Le cinque giornate di lotta dei precari preistorici

I lavoratori e le lavoratrici precari/e dei Centri Impiego della provincia di Pistoia sono 38 su 72 dipendenti, per l’ennesima volta il loro contratto di lavoro scade il 31/12/2016. 
Sono precari da oltre 10 anni si occupano prevalentemente delle politiche attive del lavoro. In Italia i precari dei Centri Impiego che vivono in questa condizione sono circa 2000. Al fine di sanare questa situazione vergognosa che si protrae da anni, chiedono che tutti i soggetti coinvolti (Stato e Regioni) si adoperino per definire un percorso di stabilizzazione così come già fatto nei confronti di dipendenti pubblici di altri comparti (Sanità, Scuola, Forze dell’Ordine ecc.)



La realtà dei Centri per l'Impiego nelle parole di chi ci lavora


Centri per l’Impiego: preoccupazione per i 100 a rischio

Cresce la preoccupazione dei lavoratori dei Centri per l’impiego della Toscana, riuniti stamani in presidio davanti alla Prefettura di Firenze: dal 1 gennaio infatti circa 100 lavoratrici e lavoratori, concentrati nei Cpi di Firenze e Pistoia, non vedranno il rinnovo del proprio contratto in assenza di una norma che consenta la proroga di tali rapporti di lavoro. “Le notizie arrivate durante il presidio – afferma Alice D’Ercole, segretaria della Fp-Cgil Toscana – ovvero che tra gli emendamenti presentati alla legge di stabilità non ci fosse quello che sanava questa drammatica condizione, nonostante l’impegno preso dal Governo anche con la Conferenza delle Regioni, preoccupano fortemente. La mobilitazione non si ferma”.


fonte: http://www.gonews.it/2016/11/25/centri-limpiego-preoccupazione-100-rischio/

Centri Impiego senza lavoro: protesta a Firenze

Prosegue la paradossale vicenda che vede i dipendenti dei Centri per l'Impiego in lotta per difendere il loro posto di lavoro


Centri per l’impiego al collasso: in tutta la Toscana la pressione è notevolissima, tanto che alle 9 di mattina gli utenti in attesa sono sempre superiori alle 100 unità. Le risposte vengono date a tutti, ma questo solo grazie alla grande disponibilità delle lavoratrici e lavoratori, che in tutto sono circa un migliaio in Toscana: 336 assunti a tempo indeterminato, 120 circa a tempo determinato, oltre 500 in appalto. Circa 100 lavoratori hanno il contratto in scadenza a fine anno senza certezze sull’eventuale rinnovo. 


"Siamo ormai prossimi al rinnovo dell'Accordo Quadro 2017 per la continuità di funzionamento dei centri per l'impiego e mi auguro che nella prossima Conferenza Stato-Regioni si possa condividere con il Governo anche il Piano di Rafforzamento dei servizi e delle misure di politica attiva del lavoro" così Cristina Grieco, assessore al lavoro e Coordinatrice della Commissione istruzione lavoro della Conferenza delle Regioni, commenta positivamente gli esiti dell'incontro tenutosi ieri con il Ministro Poletti.

Dopo l'esito dell'incontro con il Governo del 7 novembre scorso - in occasione del presidio nazionale a Roma di Fp-Cgil Cisl-Fp e Uil-Fpl - e la repentina marcia indietro culminata con il comunicato congiunto di Regioni e Governo del 10 novembre dove viene ribadito l'impegno del Governo per la copertura dei 2/3 dei costi di gestione e del personale dei CPI e l'impegno ad inserire in legge di stabilità la norma che consenta la proroga dei tempi indeterminati in scadenza, i sindacati, anche dietro forte sollecitazione dai territori, hanno deciso di mettere in campo una ulteriore giornata di mobilitazione regionale venerdì 25 novembre con un presidio di fronte alla Prefettura di Firenze (via Cavour), dalle 9 alle 11. 


“Chiediamo che nella Legge di Stabilità attualmente in discussione siano previste risorse certe per il funzionamento e il costo del personale dei CPI, e l'introduzione di una specifica norma che consenta il rinnovo dei contratti a tempo determinato in scadenza il 31/12/2016: si tratta di circa cento addetti in Toscana. Per il 2017 e gli anni a seguire chiediamo invece una gestione e una organizzazione tale da superare la precarietà dei servizi ormai allo stremo, in virtù di una situazione ‘transitoria’ che perdura nel tempo senza dare alcuna garanzia per l'utenza e per tutti i lavoratori, dipendenti e dell'indotto" spiegano Silvano Leoni (Fp-Cgil), Marco Bucci (Cisl-Fp), Flavio Gambini (Uil-Fpl).

La nota ufficiale della Città Metropolitana di Firenze: "Personale dei Centri per l'Impiego in stato di agitazione. Venerdì 25 novembre possibili disagi agli sportelli. Venerdi 25 novembre 2016 per l'intera mattinata nei centri per l'impiego di Firenze e provincia potranno verificarsi disagi nell'erogazione dei servizi per agitazione del personale".

La Regione Toscana intanto spiega che "L''obiettivo del rinnovo per il 2017 è quello di garantire, anche in una fase transitoria, una continuità di servizi ai cittadini ed una sicurezza ai lavoratori dei centri per l'impiego.

Analogamente a quanto fatto per il biennio precedente, sarà riproposto il meccanismo di compartecipazione di risorse statali e regionali, sia con riferimento al personale a tempo indeterminato impiegato presso i centri per l'impiego, sia con riguardo ai costi di funzionamento dei Cpi. Con l'approvazione della legge di bilancio all'esame del Parlamento, saranno stanziate risorse pari a 220 milioni di euro per il 2017.
Inoltre, per quanto concerne il personale a tempo determinato dei Centri per l'impiego, il Ministro Poletti ha confermato agli Assessori regionali l'impegno ad inserire nella nuova legge di bilancio un emendamento per consentire, anche nel 2017, la stipula e la proroga dei contratti a tempo determinato, anche derogando al limite massimo di 36 mesi, posto dalla normativa vigente".

