"PESANTEMENTE SOTTO ORGANICO": ANCHE L'UE CHIEDE ALL'ITALIA DI POTENZIARE I SERVIZI PER L'IMPIEGO



4. attuare la riforma delle politiche attive del mercato del lavoro, in particolare rafforzando l'efficienza dei servizi per l'impiego; incentivare al lavoro le persone che costituirebbero la seconda fonte di reddito; adottare e attuare la strategia nazionale di lotta contro la povertà e rivedere e razionalizzare la spesa sociale;


"Da un confronto con i servizi pubblici per l'impiego degli altri Stati membri emerge che i servizi pubblici per l'impiego italiani sono pesantemente sotto organico (nel 2014 gli addetti ai servizi pubblici per l'impiego in Italia erano 8 713 contro 49 407 in Francia e 77 722 nel Regno Unito). ....."

Qui tutti i documenti, compresi i documenti di programmazione del Governo Italiano

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SISTEMA PUBBLICO E PRIVATO A CONFRONTO

Servizi per l’Impiego
23.05.2016 – Dopo l’uscita del Rapporto di Monitoraggio sui Servizi per l’Impiego 2015 della scorsa settimana l’Isfol torna sul tema anticipando i dati del research paper “I canali di intermediazione e i Servizi per il lavoro ” a cura di Roberto Landi, Emiliano Mandrone, Manuel Marocco e Debora Radicchia, disponibile da lunedì prossimo sul sito.
In questa prima uscita vengono presentate le analisi relative all’utenza del sistema pubblico e privato di intermediazione al lavoro, sotto il profilo delle caratteristiche socio-economiche, della richiesta di servizi e del grado di soddisfazione. “Nonostante un’utenza più numerosa e più difficile, i Centri per l’Impiego hanno performance non così distanti da quelle delle Agenzie per il Lavoro”, ha commentato Stefano Sacchi. “Per valutare l’effettivo ruolo svolto dall’operatore pubblico – ha aggiunto il Commissario straordinario dell’Istituto – occorre considerare che sono soprattutto i Centri per l’Impiego ad occuparsi delle fasce deboli del mercato del lavoro, vale a dire i disoccupati di lunga durata, chi ha scarse competenze o un titolo di studio basso, poca o nessuna esperienza lavorativa, chi vive in contesti ambientali dove spesso mancano reali opportunità di collocamento, come nelle Regioni del Mezzogiorno”. La rilevazione PLUS ha stimato in oltre 4,6 milioni le persone che nell’anno si sono rivolte ai Servizi per il Lavoro, ripartiti tra Centri per l’impiego e Agenzie per il Lavoro, ovvero agenzie interinali o di somministrazione, società di ricerca e selezione del personale, sindacati o organizzazioni datoriali, consulenti del lavoro e job center universitari. Di questi poco più della metà (54,7%) si è rivolta esclusivamente ad un CPI, il 21,4% ha scelto di affidarsi alle APL, ed il restante 23,3% ha utilizzato sia i CPI che le APL. Le popolazioni dei servizi privati e pubblici sono sistematicamente diverse. L’utenza dei CPI è in prevalenza femminile, meno istruita, residente nel Sud e caratterizzata dalla maggior presenza di persone in cerca di lavoro; mentre le APL si occupano soprattutto dei più istruiti, dei già occupati e meno di chi è in cerca di lavoro. La ricerca è stata in grado di fornire un quadro complessivo delle modalità di fruizione dei servizi (richiesto e ottenuto, non richiesto, richiesto e non ottenuto) dal punto di vista dell’utenza di CPI e APL per ciascuna area funzionale (collocazione, politiche attive, servizi amministrativi) e della capacità del sistema di far fronte alle istanze dell’utenza. I risultati mettono in luce alcune criticità soprattutto quando si tratta di collocare i soggetti e di far svolgere corsi di formazione, si rileva inoltre un importante carico amministrativo. La nota dolente, però, è rappresentata dal fatto che nei primi 4 mesi sono stati trattati per il servizio richiesto solo il 30% di chi si è rivolto ai CPI, d’altro canto le APL processano nello stesso lasso di tempo, appena il 40% degli utenti.  Questo risultato evidenzia un problema di sottodimensionamento dei SPI in termini di capacità operativa e di presa in carico dell’utenza. Tuttavia, passando ad analizzare il grado di soddisfazione degli utenti in merito ai servizi richiesti si rileva che i CPI ottengono una soddisfazione medio alta in circa il 50% dei casi, percentuale che sale al 60% per le APL.

