottica di collaborazione tra tutti gli attori pubblici e privati coinvolti. Per stabilire in modo opportuno il livello e le caratteristiche dei servizi erogati e aumentarne l'efficacia, si è scelto di introdurre un sistema di profiling che tenga conto della distanza dal mercato del lavoro, in un'ottica di personalizzazione delle azioni erogate: una serie di variabili, territoriali, demografiche, familiari e individuali profilano il giovane permettendo così di regolare la misura dell'azione in suo favore. Dall' 1 febbraio 2015 le modalità di calcolo del profiling sono aggiornate a seguito del Decreto Direttoriale del 23 gennaio 2015 n.10, che mette fine alla fase di sperimentazione avviata l'1 maggio 2014. Nel dettaglio le misure previste dalla Garanzia sono: accoglienza, orientamento, formazione, accompagnamento al lavoro, apprendistato, tirocini, servizio civile, sostegno all’autoimprenditorialità, mobilità professionale all’interno del territorio nazionale o in Paesi UE, bonus occupazionale per le imprese, formazione a distanza.” A rimarcare la situazione di grande incertezza è anche il direttore del Centro per l'impiego spezzino Laura Ruocco. "Per noi è ancora tutto da stabilire - ha detto - . Il Jobs act ha da un certo punto di vista per i centri per l'impiego ha avuto una grande intuizione, perchè a livello nazionale sarà lo stesso Stato a stabilire che tutti i centri abbiano gli stessi servizi. Però è evidente che non è stato tenuto conto di questa fase di "stand by" e senza la mancata convenzione con le regioni la situazione diventa ancora più incerta. Ad esempio nel caso del Progetto giovani, come per altri servizi dei centri, viene attivato un vero e proprio percorso di "prevenzione". Con le fasi di accompagnamento al lavoro e orientamento i giovani si inseriscono in settori e possibili impieghi a loro ancora più congeniali. Senza che i loro curricula rimangano 'cristallizzati'." Se per il Jobs act dunque è stato pensato a tutto, dai contratti a tempo indeterminato a unica regia a livello di centri per l'impiego, rimane evidente una certa contraddizione. Vengono garantiti i servizi per sostenere il potenziale lavoratore, ma allo stesso tempo, per chi li fornisce non è certa la possibilità di poter continuare a lavorare. |
Mentre sono in elaborazione e discussione, sia a livello Centrale che nel Parlamento Regionale, diverse proposte sul riassetto organizzativo dell'ente intermedio, noi lavoratori precari siamo allarmati e sempre più preoccupati dalla scarsa attenzione rivolta al problema dei dipendenti con contratti precari, che da anni assicurano l'erogazione di servizi strutturali nel settore lavoro.
Centro per l'impiego, nessuna certezza
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