La Regione Toscana, che potrà disporre di risorse pari a oltre 20 milioni di euro a copertura dei costi del personale e delle strutture, ribadisce il proprio impegno al rafforzamento di un sistema di governance dei servizi pubblici basato su un modello organizzativo e gestionale omogeneo sul territorio, al fine di produrre una universalità di strumenti e risultati, facendo tesoro del contributo, delle professionalità e delle esperienze maturate nei territori.
Conclude Grieco "Un modello che si avvale anche del contributo del privato sia per le attività di accompagnamento al lavoro previste da Garanzia Giovani che per le attività di assistenza intensiva alla ricerca di occupazione che saranno presto finanziate dall'assegno di ricollocazione regionale e nazionale. In particolare, in Toscana, i privati potranno intervenire anche a supporto delle attività specialistiche che si svolgono presso i centri per l'impiego a seguito di una gara unica, in fase di aggiudicazione definitiva, che sarà operativa dall'inizio del prossimo anno".

fonte: http://www.nove.firenze.it/centri-impiego-senza-lavoro-protesta-a-firenze.htm

FIRENZE, AGENZIE PER L’IMPIEGO , VERSO L’ACCORDO REGIONI-GOVERNO. SALVO IL PERSONALE DEI CENTRI IMPIEGO

Segnali positivi sulla vicenda del personale dei Centri per l’impiego e sulla soluzione per il futuro delle Agenzie del lavoro. Ieri il vicepresidente Vittorio Bugli e il consigliere del presidente Gianfranco Simoncini, incontrando le organizzazioni sindacali del pubblico impiego per un punto sulla situazione, hanno sottolineato il ruolo forte che Enrico Rossi sta svolgendo, nella sua qualità di coordinatore delle Regioni, per dare soluzione alla questione nel confronto con il Governo. Ieri Rossi ha avuto un incontro a Roma con il ministro Poletti e i sottosegretari alla presidenza del consiglio De Vincenti e agli affari regionali Bressa, definendo un percorso in grado di costruire un quadro definito al problema già giovedì prossimo, prossima data fissata di negoziazione. Nel corso dell’incontro Rossi ha ribadito la volontà delle Regioni di svolgere un ruolo decisivo nell’ambito delle politiche attive del lavoro, e quindi la richiesta di dare soluzione al ruolo delle Regioni nella gestione operativa a livello territoriale delle politiche per il lavoro, legato naturalmente a una quadro di risorse certe di finanziamento per il personale impegnato nei centri per l’impiego. Bugli e Simoncini hanno ricordato la prima risposta venuta dagli emendamenti approvati oggi in commissione Bilancio, in particolare la proroga per i contratti a tempo determinato per il personale dei Centri impiego, che risolve al momento la situazione di Pistoia e Massa. Ma anche l’aumento delle risorse per i Centri per l’impiego, che passano da 70 a 90 milioni di euro. L’appuntamento in Regione con le organizzazioni sindacali a subito dopo l’esito del confronto col Governo giovedì prossimo.

fonte: http://www.controradio.it/firenze-agenzie-per-limpiego-verso-laccordo-regioni-governo-salvo-il-personale-dei-centri-impiego/

LAVORO: PROTESTA DEI ‘PRECARI PREISTORICI’ A PISTOIA

Protestano davanti alla prefettura di Pistoia i 38 “precari preistorici” del servizio per l’impiego che, dal 31 dicembre, rischiano di perdere il lavoro.

Si definiscono ‘precari preistorici’. Lo hanno scritto sulle magliette e sugli striscioni con i quali, stamani, hanno manifestato davanti alla prefettura di Pistoia, prima di essere ricevuti dal prefetto, i 38 lavoratori dei servizi per l’impiego della Provincia di Pistoia, alcuni dei quali precari da 13 anni, che dal prossimo 31 dicembre – se non cambierà qualcosa – saranno disoccupati. “Ci occupiamo di persone in cerca di lavoro”, hanno spiegato, “giovani e donne alla scoperta del proprio futuro professionale e disabili in cerca di opportunità. Chiediamo di difendere la qualità dei servizi pubblici per l’impiego e la stabilizzazione del personale precario ‘preistorico’. Governo e Regione Toscana devono trovare una soluzione, non solo per garantire la continuità dei precari nel 2017, ma devono adoperarsi per la loro stabilizzazione”. “E’ chiaro che parlare di precariato dopo 13 anni di lavoro fa sì che il precariato sia diventato davvero preistorico”, ha commentato Paola Carradori della Rsu. “Ad oggi la nostra prospettiva è di lavorare altri pochi giorni, perché il 31 dicembre finisce il contratto e quindi noi diventeremo a nostra volta dei disoccupati. Il problema riguarda 38 lavoratori a Pistoia, 100 in Toscana e circa 1600 in tutta Italia, quindi si parla di numeri che hanno una certa importanza”.
fonte: http://www.controradio.it/lavoro-protesta-dei-precari-preistorici-a-pisa/

Perugia, centri per l’impiego: il 31 dicembre scadono 45 contratti in Provincia

Incontro tra sindacati e parlamentari umbri: "Chiesto sostegno ai nostri emendamenti alla legge di Bilancio. Presto un confronto anche con la Regione"