CGIL e FP CGIL Toscana: I Centri per l'Impiego in una situazione di incertezza insopportabile.

'La Regione Toscana, a differenza di altre ne ha assunto la gestione, ma le preoccupazioni rimangono tutte'
Le incertezze dovute al “riordino istituzionale” lasciano i Centri per l’Impiego in una situazione di incertezza insopportabile.
La Regione Toscana, contrariamente ad altre regioni, ha fatto propria la criticità del servizio stanziando risorse e assumendone in prima persona la gestione. Ma le preoccupazioni rimangono tutte.
Non si può pensare ad una gestione di un servizio così importante senza certezze che traguardino la sola annualità. Il Governo, con la riforma costituzionale, si riapproprierà (se passerà il referendum confermativo) della Funzione, ma nel frattempo le incertezze regnano sovrane.
Da una parte la Regione stanzia risorse che garantiranno, per quanto di competenza, la copertura dei costi per tutto il 2016 e per il 2017; dall’altra il Governo latita ed ancora non garantisce la propria parte.
Le lavoratrici ed i lavoratori dei Centri per l’Impiego si dividono tra dipendenti a tempo indeterminato o determinato delle ex Province; dipendenti di soggetti gestori aggiudicatari di gare appaltate dalle ex Province; “collaboratori” a vario titolo (partite IVA ecc.); e dipendenti di aziende in house delle vecchie Province.
Nel marasma causato dal “disordino istituzionale” la Regione riesce per il 2016 a porre rimedio agli aspetti gestionali avvalendosi del personale delle ex Province, facendosi carico di bandire una nuova gara per quei servizi appaltati (quasi tutti in scadenza il 31/12/2016) ma non può assumere (essendo la delega in transito verso il Governo – riforma costituzionale).
Ma neppure le ex Province possono farlo (blocco delle assunzioni in virtù del “disordino istituzionale). Dunque se il Governo non si deciderà a capire quale caos ha generato inevitabilmente i Centri per l’Impiego andranno incontro a difficoltà ancora maggiori di quelle cui già ora devono far fronte.
La copertura dei prepensionamenti (obbligati per concorrere al taglio del 50% dei costi del personale delle Province) è impossibile e i Centri, già ora sotto organico, andranno ancora più in affanno (stanti anche i maggiori impegni che deriveranno dall’applicazione dello jobs act).
Le lavoratrici e i lavoratori a tempo determinato dovranno attendere, ancora una volta, una norma in deroga che permetta alle Province di rinnovare anche per il 2017 il loro contratto.
In tutto questo caos, cui si fa fronte grazie alla grande disponibilità di addetti a tutti i livelli, chi rischia di avere un danno sono gli utenti: disoccupati in cerca di un lavoro!
Non vorremmo che dietro tutto questo marasma si nascondesse la neppur tanto velata volontà del Governo di aprire il mercato alle agenzie private.
Riteniamo tutto questo inaccettabile.
L’incrocio domanda/offerta, le politiche del lavoro non possono diventare campo aperto per chi ha come propria mission non un servizio ma il guadagno!
I disoccupati non possono diventare anche una merce.
La CGIL tutta metterà in campo ogni iniziativa possibile per tutelare le lavoratrici ed i lavoratori dei Centri per l’impiego, a partire dai tempi determinati in scadenza, ma si attiverà anche e soprattutto per garantire che gli stessi centri non affoghino nelle disfunzioni create dal Governo.

LAVORO: ASSESSORE BERRINO, “CENTRI IMPIEGO SOTTO REGIA REGIONE ANCHE NEL 2017. COMPETIZIONE PUBBLICO-PRIVATO DEVE GARANTIRE MIGLIORI SERVIZI. MASSIMO IMPEGNO PER GARANTIRE ATTUALE PERIMETRO OCCUPAZIONALE”

