Il nuovo presidente dell’Agenzia per le politiche attive
Riuscire a trasformare in uno strumento utile gli organismi di politica attiva del lavoro in Italia? Non ci è mai riuscito nessuno a creare un sistema efficiente (come in Germania) per aiutare chi è disoccupato o perde il posto di lavoro a trovare un nuovo impiego. A smentire i profeti di sventura proverà da oggi Maurizio Del Conte, giuslavorista della Bocconi e tra gli estensori materiali del Jobs Act di Matteo Renzi. Il governo lo ha nominato presidente dell’Anpal (Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro). Dovrà mettere in rete una struttura frammentata e disfunzionale, e ottenere risultati. Presto.
Un compito possibile, professore?
«È una grossa sfida, lo so. Bisognerebbe invertire l’approccio tradizionale, cioè cercare di tamponare le situazioni di crisi con sussidi passivi, e mettere un moto il mercato del lavoro, che purtroppo in Italia è lento e vischioso».
Che mezzi avrà, qual è il suo programma d’azione?
«Intanto bisogna far funzionare quel che c’è e far partire l’Agenzia. Che ha il compito di aggregare e coordinare tutti i molti soggetti che si occupano di mercato del lavoro, evitare sprechi e duplicazioni, e produrre risultati».
Che finora sono stati scarsi, per usare un eufemismo.
«Colpa anche di una rete di tante strutture pubbliche e private sparse sul territorio e scollegate. Ci sono banche dati che non comunicano tra di loro, con informazioni diverse; non si capisce mai se e quanto le risorse spese sono servite a dare lavoro ai disoccupati. Non è un’operazione costosa, serve più un lavoro di riordino amministrativo».
E che strumenti ci saranno per sostenere la ricerca di lavoro?
«Ci sarà l’assegno di ricollocazione, per la prima volta riconosciuto come diritto di ogni disoccupato, spendibile in servizi per l’occupazione presso una struttura scelta dalla persona. Ma che deve dare un risultato: se il disoccupato resta tale la struttura non verrà remunerata. Poi, bisognerà aprire alle agenzie dei privati nelle Regioni che ancora li escludono, ad esempio, al Sud. E poi bisogna utilizzare bene i fondi europei, che non mancano. Anzi: ci sono, ma non vengono spesi. O spesi male, senza puntare a un ritorno in termini di risultati. Centri pubblici e privati devono diventare il luogo naturale dove un disoccupato va per trovare un nuovo posto».
Ci sarà un accorpamento delle varie strutture pubbliche?
«No, in questa fase no. Le competenze per ora restano alle Regioni, così come i centri per l’impiego. Noi coordineremo, stabiliremo gli standard minimi, valuteremo i risultati, creeremo il sistema informatico unico del lavoro. Italia Lavoro (di cui Del Conte sarà amministratore unico, ndr) contribuirà: cambierà un po’ la sua missione per far funzionare questa nuova macchina, mentre l’Isfol tornerà ad essere un centro di ricerca. Abbiamo i poteri, in base alla legge, per realizzare tutto questo. Spero nella collaborazione di tutti, ma in ogni caso lo faremo. È un dovere civile. Se il mercato del lavoro come spero ripartirà, bisognerà cogliere quest’occasione e mettere in rapporto domanda e offerta».
Quando entrerà in funzione l’Agenzia? Ce la farete, come era previsto, ad operare dal Capodanno 2016?
«Il ministero del Lavoro ci sta lavorando, ma un po’ di tempo ci vorrà, è un’opera complessa. Io direi che ci saremo entro i primi mesi del 2016».
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Mentre sono in elaborazione e discussione, sia a livello Centrale che nel Parlamento Regionale, diverse proposte sul riassetto organizzativo dell'ente intermedio, noi lavoratori precari siamo allarmati e sempre più preoccupati dalla scarsa attenzione rivolta al problema dei dipendenti con contratti precari, che da anni assicurano l'erogazione di servizi strutturali nel settore lavoro.
Maurizio Del Conte: “Stop a sprechi e doppioni. Così metteremo in rete tutti i centri per l’impiego”
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