CDM proroga contratti dei lavoratori precari province




Marianna Madia
@ mariannamadia
CDM proroga contratti dei lavoratori precari province. 
Con nessuno perde posto e si danno migliori servizi a cittadini.


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Un saluto al nostro amico e compagno di battaglia

Davide Imola, il sindacalista dei freelance

Province, se il riordino diventa una guerra tra poveri

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Che il passaggio della riforma delle Province dalla teoria degli ordinamenti alla pratica degli spostamenti creasse qualche tensione è un fatto ovvio. Ma le inedite occupazioni delle sedi istituzionali da parte dei dipendenti, spesso ben accolte da presidenti e consiglieri, le proteste virali via web e le tante forme di mobilitazione che stanno crescendo nel Paese dicono che la temperatura è salita più del previsto. La ragione non è difficile da individuare. La «più grande operazione di mobilità nella storia della Pubblica amministrazione», secondo la definizione governativa, per funzionare deve essere un concerto, invece si sta trasformando in gazzarra. In altre parole, Regioni e Comuni, ma anche le altre pubbliche amministrazioni coinvolte, dopo l'entusiasmo mostrato per l'alleggerimento delle Province avrebbero dovuto avere la voglia e i mezzi per accogliere funzioni e personale, patrimonio e debiti, ma così non è stato. Gli Osservatori regionali, nei quali Governatori e sindaci dovrebbero decidere la nuova geografia delle competenze da attuare dal prossimo gennaio, spesso non sono nemmeno partiti, oppure come in Lombardia stanno decidendo di lasciare tutto com'era perché il Pirellone non ha intenzione di sobbarcarsi costi aggiuntivi.
In questo quadro i tagli ai fondi, decisi dal Governo per togliere ossigeno alle resistenze e spingere in campo giocatori che recalcitrano, corrono assai più veloci rispetto all'altra gamba della riforma, quella delle competenze, con il risultato di alleggerire i bilanci prima delle funzioni, e le entrate prima delle spese per servizi e personale.
La versione finale della legge di stabilità dà tempo fino al 31 dicembre 2016 per verificare che la mobilità abbia successo, con una garanzia che però va riempita di contenuti. A Crotone, per esempio, i dipendenti hanno visto sbloccarsi solo ieri lo stipendio di ottobre, secondo l'Anci il 75% delle Province sta sforando il Patto di stabilità e spesso la situazione è vicina al dissesto. La riforma delle Province, da passepartout per una politica in cerca di consensi, rischia così di trasformarsi in una guerra fra poveri. Su un fronte ci sono i dipendenti, “colpevoli” di essere stati assunti in un ente oggi considerato «inutile», e i contrattisti, che senza una proroga in extremis gonfierebbero dal 1° gennaio gli elenchi dei disoccupati. E sull'altro ci sono i tanti, giovani e meno giovani, che hanno affrontato con successo un concorso pubblico e oggi temono di vedere le loro prospettive, già ridotte da tagli di spesa e vincoli al turn over, occupate dai lavoratori in uscita dalle Province, con vincitori ed ex provinciali a giocare una partita da cui gli idonei rischiano di essere esclusi del tutto. Su questo scenario, meglio evitare una “guerra” parallela, combattuta però dai politici di Comuni e Regioni a suon di richieste incrociate di risorse. Non sarebbe un bel vedere.

Lavoratori provincia a rischio occupano la sala consiliare

I lavoratori della provincia della Spezia questa mattina hanno occupato l’aula consiliare della Provincia spezzina

INCATENAMENTO DEI DIPENDENTI PRECARI DELLA PROVINCIA DI MILANO E OCCUPAZIONE DEL CONSIGLIO

DIPENDENTI CHE PERDONO IL LAVORO IN 13 GIORNI GRAZIE AL GOVERNO RENZI

I dipendenti di Firenze occupano la Provincia: "in 250 senza lavoro"

Un gruppo di dipendenti della Provincia di Firenze ha occupato la sede di via Cavour. Circa 200 lavoratori che erano riuniti in assemblea hanno votato all'unanimità l'occupazione delle sale del Palazzo Medici Riccardi, prima fra tutti la sala dell'ex consiglio. Protestano perchè in 250 deegli 850 dipendenti della Provincia sono in esubero alla luce dei tagli decisi dal governo. "Andiamo avanti ad oltranza" spiega Giuseppe Aloi dell'Rsu e sindacalista della Cgil - ma senza chiudere i servizi. Raccontiamo che si sta consumando qui la più grande crisi aziendale della toscana. Questo è il Buon Natale che ci dà il governo Renzi". Prima di occupare hanno esposto striscioni che denunciano la chiusura di servizi essenziali come per esempio la sala operativa della Protezione civile e i servizi di difesa del territorio, i centri per l'impiego, la manutenzione delle scuole medie superiori". 