PERUGIA – Ci sono 45 lavoratori dei centri per l’impiego della Provincia di Perugia che il 31 dicembre vedranno scadere per l’ennesima volta il proprio contratto. Ma mai come stavolta l’incertezza sul futuro per tutti i lavoratori di questi servizi (179 in Umbria, di cui 33 a Terni e 146 a Perugia) è grande, anche in vista del referendum sul progetto di revisione costituzionale, che affiderebbe allo Stato la competenza sul mercato del lavoro e quindi anche la gestione dei servizi attraverso l’istituzione di un’agenzia nazionale (Anpal). Un incertezza che si estende, in generale, anche al destino complessivo dell’ente Provincia, con Terni e Perugia che versano in forte difficoltà, sia dal punto di vista economico che organizzativo, con il rischio di ulteriori perdite di competenze e professionalità a causa del “caos istituzionale” scaturito dalla riforma Del Rio.
L’incontro di oggi  Per testimoniare la preoccupazione di lavoratori e sindacato, oggi, lunedì 21 novembre, una delegazione di lavoratori, insieme ai rappresentanti di Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl regionali, ha incontrato i parlamentari eletti in Umbria (Valeria Cardinali, Walter Verini e Gianluca Rossi). “Abbiamo chiesto non solo un impegno per il rinnovo dei contratti precari dei centri per l’impiego in scadenza il 31 dicembre – spiegano i sindacati – ma anche un sostegno attivo agli emendamenti alla legge di Bilancio che come organizzazioni sindacali, insieme ai lavoratori, abbiamo predisposto, emendamenti che cercano di costruire una soluzione che porti alla definitiva stabilizzazione di questo personale precario (circa 2000 lavoratrici e lavoratori in Italia, di cui 750 alle dirette dipendenze delle Province), che da molti anni regge sulle sue spalle buona parte del peso del servizio”. Un servizio che in Umbria è di assoluta qualità. Lo testimoniano i dati portati all’incontro, relativi in particolare ai centri per l’impiego della Provincia di Perugia, che nel 2015 hanno erogato circa 150mila servizi, classificandosi tra le prime 5 province d’Italia per la capacità di presa in carico e di erogazione delle politiche attive del lavoro, con particolare riferimento al programma Garanzia Giovani.  L’incontro si è concluso con l’impegno dei parlamentari a presentare gli emendamenti sostenuti dai sindacati. È stata anche condivisa la necessità, dopo il 4 dicembre, di dare vita ad un tavolo congiunto tra organizzazioni sindacali, Regione e rappresentanza parlamentare, per valutare tutte le opportunità operative, anche alla luce della legge regionale sul Lavoro preadottata in giunta.

Centri per l'Impiego, domani rischio disservizi

​Martedì 22 novembre assemblea del personale


Chi si occupa di aiutare i cittadini a trovare lavororischia di perdere il proprio lavoro. Tutto ancora da scrivere il futuro dei contratti a tempo determinato.

Prosegue così la tragicomica vicenda dei Centri per l'Impiego ed il capoluogo toscano non ne è esente.
Da Palazzo Vecchio una risoluzione condivisa invita i parlamentari a farsi carico del "annoso problema" al fine di garantire per il 2017, almeno,posti di lavoro ai dipendenti dei Centri per l'Impiego e conseguenti servizi erogati ai cittadini.

"Possibili disagi agli sportelli per Martedì 22 novembre 2016 per l'intera mattinata nei Centri per l'impiego di Firenze e provincia nell'erogazione dei servizi per assemblea sindacale" lo rende noto la Città Metropolitana di Firenze.

Intanto oggi il Consiglio comunale di Firenze ha approvato una risoluzione per il personale dei Centri per l’impiego con, prime firmatarie Stefania Collesei, presidente dell’VIII Commissione: Città Metropolitana, Decentramento e rapporti con i Quartieri e Cecilia Pezza, presidente della IX Commissione: Istruzione, Formazione e Lavoro e sottoscritta da tutti i capigruppo Amato (AL), Bassi (PD), Cellai (FI), Grassi (Frs-SI), Noferi (M5S), Scaletti (LFV) e Torselli (FdI) nella quale considerato che è indispensabile garantire il funzionamento a Firenze, in Toscana e in Italia dei Centri per l’impiego, constatato che grazie ad un impegno istituzionale congiunto è stato possibile prorogare fino al 31/12/2016 i contratti a tempo determinato dei lavoratori del Centro per l’impiego di Firenze che riguarda 54 dipendenti senza i quali sarebbe stato impossibile garantire una continuità di servizio ai cittadini; evidenziato che all’approssimarsi di tale scadenza non si profilano ad oggi ulteriori passi per assicurare il futuro dei lavoratori e del servizio; rilevato dagli organi di informazione come a livello nazionale sia previsto un accantonamento di risorse pari a 220 milioni di euro che saranno disponibili dopo l’approvazione della legge di bilancio all’esame del Parlamento; reso noto che per la Regione Toscana si tratterà di un importo di oltre 20 milioni di euro, che garantiranno la copertura dei costi del personale e della struttura; visto che ad oggi non è prevista alcuna voce all’interno della legge di bilancio che dia la possibilità di destinare tali risorse; ritenuto che in attesa di una definitiva soluzione all’annosa situazione dei lavoratori dei Centri per l’Impiego che vada verso la stabilizzazione, si debba comunque dare una soluzione per non interrompere il servizio nel 2017 e dare una prospettiva occupazionale chiede al Ministro del Lavoro Poletti e ai Parlamentari di presentare un emendamento alla legge di bilancio teso a consentire anche per il 2017 la proroga dei contratti a tempo determinato del personale dei Centri per l’impiego.

fonte: http://www.nove.firenze.it/centri-per-limpiego-domani-rischio-disservizi.htm



        Massimiliano Filippelli: "Centro per l'Impiego, il rischio di una privatizzazione è un segnale inquietante"

        Per la prossima settimana è prevista una mobilitazione dei dipendenti pubblici del centro per l'Impiego di Pistoia che riguarda in generale altri uffici sul territorio regionale, per manifestare pubblicamente  il disagio della possibile discontinuità del servizio e  per i contratti di lavoro non garantiti.
        Nell'ottica di una privatizzazione generale che riguarda i servizi principali,  anche i centri per l'impiego sono a rischio di essere inglobati dai privati per svolgere le mansioni del pubblico. A maggio scorso infatti si sono svolti i bandi  per gli appalti ai privati come supporto nei servizi.
        Ne parlo con alcuni dipendenti, che mi chiarificano alcune questioni che altrimenti rimarrebbero oscure e diventerebbero dati di fatto solo alla luce del loro realizzarsi.
        In questo ultimo periodo nel  passaggio dalle Province alle Regioni, molte risorse sono state tolte  non permettendo l'efficacia del servizio che prima era garantito ai cittadini; dalla Carta Ila, ai tirocini, garanzie giovani, Eures, e comunque quelle prestazioni imparziali che rendono il centro per l'impiego un molo ricettivo nel mare magnum di una precarietà crescente in cui la flessibilità rischia di corrodere i legami sociali.
        Il pensiero più o meno inconfessato di molti che sono sfiduciati dalle istituzioni, è che il privato sia la panacea per risolvere i problemi, che il pubblico rallenti la macchina dell'efficenza, che certi Enti siano inutili..
        Il privato come mi dice un dipendente del servizio non è imparziale, guarda al vantaggio economico, deve fatturare pena la chiusura; chi arriva agli sportelli per certi versi svantaggiato vuoi per l'età o per qualche carenza si troverà scartato, o comunque selezionato in modo probabilmente aprioristico rispetto al pubblico.
        La competenza del personale degli uffici preposti al pubblico è comunque di una formazione che contempla lo specifico servizio, con strumenti teorici che garantiscono accompagnamento, consulenze e accoglienza.
        In questo ultimo periodo il Centro per l'Impiego di Pistoia con il rinnovo della dirigenza, ha attuato una politica di marketing per creare una connessione con le varie aziende presenti sul territorio cercando di fare rete, in vista di una  collaborazione più stretta con le aziende stesse, ma ciò di cui lamentano  i dipendenti è la mancanza di risorse, l'incertezza sul futuro del servizio e le continue trasformazioni che non permettono di svolgere al pieno i servizi.
        Ho sempre considerato il Centro per l'Impiego anche nelle sue carenze, un punto fermo, il segno tangibile di una società democratica, dove per ognuno ci sia la possibilità di un incontro o di stimoli nella ricerca di un lavoro nel pieno della parità e  il rischio di una privatizzazione mi sembra un segnale inquietante verso un modello di società che nel futuro accentua il divario fra i più ricchi e quelli meno abbienti.   

