Centri impiego, in 39 a rischio

Le dipendenti provinciali bloccano i servizi: contratto in scadenza e nessuna notizia dal Governo
PISTOIA. Trentanove dipendenti precari dei Centri per l’impiego della Provincia di Pistoia sono a rischio licenziamento. Sul contratto, in scadenza il 31 dicembre prossimo, non ci sono notizie e i lavoratori, in stato di agitazione da mesi, nelle giornate di lunedì 7 e di ieri si sono riuniti in assemblea, bloccando i servizi. Il contratto, scaduto il 31 dicembre 2015, per il 2016 è stato prorogato di un anno, in extremis, il giorno precedente alla sua scadenza. «Ma stavolta - spiegano i lavoratori - la situazione è ancora più grave».
E la considerazione arriva a margine del fatto che nella nuova legge di stabilità varata dal governo Renzi i Centri per l'impiego non sono citati. A seguito della riforma Delrio per l’abolizione delle Province, i servizi erogati dai Centri per l’impiego sono stati reindirizzati sotto l’assessorato all’istruzione, la formazione e il lavoro della Regione Toscana, ma i dipendenti (una settantina in totale a Pistoia) sono rimasti in capo alla stessa Provincia, che però non ha più la titolarità del servizio, e che si trova in grande difficoltà a gestire il personale. Un personale di "precari preistorici", come si legge sullo striscione appeso anche fuori dal Centro per l'impiego di via Tripoli, che lavorano per la Provincia da dieci, in alcuni casi anche quindici anni, senza mai aver ottenuto la stabilizzazione. «Precari che cercano lavoro ad altri precari - commenta Paola Carradori, delegata Rsu Cgil – È uno dei tanti paradossi di questa riforma. E nessuno che dia risposte sul futuro dei servizi e dei dipendenti. Una empasse folle». Precari (in larghissima parte donne) quasi tutti laureati e qualificati, che da anni lottano per avere risposte certe sul proprio futuro.

Lunedì una delegazione di lavoratori pistoiesi è stata a Roma, insieme ai dipendenti dei Centri per l'impiego di Firenze. «Abbiamo avuto un incontro al Ministero del lavoro - prosegue Carradori - Volevamo risposte sulla stabilizzazione dei precari, ma l’unica cosa che ci è stata detta è di aspettare l’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre. Solo dopo avremo risposte. Risposte che, comunque, non riguarderanno la stabilizzazione dei lavoratori, ma una possibile proroga del contratto per un altro anno».
Nel frattempo, i contatti con i consiglieri regionali Pd del territorio Massimo Baldi e Marco Niccolai sono continui. «In questi giorni chiederemo nuovamente alla Regione un pressing diretto sul Governo per ottenere risposte - conclude Carradori - Vogliamo sapere quale sarà il futuro dei lavoratori. Se vogliono chiudere e privatizzare il servizio, che ce lo dicano».

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