Il presidente della Provincia Andrea Barducci si è dichiarato "solidale con i lavoratori".

I precari della Provincia di Pistoia occupano il Centro impiego

Giorni di mobilitazione in vista dei pesanti tagli previsti dalla Legge di stabilità. A rischio 177 posti di lavoro
PISTOIA. Sono 177 i dipendenti della Provincia di Pistoia a rischio a causa dei tagli alle risorse: a livello nazionale, un miliardo di euro nel 2015, per arrivare a 3 miliardi nel 2017, con il 50% del personale in meno come conseguenza delle misure contenute nella legge di stabilità.Un dato allarmante, che a Pistoia aveva già fatto scattare lo stato di agitazione dei dipendenti della Provincia proprio un mese fa. E che ieri ha portato all’assemblea permanente al Centro per l’impiego da parte dei lavoratori precari (alcuni vi hanno passato la notte) che negli uffici di via Tripoli ci lavorano e che sono proprio coloro il cui posto è a rischio più immediato.L’idea della riforma poggia sul fatto che enti con meno compiti devono avere meno spese e meno dipendenti, perché le varie mansioni dovrebbero essere ridistribuite a Regioni e Comuni, i quali dovrebbero anche assorbire il personale in eccesso.«La situazione si è aggravata ulteriormente in questo ultimo mese – spiegaSilvia Biagini, Cgil – Un emendamento che era circolato in bozza prevedeva che chi avesse maturato i requisiti per andare in pensione prima della legge Fornero potesse andarci entro il 2018. Ora questo emendamento non c’è più. Ad oggi non sappiamo niente dei lavoratori in esubero, su chi e quando dovrebbe essere riassorbito: è come se avessero fatto una legge senza copertura finanziaria, non ci sono risorse. Se non verranno ricollocati in altri enti pubblici, che fine faranno? Qui rischiamo tutti i lavoratori, sia a tempo indeterminato che determinato; questi ultimi a Pistoia sono 42».Le organizzazioni sindacali della Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil, hanno deciso di dare vita a varie iniziative: oltre all’assemblea permanente dei lavoratori dei servizi per l’impiego, domani 18 dicembre, dalle 9 alle 14 ci sarà un sit-in in piazza San Leone, davanti alla sede della Provincia; e domani, dalle 10 alle 12, ci sarà un’occupazione simbolica della sala Nardi della Provincia.«La legge Delrio, che prevede il passaggio del personale della Provincia a Regione e Comuni, noi l’abbiamo sempre combattuta, ma adesso rimane il male minore – commenta Andrea Mucci, coordinatore Rsu – Se il personale potesse essere riassorbito, non ci sarebbero problemi; ma se non c’è modo di ricollocarlo, la situazione è drastica. Noi lavoratori della Provincia abbiamo gli stessi diritti dei lavoratori comunali, siamo tutti dipendenti pubblici. Se la situazione non dovesse migliorare, sarebbero 1.996 gli esuberi nelle province toscane. Questa settimana, a partire da lunedì scorso a Firenze, abbiamo ogni giorno una manifestazione diversa con i lavoratori, sperando che con questo gioco di forza tutto vada a buon fine. Domani occuperemo simbolicamente piazza San Leone, e vedremo se l’occupazione si protrarrà anche nei giorni successivi».

Richiesta di sostegno ai Senatori per aggiunta all'emenamento del Governo art.2 comma 156 decies

Le chiediamo di sostenere i servizi per l'impiego per i quali il governo ha già presentato un emendamento. Nella condizione attuale, però, quell'emendamento potrebbe rivelarsi insufficiente, vista la situazione di pre-dissesto di molte province (enti nei quali ad oggi i servizi per l'impiego sono ancora legati). Abbiamo così bisogno che sia aggiunto alla legge di stabilità il seguente subementamento:
subemendamento all'emendamento del Governo art.2 comma 156 decies - aggiungere: "A tal fine, le proroghe di cui sopra sono da intendersi in deroga ai limiti temporali per i contratti a tempo determinato. In considerazione della derivazione comunitaria delle risorse utilizzate, le stesse proroghe non sono sottoposte al rispetto del patto di stabilitá interno"

Il Comune della Spezia ha messo all’ordine del giorno della prossima seduta di Consiglio il tema dei precari della Provincia