        Pistoia, caos centri per l'impiego: risposte solo dopo il referendum

        I trentanove precari dei centri per l'impiego della provincia di Pistoia ne sono convinti: per sapere di che morte moriranno dovranno aspettare il risultato del referendum costituzionale previsto per il 4 dicembre.
        Lo hanno detto questa mattina durante un'assemblea infuocata a palazzo Balì dove i dipendenti hanno incontrato i parlamentari Pd, Caterina Bini ed Edoardo Fanucci, e i consiglieri regionali Marco Niccolai e Massimo Baldi. Ed è stata proprio la parlamentare pistoiese ad evidenziare che ci sono sì 220 milioni previsti in legge di bilancio ma che “ad oggi manca la norma che permetta di utilizzarli per i tempi determinati”.
        Una dichiarazione che ha scatenato polemiche tra i presenti che si sono paragonati a "moribondi tenuti in vita”. I precari (in maggioranza donne e molte di loro mamme) sembrano avere le idee ben chiare: non è un problema economico ma politico. Per loro i soldi per pagare gli stipendi ci sono, ma non vengono erogati.  E non vengono risparmiati da accuse nemmeno i consiglieri regionali Baldi e Niccolai chiamati in causa a rappresentare una Regione Toscana che, sempre a detta dei lavoratori, “non ha mantenuto le promesse”.
        Per i dipendenti pubblici ci sono responsabilità politiche da chiarire e domande a cui ancora non è stata data risposta. Una fra tutte, il futuro dei centri per l'impiego. “La Regione Toscana aveva promesso stabilizzazioni – ha tuonato una lavoratrice – ma ha speso soldi per agenzie esterne e per dirigenti che non danno udienza. E da Roma ci dicono di aspettare l'esito del referendum”.
        La riforma delle politiche attive sul lavoro – l'Anpal, istituita con il job act – vedrebbe, con la vittoria del Sì al referendum, il passaggio dei centri per l'impiego direttamente allo Stato. Una sorta di privatizzazione del settore lavoro coordinato solo da Anpal. Ma aspettare il 4 dicembre è lunga soprattutto se si ha un contratto a scadenza e se l'ente a cui fai capo è stato abolito. Perché come ha spiegato Andrea Mucci, rappresentante sindacale della Cgil e coordinatore Rsu provinciale, i dipendenti dei centri per l'impiego sono rimasti in capo alla Provincia, smantellata dalla riforma, ma in avvalimento alla Regione Toscana.
        “La Regione ha la disponibilità dei fondi sociali europei per prorogare i contratti dei tempi determinati che possono essere utilizzati per pagare uno stipendio ai lavoratori che hanno un contratto” ha sottolineato Mucci. Ma il contratto dei dipendenti dei centri per l'impiego, che ricordiamo scade il 31 dicembre, può essere prorogato solo dall'ente di appartenenza dei lavoratori, che è la Provincia di Pistoia, la quale, a seguito della riforma Delrio che ha abolito gli enti intermedi, non ha più soldi.
        Per il coordinatore Rsu serve una norma nazionale che permetta alle Province di poter prorogare. Ma forse, e come spesso succede, hanno ragione i lavoratori, i precari "preistorici" dei centri per l'impiego: la matassa verrà dipanata dopo il 4 dicembre, quando sarà certo il risultato del referendum.
        fonte: http://www.reportpistoia.com/pistoia/item/42403-pistoia-caos-centri-per-l-impiego-risposte-solo-dopo-il-referendum.html

        Reggio – Fp Cgil e Cisl Fp: ‘Le istituzioni voltano le spalle ai precari dei Centri per l’Impiego’