Genova. Nel corso di un recente incontro che si è svolto a Roma “il ministro Poletti ha comunicato che molto probabilmente le convenzioni in essere tra ministero e Regioni e, quindi, tra Regioni, aree vaste e Città Metropolitane sarà rinnovata anche per il 2017. Questo consente ai Centri per l’impiego di tirare un respiro di sollievo e garantisce a regione Liguria di mettere a fuoco e risolvere tutte le problematiche che si dovessero verificare. E’ quindi rinviato al 2018 il passaggio previsto dei centri per l’impiego in Anpal, l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, introdotta con il Jobs Act”. Lo ha annunciato l’assessore regionale alle Politiche Attive del Lavoro, Gianni Berrino, nel suo intervento al convegno “Politiche attive per il lavoro in Liguria: nuove frontiere tra pubblico e privato. Verso un sistema regionale integrato dei servizi per il lavoro” organizzato dal Consorzio Motiva di Fornitura Servizi per l’Impiego.“L’iniziativa di oggi è stata organizzata a seguito della discussione che si è aperta il 3 maggio scorso – ha aggiunto Berrino - perché vuol dire che abbiamo centrato il nostro obiettivo, avviando una riflessione in modo che tutti si sentano coinvolti nel processo di revisione delle politiche attive del lavoro dando il proprio contributo. Dobbiamo trovare insieme – ha proseguito - il modo migliore per far sì che questa nuova costruzione dei Centri impiego voluta dal governo e il rapporto sempre più stretto con i privati si tramuti in una maggiore ricchezza e qualità per tutti e che la competizione pubblico-privato garantisca almeno gli attuali livelli occupazionali dei Centri per l’impiego: come Regione Liguria – ha aggiunto l’assessore Berrino - dobbiamo ragionare su come far sì che l’entrata in vigore della competizione pubblico-privato non abbia ‘effetti collateriali’, ma riesca a tutelare l’attuale perimetro occupazionale. Al centro, sotto la regia della Regione, ci sono i Centri per l’impiego, attraverso cui tutto deve passare: queste strutture non devono trasformarsi in una sorta di bancomat a cui il giovane in cerca di un lavoro si rivolge per ricevere un voucher: il mio obiettivo è far sì che, una volta conclusa la fase di confronto pubblico-privato, diventino veramente l’istituto a cui tutti si rivolgono per incrociare l’offerta e la domanda di lavoro, una ‘centrale’ anche per le imprese che offrono lavoro. In questo senso – ha concluso l’assessore Berrino - il nuovo sito a cui stiamo lavorando dovrà servire, per la sua facilità di utilizzo, allo scambio tra domanda e offerta e le aziende dovranno vedere i Centri per l’impiego come l’opportunità più qualificata per trovare le migliori professionalità di cui hanno bisogno”.

fonte: http://www.regione.liguria.it/argomenti/media-e-notizie/comunicati-stampa-della-giunta/item/47754-lavoro-assessore-berrino-centri-impiego-sotto-regia-regione-anche-nel-2017-competizione-pubblico-privato-deve-garantire-migliori-servizi-massimo-impegno-per-garantire-attuale-perimetro-occupazionale.html

Rapporto nazionale ISFOL di monitoraggio sui servizi per il lavoro 2015

Pag.25 …..”Va considerato che un elevato tasso di precarietà del personale incide direttamente sulla stabilità del sistema complessivo, indebolendo in prospettiva le capacità di erogazione dei servizi….. Inoltre, un elevata quota di personale precario rende meno efficiente l’organizzazione del lavoro, soprattutto se vista in un ottica di medio periodo.”



Pagina 28  "  .....le Regioni che risultano essere più esposte, in termini di personale, alla precarietà, sono anche quelle che rischiano di perdere corrispettivamente gli operatori più istruiti. …..Si pone, quindi, non soltanto una questione di adeguatezza numerica e di stabilizzazione del personale operativo presso i CPI ma anche quello del rinnovamento e del potenziamento i delle risorse umane che, in molti casi, provengono ancora dal vecchio sistema di collocamento nazionale (SCICA) preesistente alla riforma del 1998….. Tutti aspetti che, come già accennato, mal si conciliano con la precarietà contrattuale e il turn-over ad essa conseguente. "


Il Piemonte nel Consiglio di Amministrazione dell'Agenzia Nazionale per le Politiche attive del Lavoro