Consiglio Comunale della Spezia
premesso che:
tra il personale delle Province sono presenti critiche e consistenti situazioni di precariato che riguardano in modo particolare il personale dei Centri per l'impiego e dei Servizi per il lavoro e la formazione professionale delle Province e che vi è pertanto la necessità di procedere al rafforzamento dei servizi per il lavoro come evidenziato anche dallo studio dell'ISFOL «Lo stato dei Servizi pubblici per l'impiego in Europa: tendenze, conferme e sorprese» pubblicato a marzo 2014;
nel Jobs Act300, recentemente approvato alla Camera è prevista l’istituzione anche ai sensi dell’art.8 del decreto legislativo 30 luglio 1999 n.300, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, di un'Agenzia nazionale per l'occupazione, partecipata da Stato, regioni e province autonome, vigilata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, al cuifunzionamento si provvede con le risorse umane, finanziarie e strumentali già disponibili a legislazione vigente e mediante la razionalizzazione degli enti strumentali e degli uffici del Ministero del lavoro e delle politiche sociali;
nel medesimo atto è altresì prevista la possibilità di far confluire, in via prioritaria, nei ruoli delle amministrazioni vigilanti o dell'Agenzia il personale proveniente dalle amministrazioni o uffici soppressi o riorganizzati del Ministero del lavoro e delle politiche sociali nonché di altre amministrazioni, quali sono le Province che tradizionalmente gestiscono iCentri per l'impiego e, ove delegate, la formazione professionale;
è perciò importante prevedere che, in attesa della definizione degli atti per l'istituzione dell'Agenzia nazionale per l'occupazione, per le necessità connesse alle esigenze di continuità dei servizi, le province e gli enti subentranti alle stesse possano procedere almeno fino ai 31 dicembre 2016 alla proroga di contratti a tempo determinato o comunque denominati attualmente in essere,
impegna il Sindaco anche in qualità di Presidente delConsiglio Provinciale a farsi parte attiva presso l' UPI:
affinché, nel prosieguo dell’iter parlamentare del Disegno di Legge di Stabilità 2015 o comunque degli ulteriori provvedimenti che saranno a breve assunti, sia previsto che, in attesa della istituzione dell'Agenzia nazionale per l'occupazione, al fine di garantire le esigenze di continuità del servizi, le Province possono procedere, alla proroga dei contratti in essere con i soggetti in servizio presso i Centri per l'impiego ed i Servizi per il lavoro e la formazione professionale.

Masia Roberto
Manfredini Paolo
Sommovigo Pierluigi

Venerdì 5 dicembre dalle ore 15:24 Christian Biagini del coordinamento precari sarà in diretta

 per portare la testimonianza sulle tante criticità e sulle opportunità relative mercato del lavoro e parlare dell'esperienza professionale che ci vede a contatto con centinaia di disoccupati, giovani e cassintegrati ogni anno. L'intervento sarà concentrato su questo nonostante la preoccupazione relativa alle problematiche di scadenza del contratto che riguardano centinaia di precari qualificati nei servizi per il lavoro in tutto il paese e che rischiano di compromettere servizi che andrebbero potenziati anche negli strumenti per rispondere meglio alle necessità di chi è senza occupazione.

PA, Caleo e Pezzopane: "Lavoriamo a soluzione per personale province"


"Il personale precario delle Province, dei centri per l'impiego e dei centri di formazione provinciali rischia dopo molti anni di lavoro di trovarsi senza occupazione e senza prospettive di ricollocazione a causa del pur necessario processo di riforma della Pubblica amministrazione. Proprio per trovare una soluzione, abbiamo svolto quest'oggi un incontro presso il Dipartimento della Funzione Pubblica". Lo dicono i senatori del Pd Stefania Pezzopane e Massimo Caleo. 
"In particolare - spiegano ancora i due senatori dem - il personale dei centri per l'impiego e dei centri di formazione professionale, che ha maturato competenze specifiche, dovrà rientrare nella nuova Agenzia per l'impiego, che sarà istituita in seguito all'approvazione del Jobs Act e che si occuperà di ricollocazione e di formazione. Noi abbiamo chiesto che, nelle more del processo di costituzione dell'Agenzia, i rapporti di lavoro in essere vengano prorogati e per questo - concludono i due senatori del Pd - presenteremo un emendamento ad hoc alla legge di stabilità".