        Ancora irrisolta la vertenza dei sessantaquattro (ex 66) dipendenti a tempo determinato dei Centri per l’Impiego della Provincia di Reggio Calabria. A denunciarlo sono le segreterie territoriali della FP CGIL e della CISL FP di Reggio Calabria. E’ vergognoso che chi è impegnato in prima persona nell’erogazione di politiche attive e offre, quindi, un servizio di fondamentale importanza per il futuro di molti giovani, sia costretto a lavorare in continuo stato di precarietà e senza retribuzione da otto mesi.
        E’ inaccettabile che a tutti livelli, dal locale al nazionale passando per le realtà regionali, si stia assistendo ad una volontà ben precisa di mettere in ginocchio un sistema pubblico, così delicato qual è quello che si occupa del mercato del lavoro.
        Nessuna certezza viene data sul futuro lavorativo dei precari dei Centri per l’Impiego, ormai, in scadenza contrattuale il prossimo 31 dicembre.
        Le scriventi OO.SS sono a dir poco amareggiate per l’esito totalmente insoddisfacente dell’incontro, tenutosi a Roma lo scorso 7 novembre, tra le sigle sindacali e il capo gabinetto del ministro del Lavoro Poletti, conclusosi con nessuna garanzia né sui servizi né sui precari, ma solo con un vergognoso rinvio della discussione a dopo della consultazione referendaria.
        Altrettanto scandalosa è la situazione che emerge in Calabria. Nessuna risposta e nessuna prospettiva è stata data dagli Enti locali preposti, soltanto rinvii su rinvii. Infatti, a seguito della proclamazione dello stato di agitazione indetto da CGIL e CISL, Regione e Province sono state convocate, lo scorso 10 ottobre, presso la Prefettura di Catanzaro per esperire la procedura di raffreddamento. Ma gli impegni assunti in quell’occasione relativi sia  all’inoltro  dell’impegno di spesa per l’annualità 2016 alla Provincia di Reggio Calabria che alla convocazione di un tavolo (al quale dovrebbe prendere parte anche il vicepresidente della Giunta regionale Prof. Viscomi) per affrontare la tematica dell’aumento dell’orario di lavoro dei dipendenti part-time e la proroga dei dipendenti precari di Reggio Calabria e Crotone, sono tutt’oggi disattesi.
        Per questa ragione, quest’anno, per la prima volta, i dipendenti a tempo determinato, se pur con dispiacere, hanno deciso di non aderire al Salone dell’Orientamento, presso il Consiglio Regionale, in segno di protesta. Ma hanno scelto la stessa sede, in accordo con le sigle sindacali, come scenario per un gesto simbolico. Intrappolati in una realtà paradossale durante il convegno “Nuove politiche attive del lavoro: opportunità e prospettive”, alla presenza, fra gli altri, di Maurizio Del Conte, presidente dell’Anpal, di Federica Roccisano, assessore regionale al Lavoro e di Fortunato Varone, direttore generale del dipartimento regionale Sviluppo Economico-Lavoro e Formazione, oggi 11 novembre, indossando una maglietta con su scritto: “CPI Centro Precari Indignati” alzano la voce e sostengono che non ci possono essere politiche attive senza coloro i quali hanno speso gli ultimi 10 anni della propria vita a servizio dell’utenza pur tra mille difficoltà.
        I lavoratori hanno chiesto che la prossima legge di stabilità preveda una procedura di  stabilizzazione e che, al più presto, si dia il via libera all’immediata proroga dei loro contratti attraverso l’approvazione di strumento normativo ad hoc, indispensabile affinché le Regioni possano agire in tal senso. Inoltre, i precari reggini, avviliti dai mancati pagamenti in ritardo di ben otto mensilità, hanno chiesto alla Regione Calabria l’immediato trasferimento delle risorse alla Provincia, e non la pubblicazione di un mero decreto di impegno di spesa che tecnicamente potrebbe non essere sufficiente per vedere realizzata la loro legittima aspettativa alla retribuzione.
        L’assessore Roccisano ha riconosciuto che la presenza in servizio dei 64 dipendenti precari nei CPI della Provincia di Reggio è determinante per l’erogazione dei servizi ed ha  affermato che, qualunque sia l’esito della consultazione referendaria del 4 dicembre,  Governo e Regione Calabria dovranno trovare una soluzione per garantire la continuità lavorativa dei precari e adoperarsi per la loro stabilizzazione, disegnando due diverse strategie a seconda che la competenza sulle politiche attive o passive del lavoro transiti o meno fra quelle statali. Dello stesso avviso è Del Conte che ha annunciato che presserà affinché il Parlamento voti al più presto un emendamento, sostenuto dal Governo, alla Legge di Stabilità che dia garanzie ai lavoratori precari dei servizi per l’impiego di tutta Italia-
        In merito alla questione dei mancati pagamenti è intervenuto Varone, il quale ha spiegato che la Regione ha avviato l’iter che consentirà il trasferimento delle risorse alla Provincia di Reggio nell’arco di una settimana, giusto il tempo che la competente autorità di gestione formuli il necessario parere sul relativo Piano.
        La funzione pubblica CGIL e CISL non può che condividere e combattere questa battaglia con i lavoratori. Molte saranno da ora in avanti le iniziative di protesta che ci vedranno impegnate accanto a loro.
        Chiediamo, ancora una volta, un impegno e un gesto di responsabilità alla Regione, affinché non abbandoni questi 64 lavoratori, affinché non si renda artefice del collasso dei Centri per l’Impiego e delle politiche attive offerte dal pubblico impiego, bensì di attivare e farsi promotrice al Governo di iniziative, anche normative, volte alla salvaguardia dei posti di lavoro, provvedendo per tempo alla proroga dei contratti in scadenza il prossimo, ormai imminente, 31 dicembre e all’avvio di un serio processo di stabilizzazione.
        E’ quanto dichiarano FP CGIL CISL FP