L’assessora al Lavoro della Regione Piemonte sarà uno dei tre membri del Consiglio di amministrazione della nuova Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (Anpal), introdotta da Jobs Act.
Lo ha deciso oggi la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, chiamata a individuare un proprio rappresentante all’interno dell’organo, composto inoltre dal presidente dell’Anpal, Maurizio Del Conte, e da un terzo membro indicato dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.
Alla designazione farà seguito la nomina formale, con decreto del presidente del Consiglio dei ministri. L’incarico avrà la durata di tre anni.
Il presidente del Piemonte ha espresso soddisfazione per la scelta della conferenza, che rappresenta un altro riconoscimento importante per la Regione, dopo il coordinamento della commissione salute. Il numero uno della giunta regionale ha inoltre rivolto all'assessora i migliori auguri di buon lavoro.
Un ringraziamento per la fiducia accordatale è stato espresso dall'interessata, che ha sottolineato la volontà di dar voce alle istanze di tutte le regioni.

Servizi per l'impiego: incontro fra Poletti e assessori al Lavoro

“Un confronto utile ed un clima costruttivo quello riscontrato l'11 maggio dagli assessori al Lavoro nel corso di un incontro che si è tenuto con il ministro Giuliano Poletti”, lo ha dichiarato Cristina Grieco, Assessore della Regione Toscana e Coordinatrice della Commissione istruzione e lavoro della Conferenza delle Regioni.
Sul tavolo le questioni più urgenti che riguardano il presente e il futuro dei centri per l’impiego, anche in relazione ai possibili esiti del referendum sulla riforma della Costituzione. “Le maggiori preoccupazioni – ha detto Grieco – riguardano le incertezze sulle coperture finanziarie e sul personale e sul funzionamento dei servizi, ma abbiamo riscontrato la disponibilità del ministro a proseguire sul piano della collaborazione istituzionale che ha prodotto finora importanti risultati. L’auspicio è che vi possa essere un coinvolgimento costante delle Regioni nella stesura dei provvedimenti che serviranno a tarare meglio il jobs act, anche attraverso tavoli ad hoc con gli assessori prima ancora del percorso formale in Conferenza Stato-Regioni.
Abbiamo posto al ministro, che si è riservato di risponderci poi nel dettaglio, una serie di questioni urgenti che riguardano l’attuazione dell’accordo quadro sulle politiche attive e il piano di rafforzamento dei servizi per il lavoro su cui gravano le questioni di natura finanziaria che vanno risolte proprio per fare in modo che l’intervento prospettato permetta modalità innovative e il conseguimento di obiettivi concreti. Con il ministro siamo entrati anche nel concreto di alcune possibili ipotesi percorribili. Ora sono però necessari approfondimenti tecnici e non appena queste ipotesi assumeranno contorni di maggiore concretezza gli assessori al lavoro li sottoporranno all’attenzione della Conferenza delle Regioni”.

STATUTO DELL’AGENZIA NAZIONALE PER LE POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO

29 Aprile 2016 Il Consiglio dei ministri si è riunito oggi, venerdì 29 aprile 2016, alle ore18.45 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Segretario il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Claudio De Vincenti.
Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Matteo Renzi e del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti, ha approvato, in esame definitivo il decreto del Presidente della Repubblica recante approvazione dello statuto dell'agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro. Nello specifico, il decreto recante lo Statuto viene emanato in attuazione dell’articolo 4, comma 18, del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 150 recante “Disposizioni per il riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183”, che prevede l’istituzione dell’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, denominata “ANPAL”. L’ANPAL è disciplinata dal decreto legislativo 150 del 14 settembre 2015, avrà il compito di coordinare la rete dei servizi per le politiche attive del lavoro, attuando le linee di indirizzo triennali e gli obiettivi annuali in materia di politiche attive, nonché la specificazione dei livelli essenziali delle prestazioni da erogare su tutto il territorio nazionale così come stabiliti dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali. L’Agenzia, come previsto dall’articolo 1 dello schema di decreto, ha personalità giuridica di diritto pubblico, è dotata di autonomia organizzativa, regolamentare, amministrativa, contabile e di bilancio ed è sottoposta alla vigilanza del Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Nello specifico lo schema di statuto, composto di 16 articoli, ha l’obiettivo di individuare i fini istituzionali dell’Ente, declinare le competenze degli organi, definire le modalità procedurali per il loro funzionamento e le procedure di svolgimento degli adempimenti contabili. Gli organi dell’Agenzia sono: il Presidente; il Consiglio di amministrazione; il Consiglio di vigilanza; il Collegio dei revisori. Restano in carica tre anni rinnovabili per una sola volta.