Centri per l’impiego, poche forze e precarie

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Firenze – “Possiamo stare sufficientemente tranquilli, così ci hanno risposto dalla dirigenza”. Ma Romina e Alfonso, due dei 55 dipendenti precari dei centri per l’impiego fiorentini in attesa del rinnovo del contratto entro fine anno, tranquilli lo sono poco. Comprensibile: in mancanza del rinnovo, andranno a casa pure loro. Come le decine di disoccupati e cassaintegrati cui tentano di trovare lavoro e che ogni giorno ingrossano le fila nei vecchi uffici di collocamento. Un tipico paradosso all’italiana, dunque. Tanto di più che nelle intenzioni del Governo, i centri per l’impiego (CPI) “devono essere potenziati, anche alla luce del programma Garanzia Giovani”, il progetto europeo ideato per offrire ai giovani Neet (chi non studia e non lavora), tra i 15 ei 29 anni, delle opportunità di lavoro e di formazione. Ma a sei mesi dalla partenza del programma, ufficializzata scaramanticamente il primo di maggio, i CPI non solo non stati potenziati ma rischiano il collasso per mancanza di fondi e di personale. Infatti, con i tagli alle Province previsti nella legge finanziaria, dal 1 gennaio del prossimo anno, i 545 centri per l’impiego italiani rischiano di chiudere e i 7500 addetti di perdere il posto.
Inoltre non è nemmeno chiaro a quale ente faranno riferimento: “Dal 1 gennaio prossimo, i CPI dovrebbero essere di competenza della città metropolitana- spiega Romina, da 14 anni dipendente con contratto a termine al CPI del Parterre- ma la questione è ancora tutta aperta, perchè le deleghe della legge Delrio (quella sulla riforma delle province, ndr) ancora non sono state assegnate”.
Oltre a ciò, nel Jobs Act è prevista un’Agenzia Nazionale del Lavoro che dovrebbe accorpare i centri per l’impiego territoriali in virtù di una gestione unica e centralizzata, sulle orme del modello tedesco tanto ammirato da Renzi. “Nel Jobs Act si parla dell’istituzione dell’Agenzia, ma non viene precisato quali strutture coinfluiranno in essa. Sono molti gli istituti e centri che si occupano di lavoro, dall’Isfol al Cnel, non solo i CPI- continua Romina, che solleva anche qualche perplessità di natura costituzionale- I centri per l’impiego si occupano di due settori, lavoro e formazione. Mentre il primo è di potestà sia nazionale che regionale, la formazione è di competenza regionale. Dunque, per la creazione di un’unica Agenzia nazionale, che incorpori anche il lavoro dei CPI, si dovrebbe riformare il titolo V della Costituzione”.
Niente di più facile e veloce, insomma. L’unica soluzione percorribile potrebbe essere un’altra: la creazione di un’Agenzia regionale. E questa potrebbe rappresentare una buona occasione anche per ristabilire un po’ d’ordine in un settore estremamente frammentario: “A Lucca ci sono due cooperarive che assumono personale poi impiegato nei CPI; a Prato un’agenzia esterna, mentre solo a Firenze e Pistoia i dipendenti dei CPI sono stati assunti con un concorso, nel 2009. Ma abbiamo colleghi assunti persino con la partita IVA”, aggiunge Alfonso. Un settore dunque complesso, ma che è alimentato da tanti soldi europei, quelli del Fondo Sociale Europeo: 6,5 miliaridi di euro concessi dall’Europa all’Italia per i percorsi di formazionie e inserimento al lavoro, di cui 1,5 solo per il programma “Garanzia Giovani”. In Toscana ne arriveranno quasi 65 milioni per il biennio 2014-2015.
Ma la nota dolente è sempre la stessa: investiamo poco in settori chiave, soprattutto in tempi di stagnazione. Secondo uno studio dell’Isfol sui centri pubblici per l’impiego in Europa, nel nostro Paese s’investe solo lo 0,03% del Pil contro una media UE dello 0,25%. Meno di 500milioni l’anno, pari a quasi la metà di quanto spende persino la Spagna. E il risultato non può che essere di scarsa efficacia, ed efficienza, dei CPI: “Per gli strumenti che abbiamo facciamo fin troppo – commenta Alfonso- in media c’è un operatore ogni 3/400 persone. Inoltre, dal 2009, con l’attribuzione ai CPI della gestione della cassa integrazione in deroga, siamo diventati una specie di timbrificio. In certi giorni, in 2 ore di apertura, serviamo anche 90 numeri, e tutti per le certificazioni. Comprese quelle di riduzione dell’abbonamento ATAF”.
E nel caso in cui non dovessero rinnovare il contratto, a voi 55 precari? “Sarebbe uno sfacelo. Non solo per noi- conclude Romina- ma anche per il servizio pubblico che svolgiamo”.