        Centri per l'impiego: in legge di bilancio accantonamento per 220 milioni

        (Regioni.it 3045 - 10/11/2016) Prosegue l’impegno congiunto delle Regioni e dello Stato per la continuità di funzionamento dei servizi pubblici per l’impiego nel quadro del rilancio, nel nostro paese, delle politiche attive del lavoro. Regioni e Stato sono infatti al lavoro per concludere il rinnovo, per il 2017, dell’Accordo Quadro in materia di Politiche Attive che era stato firmato a luglio 2015 anche per assicurare la continuità dell’attività, nel biennio 2015-2016, del personale coinvolto nei processi di riordino del sistema provinciale. L’obiettivo del rinnovo per il 2017 è quello di garantire, anche in una fase transitoria, una continuità di servizi ai cittadini ed una sicurezza ai lavoratori dei Centri pubblici per l’impiego.
        Prosegue, così, il lungo percorso di confronto e di dialogo che l’amministrazione centrale e gli attori del territorio, con forte senso di responsabilità istituzionale, hanno intrapreso fin dall’approvazione della legge delega 183/2014 (Jobs Act) e del decreto legislativo 150/2015 per dare un’attuazione condivisa agli aspetti della riforma del mercato del lavoro che impattavano fortemente sui servizi del lavoro e sulle relative modalità organizzative.
        Il nuovo testo dell’Accordo ripropone il meccanismo della compartecipazione di risorse statali (per due terzi del fabbisogno) e regionali (per il restante terzo), sia con riferimento al personale a tempo indeterminato effettivamente impiegato presso i servizi per l’impiego, sia con riguardo ai costi di funzionamento dei CPI. A tale riguardo, la nuova legge di bilancio all’esame del Parlamento dispone un accantonamento di risorse, per il concorso al funzionamento dei CPI, pari a 220 milioni di euro per il 2017.
        Accanto alla continuità dei Cpi, il Governo e le Regioni stanno operando per realizzare con strumenti efficaci la loro necessaria implementazione, attraverso la definizione di un Piano congiunto di Rafforzamento dei servizi e delle misure di politica attiva del lavoro, in attuazione della cornice normativa definita dal Jobs Act e secondo quanto già stabilito dalla manovra sugli enti locali (art. 15, DL 78/2015). Il Piano rappresenta uno strumento per il potenziamento dei servizi per il lavoro all’interno di un quadro unitario e condiviso, pur nel rispetto delle specificità territoriali e prefigura, tra l’altro, anche l’immissione di mille unità aggiuntive di operatori qualificati, cui si aggiungeranno altri seicento operatori specializzati sul versante dell’inclusione sociale attiva: 1.600 unità aggiuntive che - seppur a termine - andranno ad affiancare il personale dei CPI nello svolgimento dei loro compiti. Ciò nella consapevolezza che solo investendo nel sistema si pongono le condizioni di reale sostenibilità di miglioramento, soprattutto nell’attuale contesto di carico amministrativo e di sofferenza che i servizi per l’impiego stanno fronteggiando da anni con grande impegno e responsabilità.
        Ma l’attenzione delle istituzioni è rivolta anche al personale a tempo determinato dei Cpi, che negli anni ha prestato la propria attività e che rappresenta un bagaglio di competenze e professionalità che non può essere disperso, se veramente si vuole costruire un modello forte ed efficace di erogazione delle politiche del lavoro. Regioni e amministrazioni centrali stanno lavorando per l’inserimento nella nuova legge di bilancio di un emendamento teso a consentire, anche nel 2017, la proroga dei contratti a tempo determinato del personale dei Cpi.
        Si tratta di tasselli importanti del sistema, che si inseriscono in un quadro sicuramente complicato e per diversi aspetti ancora da costruire, in cui però ciascun attore istituzionale fa la sua parte per contribuire, in modo attivo, a migliorare il sistema del lavoro a livello nazionale, in un’ottica di maggiore efficienza e omogeneità della macchina amministrativa e di reale efficacia degli interventi.


        fonte: http://www.regioni.it/newsletter/n-3045/del-10-11-2016/centri-per-limpiego-in-legge-di-bilancio-accantonamento-per-220-milioni-15893/

        Centri impiego, in 39 a rischio

        Le dipendenti provinciali bloccano i servizi: contratto in scadenza e nessuna notizia dal Governo
        PISTOIA. Trentanove dipendenti precari dei Centri per l’impiego della Provincia di Pistoia sono a rischio licenziamento. Sul contratto, in scadenza il 31 dicembre prossimo, non ci sono notizie e i lavoratori, in stato di agitazione da mesi, nelle giornate di lunedì 7 e di ieri si sono riuniti in assemblea, bloccando i servizi. Il contratto, scaduto il 31 dicembre 2015, per il 2016 è stato prorogato di un anno, in extremis, il giorno precedente alla sua scadenza. «Ma stavolta - spiegano i lavoratori - la situazione è ancora più grave».
        E la considerazione arriva a margine del fatto che nella nuova legge di stabilità varata dal governo Renzi i Centri per l'impiego non sono citati. A seguito della riforma Delrio per l’abolizione delle Province, i servizi erogati dai Centri per l’impiego sono stati reindirizzati sotto l’assessorato all’istruzione, la formazione e il lavoro della Regione Toscana, ma i dipendenti (una settantina in totale a Pistoia) sono rimasti in capo alla stessa Provincia, che però non ha più la titolarità del servizio, e che si trova in grande difficoltà a gestire il personale. Un personale di "precari preistorici", come si legge sullo striscione appeso anche fuori dal Centro per l'impiego di via Tripoli, che lavorano per la Provincia da dieci, in alcuni casi anche quindici anni, senza mai aver ottenuto la stabilizzazione. «Precari che cercano lavoro ad altri precari - commenta Paola Carradori, delegata Rsu Cgil – È uno dei tanti paradossi di questa riforma. E nessuno che dia risposte sul futuro dei servizi e dei dipendenti. Una empasse folle». Precari (in larghissima parte donne) quasi tutti laureati e qualificati, che da anni lottano per avere risposte certe sul proprio futuro.

        Lunedì una delegazione di lavoratori pistoiesi è stata a Roma, insieme ai dipendenti dei Centri per l'impiego di Firenze. «Abbiamo avuto un incontro al Ministero del lavoro - prosegue Carradori - Volevamo risposte sulla stabilizzazione dei precari, ma l’unica cosa che ci è stata detta è di aspettare l’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre. Solo dopo avremo risposte. Risposte che, comunque, non riguarderanno la stabilizzazione dei lavoratori, ma una possibile proroga del contratto per un altro anno».
        Nel frattempo, i contatti con i consiglieri regionali Pd del territorio Massimo Baldi e Marco Niccolai sono continui. «In questi giorni chiederemo nuovamente alla Regione un pressing diretto sul Governo per ottenere risposte - conclude Carradori - Vogliamo sapere quale sarà il futuro dei lavoratori. Se vogliono chiudere e privatizzare il servizio, che ce lo dicano».