2000 persone in meno nei centri per l'impiego. Così ci si prende cura di disoccupati e giovani?



SENZA IL NOSTRO LAVORO
I SERVIZI PER L’IMPIEGO E LA FORMAZIONE
NON SONO E NON SARANNO
GARANTITI

3 DICEMBRE 2014
DALLE ORE 8.30 ALLE ORE 13.30
Sala riunioni Centro per l’Impiego di Perugia

ASSEMBLEA SINDACALE
DEI PRECARI
DEI SERVIZI PER IL LAVORO E LA FORMAZIONE

PER CONCORDARE CON SINDACATI TERRITORIALI E RSU
LE STRATEGIE DI MOBILITAZIONE E CHIEDERE:

·  l’immediata proroga dei contratti a tempo determinato in scadenza al 31/12/2014 da parte della Provincia di Perugia o della Regione dell’Umbria quali soggetti territorialmente competenti e la stipula di un protocollo d’intesa che preveda contestualmente l’avvio di un percorso di stabilizzazione presso gli enti a cui saranno attribuite le deleghe in materia di lavoro, formazione e politiche attive, anche alla luce della recente sentenza della Corte di Giustizia Europea in tema di precariato e dopo molti anni di contratti a termine attivati a fronte di procedure concorsuali

· una più forte valorizzazione esterna delle decine di migliaia di attività svolte annualmente da questi servizi nei confronti di disoccupati, percettori di ammortizzatori sociali, disabili e minori. Senza il lavoro dei precari, a partire dai prossimi giornicentinaia di cittadini rischiano di non poter accedere ai servizi, tra questi centinaia di giovani rischiano di non poter partecipare alle misure previste da Garanzia Giovani e di non poter tenere i colloqui già concordati fino a Marzo 2015 (in media 40 appuntamenti al giorno)

· l’istituzione di un soggetto unico (Agenzia) pubblico che a livello regionale e nazionale si occupi dei servizi e delle politiche attive del lavoro rivolte ai disoccupati, favorendone l’inserimento/reinserimento occupazionale

· un reale investimento delle istituzioni competenti regionali e nazionali su tali servizi al fine di un rafforzamento e  potenziamento utile a rispondere alle esigenze dei cittadini e del sistema produttivo, in particolare nell’attuale momento di grave crisi economica

Nel caso in cui non fossero adottate tempestivamente le misure necessarie, saremo costretti ad usufruire dei giorni di ferie rimanenti (che altrimenti non ci verrebbero pagati)bloccando, di conseguenza, i servizi per tutto il mese di dicembre. In caso di mancata proroga dei contratti, tali servizi sono a rischio anche nei mesi successivi

I precari dei servizi per l’impiego e la formazione
si scusano con gli utenti per il disagio

O.d.G. sui precari delle Province e del Ministero della Giustizia

Il testo dell'Ordine del Giorno che ho presentato per impegnare il Governo a dare soluzione al problema dei precari delle Province e del Ministero della Giustizia
ORDINE DEL GIORNO

La Camera,
   premesso che:

    la legge 27 dicembre 2013, n. 147 (Legge di stabilità 2014), all'articolo 1, comma 344, aveva previsto che con decreto del Presidente del Consiglio del Ministri, di concerto con i Ministri dell'economia e delle finanze e della giustizia, fosse definito il riparto delle risorse del capitolo del Ministero della giustizia alimentato con il maggior gettito derivante dall'aumento del contributo unificato finalizzate in via prioritaria sia all'assunzione di personale di magistratura ordinaria sia a consentire a coloro che hanno completato il tirocinio formativo presso gli uffici giudiziari a norma dell'articolo 1, comma 25, della legge 24 dicembre 2012, n. 228, lo svolgimento di un periodo di perfezionamento (tirocinio formativo) dacompletare entro il 31 dicembre 2014, nel limite di spesa di 15 milioni di euro; 
    i tirocinanti (circa 2.800) sono, come previsto dall'articolo 1, comma 25, della legge n. 228 del 2012 (legge stabilità 2013), lavoratori cassintegrati, in mobilità, socialmente utili e disoccupati;  
    da quasi cinque anni essi stanno dando supporto ai dipendenti degli Uffici Giudiziari, facendo fronte a pesanti carichi di lavoro, e sopperendo alle notevoli carenze di organico; 
    per non disperdere questo patrimonio di professionalità acquisite e per garantire una sempre maggiore efficienza dei servizi resi ai cittadini è necessario che il Governo assuma ogni iniziativa possibile per il graduale reclutamento dei tirocinanti, ovviamente attraverso concorsi e con modalità di assunzione a qualsiasi titolo, in sintonia con le complessive linee diintervento di riforma in itinere senza che ciò comunque comporti, nelle more dell'espletamento di tali procedimenti, la cessazione del rapporto in essere fra i medesimi ed il Ministero della Giustizia;  
    critiche situazioni di precariato riguardano anche il personale dei Centri per l'impiego e dei Servizi per il lavoro e la formazione professionale delle Province; vi è la necessità di procedere al rafforzamento dei servizi per il lavoro come evidenziato anche dallo studio dell'ISFOL «Lo stato dei Servizi pubblici per l'impiego in Europa: tendenze, conferme e sorprese» pubblicato a marzo 2014; 
    nel   Jobs Act, recentementeapprovato dalla Camera dei Deputati, è prevista l'istituzione, anche ai sensi dell'articolo 8 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, di un'Agenzia nazionale per l'occupazione, partecipata da Stato, regioni e province autonome, vigilata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, al cui funzionamento si provvede con le risorse umane, finanziarie e strumentali già disponibili a legislazione vigente e mediante la razionalizzazione degli enti strumentali e degli uffici del Ministero del lavoro e delle politiche sociali;  
    nel medesimo atto è altresì prevista la possibilità di far confluire, in via prioritaria, nei ruoli delle amministrazioni vigilanti o dell'Agenzia il personale proveniente dalle amministrazioni o uffici soppressi o riorganizzati del Ministero del lavoro e delle politiche sociali nonché di altreamministrazioni, quali sono le Province che tradizionalmente gestiscono i Centri per l'impiego e, ove delegate, la formazione professionale;  
    è perciò importante prevedere che, in attesa della definizione degli atti per l'istituzione dell'Agenzia nazionale per l'occupazione, per le necessità connesse alle esigenze di continuità dei servizi, le province e gli enti subentranti alle stesse possano procedere almeno fino ai 31 dicembre 2016 alla proroga di contratti a tempo determinato o comunque denominati attualmente in essere,

impegna il Governo:
   affinché, nel prosieguo dell’ iter  parlamentare del Disegno di Legge di Stabilità 2015, o comunque degli ulteriori provvedimenti che saranno a breve assunti, sia previsto: 
    1) l'utilizzo, mediante assunzione con contratto a tempo determinato o con altra forma contrattuale, dei lavoratori che nel 2014 hanno svolto ilperfezionamento del tirocinio di cui all'articolo 1 comma 344, legge n. 147 del 27 dicembre 2013 ed il riconoscimento, nelle future procedure concorsuali, di adeguato punteggio per la professionalità acquisita e che, comunque, nelle more di tali procedure, sia prevista la prosecuzione del tirocinio formativo;  
    2) che, in attesa della istituzione dell'Agenzia nazionale per l'occupazione, al fine di garantire le esigenze di continuità del servizi, le Province possono procedere, alla proroga dei contratti in essere con i soggetti in servizio presso i Centri per l'impiego ed i Servizi per il lavoro e la formazione professionale.

9/2679- bis-A/ 43. Carrescia, Manzi, Arlotti, Senaldi, Morani, Dallai, Fanucci, Giovanna Sanna, Donati.

Accolto come raccomandazione, con il parere favorevole del Governo,nella seduta del 30 novembre dalla Camera dei Deputati.

RICHIESTA DI SOSTEGNO AI PARLAMENTARI ITALIANI PER DARE CONTINUITA' AI SERVIZI PER L'IMPIEGO E ALLA GARANZIA GIOVANI

Utilizzando strumenti istituzionali per l’analisi dei dati come il Rapporto sul Mercato del Lavoro CNEL del 30 settembre 2014  che a pag. 207 – 210 sottolinea:

“Andando ad osservare la componente dello sforzo (lo staff) risulta che, anche in questo caso, chi ha investito di più sono stati Francia e Germania, che hanno incrementato, rispettivamente, il numero di operatori degli Spi di circa 22 mila e di 18 mila unità. Anche per questa componente Irlanda e Italia si distinguono per una riduzione dell’impegno: circa 300 unità in meno la prima e oltre 1.500 per la seconda. Queste ultime informazioni consentono di rimeditare le evidenze relative alla capacità collocativa degli Spi analizzata in precedenza. Se infatti si rapporta il numero di quanti hanno trovato un’occupazione tramite il canale pubblico con la spesa ad esso dedicata, le evidenze mutano notevolmente.  […] su questo fronte, la vera sorpresa è il nostro paese, ove il costo per singolo intermediato è tra i più bassi.  Sia detto per inciso che i dati relativi all’Italia smentiscono ampiamente recenti analisi, rimbalzate sulla stampa , che hanno lamentato lo spreco delle risorse pubbliche destinate agli Spi (Servizi per l’Impiego).”