        Centri per l'impiego: a Pistoia rischiano il posto in 39

        PISTOIA - Il personale dei Centri per l'impiego è in stato di agitazione a livello nazionale e il presidio di ieri pomeriggio a Roma, sotto il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, non ha affatto placato gli animi.
        "A quasi due anni dalla riforma delle Province e da oltre un anno dall’inizio del riordino degli istituti del mercato del lavoro, la situazione in cui versano i Centri per l’impiego, è al limite del tracollo", affermano i sindacati Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl. Il 31 dicembre 2016 scadranno infatti duemila contratti dei dipendenti a tempo determinato. La situazione non è delle più rosee nemmeno per gli impiegati a tempo indeterminato, che, ad oggi, non hanno una chiara prospettiva del loro futuro a causa della mancanza di normative in materia.
        Infatti, secondo il Jobs Act le competenze delle agenzie del lavoro pubbliche, oggi gestite dalle Province, andrebbero trasferite a livello regionale, mentre la riforma costituzionale attribuirebbe direttamente la competenza allo Stato. E questa è anche la risposta che hanno ricevuto ieri i manifestanti e i sindacati dal Ministero del Lavoro. In sostanza, per sapere a chi spetta rinnovare i contratti, si dovrà attendere l'esito del Referendum del 4 dicembre.
        Questa mattina il personale del centro per l'impiego di Pistoia ha indetto un'assemblea al riguardo. “Di 39 dipendenti su Pistoia circa la metà ha un contratto a tempo determinato, per cui a rischio – ha spiegato Paola Carradori della Cgil – se l'anno prossimo ci ritroveremo con il personale dimezzato saremo in grado di garantire ben pochi servizi, forse solo l'iscrizione e poco altro”. I sindacati hanno più volte chiesto chiarimenti alla Regione, che in passato ha assicurato la proroga dei contratti in scadenza 31 dicembre, anche se per ora tutto tace.
        fonte:http://www.reportpistoia.com/pistoia/item/42022-centri-per-l-impiego-a-pistoia-rischiano-il-posto-in-39.html

        Precari in piazza dal minuto 18

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        SERVIZIO TG3

        Centri per l'impiego: dal ministero nessuna garanzia






        Sindacati insoddisfatti dopo l'incontro con il governo accompagnato dal presidio dei lavoratori a Roma in via Veneto. Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl: "Nessuna garanzia sui servizi e sui precari. In attesa del referendum pronti a nuove iniziative di protesta”





        “Nessuna garanzia sul futuro dei Centri per l’impiego e sul destino del personale precario”. Questo l'esito dell'incontro oggi (7 novembre) tra Ministero del Lavoro e Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl in occasione del presidio nazionale promosso a Roma davanti al dicastero di Via Veneto dalle organizzazioni sindacali sul tema Centri per l'Impiego. 
        “Grande insoddisfazione per l'incontro di oggi - affermano le categorie di Cgil, Cisl e Uil -. Il capo gabinetto del ministro del Lavoro Poletti ha, infatti, illustrato come il governo abbia messo in manovra 220 milioni di euro da destinare al funzionamento dei Centri per l'Impiego a garanzia dei servizi e a copertura delle spese del personale degli stessi, ma nulla ha detto sul versante della prospettiva occupazionale del personale a tempo determinato, i cui contratti scadranno il prossimo 31 dicembre”.
        Per  Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, “in attesa dell'esito referendario del 4 dicembre il governo non si assume la responsabilità di trovare una soluzione normativa per garantire il funzionamento dei Centri per l’impiego, la stabilizzazione del personale precario, né la proroga degli stessi rapporti di lavoro”. 
        Sulla base di questa posizione, Cgil Cisl e Uil preannunciano “iniziative di protesta in tutte le sedi istituzionali competenti, a livello nazionale, regionale e territoriale, con l'obiettivo di dare una risposta alle rivendicazioni delle lavoratrici e dei lavoratori e garantire migliori servizi ai cittadini. L'assenza di soluzioni adeguate, infatti, - concludono - rischia di compromettere il funzionamento dei servizi, già in forte crisi a causa della confusione istituzionale e dell'assenza di risorse necessarie”

        fonte: http://www.rassegna.it/articoli/centri-per-limpiego-dal-ministero-nessuna-garanzia

        Centri per l'impiego: dal ministero nessuna garanzia






        Sindacati insoddisfatti dopo l'incontro con il governo accompagnato dal presidio dei lavoratori a Roma in via Veneto. Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl: "Nessuna garanzia sui servizi e sui precari. In attesa del referendum pronti a nuove iniziative di protesta”

        “Nessuna garanzia sul futuro dei Centri per l’impiego e sul destino del personale precario”. Questo l'esito dell'incontro oggi (7 novembre) tra Ministero del Lavoro e Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl in occasione del presidio nazionale promosso a Roma davanti al dicastero di Via Veneto dalle organizzazioni sindacali sul tema Centri per l'Impiego. 
        “Grande insoddisfazione per l'incontro di oggi - affermano le categorie di Cgil, Cisl e Uil -. Il capo gabinetto del ministro del Lavoro Poletti ha, infatti, illustrato come il governo abbia messo in manovra 220 milioni di euro da destinare al funzionamento dei Centri per l'Impiego a garanzia dei servizi e a copertura delle spese del personale degli stessi, ma nulla ha detto sul versante della prospettiva occupazionale del personale a tempo determinato, i cui contratti scadranno il prossimo 31 dicembre”.
        Per  Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, “in attesa dell'esito referendario del 4 dicembre il governo non si assume la responsabilità di trovare una soluzione normativa per garantire il funzionamento dei Centri per l’impiego, la stabilizzazione del personale precario, né la proroga degli stessi rapporti di lavoro”. 
        Sulla base di questa posizione, Cgil Cisl e Uil preannunciano “iniziative di protesta in tutte le sedi istituzionali competenti, a livello nazionale, regionale e territoriale, con l'obiettivo di dare una risposta alle rivendicazioni delle lavoratrici e dei lavoratori e garantire migliori servizi ai cittadini. L'assenza di soluzioni adeguate, infatti, - concludono - rischia di compromettere il funzionamento dei servizi, già in forte crisi a causa della confusione istituzionale e dell'assenza di risorse necessarie”

        fonte: http://www.rassegna.it/articoli/centri-per-limpiego-dal-ministero-nessuna-garanzia