Le sottoponiamo il nostro disagio in considerazione di quanto sopra riportato nonché del fatto che in presenza di un aumento consistente dell’utenza (percettori di ammortizzatori sociali in deroga e gestione Programma Garanzia Giovani), né nella Legge di Stabilità né nel DDL sul Mercato del Lavoro si trovino oggi interventi volti a dare un orizzonte lavorativo stabile ai precari dei servizi per il lavoro e la formazione né provvedimenti di proroga dei tantissimi contratti in scadenza al 31/12/2014.

Pochi mesi fa, l’accordo tra Stato e Regioni, in attuazione del comma 91 dell’art.1 della Legge 56/2014, ha mantenuto la nostra situazione lavorativa ancorata ad enti senza prospettive come le province. Per le quali non solo si riafferma - nella Legge di Stabilità - l'impossibilità di procedere ad assunzioni a tempo indeterminato, ma che spesso non sono neppure in grado di garantire economicamente la proroga dei nostri contratti in scadenza; pur in presenza di requisiti di legge per la stabilizzazione.
Per il lavoro che svolgiamo quotidianamente sotto i riflettori puntati di una stampa spesso (come si può leggere sopra) disinformata, rappresentando (anche se con pochi strumenti di intervento)  i terminali delle aspettative lavorative di tanti cittadini  in condizioni di grande disagio- A seguito dei tanti ordini del giorno, che sul tema hanno visto un pronunciamento favorevole del Parlamento, chiediamo provvedimenti che ci pongano perlomeno sullo stesso livello di “garanzie” dei lavoratori precari di altri enti o istituzioni.

È inutile, inoltre, ricordare che senza il nostro supporto le tante attività ed i colloqui previsti nell'ambito del Piano Garanzia Giovani non potranno essere né tenute né avviate.

Con la presente chiediamo pertanto un Suo sostegno alle proposte di emendamento alla Legge di Stabilità di seguito riportate
  

IPOTESI DI EMENDAMENTO ALLA LEGGE DI STABILITA’


PROROGA CONTRATTI A TERMINE DEI PRECARI DELLE PROVINCE - CENTRI PER L’IMPIEGO E FORMAZIONE

1) All’art 21 inserire il seguente comma: 

Per le strette necessità connesse alle esigenze di continuità dei servizi, le province e le città metropolitane possono prorogare fino al 31 dicembre 2016 i contratti di lavoro a termine di cui all’articolo 4, comma 9 del D.L. n. 101 del 2013 convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125 nel rispetto della vigente normativa di contenimento della spesa complessiva di personale e dei limiti massimi della spesa annua per la stipula dei contratti a tempo determinato. Tale proroga, il cui costo sia coperto con risorse proprie o con fondi nazionali regionali, o comunitari a tali funzioni attribuiti,  è consentita anche in deroga ai vincoli connessi al rispetto del patto di stabilità interno e ai limiti temporali sui contratti a termine.

2) All’art 21 inserire il seguente comma:  
All’articolo 1, comma 219 lettera d) della legge 27 dicembre 2013 n. 147 aggiungere: Tali proroghe sono consentite anche in deroga ai vincoli connessi al rispetto del patto di stabilità interno ed ai limiti temporali sui contratti a termine.

3) All’art.21 aggiungere il seguente comma:
All'articolo 4, comma 9, terzo periodo, del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125, le parole "31 dicembre 2014" sono sostituite dalle seguenti "31 dicembre 2016".  Le proroghe, il cui costo sia coperto con risorse proprie o con fondi nazionali regionali, o comunitari a tali funzioni dedicati,  è consentita anche in deroga ai vincoli connessi al rispetto del patto di stabilità interno e ai limiti temporali sui contratti a termine.

CHIARIFICAZIONE  PRECARI PAGATI CON FONDI STRUTTURALI


All’art 21 inserire il seguente comma:
All’articolo 1, comma 219 lettera d) della legge 147 del 2013 dopo "allo scopo di consentire il regolare funzionamento dei servizi per l'impiego" aggiungere "per la formazione, le politiche attive del lavoro e le politiche comunitarie".