        Paradosso a Reggio: chi orienta al lavoro non ha stipendio

        I dipendenti del Centro per l'impiego "a secco" da nove mesi. Nonostante le promesse della politica. E intanto si continuano a sovvenzionare le kermesse per favorire l'occupazione
        REGGIO CALABRIA Paradossi calabresi. Si sovvenzionano le kermesse destinate all'orientamento al lavoro, ma chi quotidianamente se ne occupa è senza stipendio da quasi nove mesi, nonostante le rassicurazioni di rapido pagamento arrivate dall'assessore Federica Roccisano qualche settimana fa.
        ORIENTAMENTO SOVVENZIONATO È quello che succede a Reggio Calabria, dove tutto è pronto per il prossimo salone dell'Orientamento, appuntamento annuale destinato ad avvicinare i giovani al (gracile) mondo del lavoro calabrese o alla formazione (presumibilmente) prodromica a un impiego. A organizzare è il Cisme, società di servizi privata nel tempo divenuta punto di riferimento per le pubbliche amministrazioni calabresi, con l'aiuto della giunta regionale. E anche le sovvenzioni. Nel 2015 al Cisme sono arrivati a 23mila di euro di rimborsi per l'organizzazione del Salone 2014, nel gennaio scorso 30mila per quello del 2015.
        LA PROTESTA DEI PRECARI Un appuntamento importante per la giunta, tradizionalmente organizzato a Reggio Calabria, ma chi da sempre ha collaborato nella gestione di stand e seminari non ci sarà. Nessuno dei precari del centro per l'impiego (Cpi) di Reggio Calabria ha dato la propria disponibilità, perchè – dicono alcuni lavoratori – «siamo stanchi di essere presi in giro, anche in sedi ufficiali».
        LA MACCHINA DEL CPI Ufficialmente in stato di agitazione da una settimana, i precari – tutti professionisti, fra psicologi, orientatori, cacciatori di teste, webmaster e informatici selezionati con concorso pubblico – sono da tempo in un limbo. Sono le uniche figure specializzate nei centri per l'impiego, ma non sono mai state stabilizzate. Sono loro ad assicurare il regolare funzionamento del Cpi – profilazione candidati, matching con le aziende, etc – mentre il personale a tempo indeterminato, ereditato dalle vecchie agenzie di collocamento, invecchia e va in pensione. Eppure, da tempo sono impiccati a un rinnovo periodico del contratto part time che li lega all'ente, nonostante alcuni di loro siano in servizio dal 2003. In più «Da mesi lavoriamo gratis», dicono infuriati. Un problema che – causa dissoluzione delle Province e trasferimento delle competenze alla Regione – ha toccato per la prima volta anche gli assunti a tempo determinato.
        RIUNIONE IN PREFETTURA Per questo motivo, il 10 ottobre scorso è stata convocata una tumultuosa riunione in prefettura a Catanzaro, dove di fronte alla "padrona di casa" Luisa Latella, lavoratori e sindacati hanno presentato il conto all'assessore Federica Roccisano e al dg del dipartimento Sviluppo economico, Fortunato Varone.
        DIPENDENTI DI SERIE A In quella sede, ai lavoratori a tempo indeterminato – si legge nel verbale di quella riunione – hanno assicurato il trasferimento «dei fondi regionali dei rimborsi previsti a saldo per l'anno 2015, oltre ai fondi già trasferiti alla Regione Calabria dal ministero del Lavoro per l'anno 2016, ammontanti al 50% dell'intera annualità, entro massimo dieci giorni». Una promessa mantenuta. Per i precari di Reggio Calabria, invece, la partita è diversa.
        DIPENDENTI DI SERIE B Originariamente legati alla struttura burocratica della Provincia e retribuiti con fondi Por legati al mondo del lavoro, oggi sono totalmente a carico della Regione. Secondo una convenzione firmata nel gennaio 2015 fra l'ente, all'epoca guidato da Raffa, e Palazzo Campanella, quando la loro gestione è passata di mano, è cambiata anche la tipologia di fondi con cui vengono retribuiti è cambiata. Usciti dal bacino dei Por, i precari del centro per l'impiego sono stati inquadrati nelle cosiddette politiche di coesione territoriale finanziate con fondi Pac.
        GIALLO SUI FONDI Il 10 ottobre scorso, l'assessore Roccisano ha assicurato «che gli uffici regionali provvederanno a impegnare le somme occorrenti per il pagamento degli stipendi entro 15 giorni sui fondi Pac». Peccato che dalla Regione non sia arrivato nulla. Né notizie, né stipendi. I giorni sono passati, le settimane pure, ma da palazzo Campanella sono arrivate solo indiscrezioni. Secondo fonti sindacali, il Pac sarebbe stato completamente impegnato, quindi per i precari non rimarrebbe un bel niente. Solo il silenzio da parte delle competenti autorità regionali.
        ANNUNCI Eppure, di fronte al prefetto di Catanzaro, Luisa Latella, Roccisano aveva addirittura assicurato «la massima disponibilità alla soluzione del problema» riguardante «l'aumento delle ore lavorative delle unità in regime di part time». Certo, salvo vincoli di bilancio. Allo scopo, l'assessore si è impegnata anche a «fissare nel più breve tempo possibile un incontro, anche alla presenza del vicepresidente della Regione Calabria, nonché assessore per le politiche del personale, Viscomi».


        IL NODO DEL RINNOVO A quasi un mese da quella riunione, dell'annunciato incontro nessuno ha avuto notizia. Eppure in quella sede avrebbe dovuto essere discusso anche «il nodo di criticità legato alla scadenza dei contratti di lavoro a tempo determinato, prevista per il 31 dicembre». Una vertenza nazionale, che toccherà al governo Renzi risolvere, ma – si vociferava oggi fra i lavoratori dei cpi in mobilitazione a Roma – ci vorrà tempo. Il destino dei precari dei centri dell'impiego dovrebbe infatti entrare nel pacchetto Milleproroghe, in discussione non prima di fine dicembre.

        LIMBO «Noi – dicono i precari reggini – siamo stanchi. Da mesi siamo senza stipendio, ma questo stillicidio dura da anni». Dal 2011, con l'arrivo di Raffa in provincia – raccontano – lo stipendio ha iniziato ad arrivare a singhiozzo, nonostante tutti quanti – e sono ben 64 distribuiti fra Reggio, Locri e Gioia Tauro – fossero obbligati a presentarsi con regolarità in ufficio e timbrare un cartellino. «Dal 2011 – raccontano – la retribuzione ha iniziato ad arrivare – dopo richieste e proteste – solo ogni tre-quattro mesi, quando dalla Regione venivano liquidati i fondi. Pensavamo – commentano sconfortati – che con la scomparsa delle Province, le cose sarebbero cambiate. Invece, sono solo peggiorate».

        fonte:http://www.corrieredellacalabria.it/index.php/cronaca/item/51506-paradosso-a-reggio-chi-orienta-al-lavoro-non-ha-stipendio