STABILIZZAZIONE PRECARI AVENTI REQUISITI DI LEGGE


All’art.35 comma 15 lett.c) aggiungere: 
fatta eccezione per il personale non dirigenziale impiegato con contratti a tempo determinato e in possesso al 31/12/2014 dei requisiti di legge per essere stabilizzato, impiegato in settori che prevedano provvedimenti di riordino istituzionale o rientrino nell’ambito di disegni di legge delega già in atto relativi a riforme di settori organici e il cui costo sia coperto con risorse proprie o con fondi regionali o nazionali a tali funzioni attribuiti da attuarsi entro il 31/12/2016 anche in deroga al patto di stabilità interno.

STABILIZZAZIONE DA PARTE DELLE REGIONI


All’art.21 inserire il seguente comma:  
In attesa dei provvedimenti di riordino di cui all’art. 11 dell’accordo ai sensi dell’art.1 comma 91 della Legge n. 56/2014 tra Governo e Regioni, e allo scopo di garantire la continuità dei servizi, il personale non dirigenziale assunto con contratto a tempo determinato impegnato nei servizi di cui al citato art. 11, in possesso di idoneità concorsuale per assunzioni a tempo indeterminato, dei requisiti di cui all’art.4 comma 6 primo periodo della Legge 30 ottobre 2013, n.125 e il personale non dirigenziale dei sopra citati servizi che abbia sostenuto procedure selettive pubbliche per titoli ed esami indette ai sensi dell’art.1 comma 560 della legge 296/2006 e assunto, a seguito delle stesse, con contratto a tempo determinato, che abbiano maturato una anzianità di servizio di almeno tre anni negli ultimi cinque alla data della presente legge, possono essere stabilizzati a domanda dalla Regione territorialmente competente con risorse proprie o fondi regionali o nazionali a tali funzioni attribuiti ed assegnato, in deroga alla vigente disciplina in materia di limiti per le assunzioni e nel rispetto dei vincoli di spesa, ai soggetti istituzionali individuati anche temporaneamente a svolgere le funzioni previste.

STABILIZZAZIONE PRECARI DA PARTE DEI SOGGETTI ISTITUZIONALI INSEDIATISI A SEGUITO DELLA LEGGE DEL RIO

All'art.21 inserire il seguente comma:  
I soggetti  istituzionali insediatisi a seguito della legge 7 aprile 2014, n. 56 nonché gli enti o agenzie subentranti nelle funzioni alle province che, ai sensi dell’articolo 35 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, stiano assolvendo alla carenza della dotazione organica  attraverso il ricorso e l’impiego di personale assunto con procedure ad evidenza pubblica con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato della durata di 36 mesi alla data del 31 dicembre 2014 e i cui contratti di lavoro siano stati oggetto negli ultimi cinque anni di una serie continua e costante di rinnovi e proroghe anche con soluzione di continuità presso il medesimo ente, possono procedere entro il 31 dicembre 2016, con risorse proprie o fondi regionali o nazionali a tali funzioni attribuiti, alla stabilizzazione a domanda del personale interessato.

EQUIPARAZIONE DELLE NORME PREVISTE PER I PRECARI DELLE AMMINISTRAZIONE PUBBLICHE AI PRECARI ATTUALMENTE ESCLUSI

All’art 21 inserire il seguente comma:

 Le disposizioni di cui all’articolo 4 comma 6 e comma 6 quater del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125 si applicano ai soggetti istituzionali individuati a svolgere le funzioni previste dall’accordo ai sensi dell’art.1 comma 91 della Legge n. 56/2014 tra Governo e Regioni, sancito in Conferenza unificata, sentite le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative.

SITUAZIONE CPI DI ROMA

Capitale Lavoro S.p.A. nasce nel 2002 per volontà della Provincia di Roma con compiti di supporto nelle attività relative alla gestione dei Servizi per l’Impiego e della Formazione professionale.
La Provincia di Roma ha progressivamente ampliato i compiti alla Società, modificandone lo Statuto nel novembre del 2007: Capitale Lavoro S.p.A. ha un ruolo sempre più ampio a supporto della Provincia di Roma, crescendo anche in termini di organico aziendale.
L'Amministrazione Provinciale trasferisce a Capitale Lavoro S.p.A. i compiti in regime di affidamento diretto.
La Società opera nei seguenti ambiti:
• Lavoro
• Formazione professionale
• Nuove tecnologie
• Sociale
• Ambiente
• Formazione del personale provinciale
Nel nuovo statuto approvato di recente così viene riportato:
"La società ha per oggetto le attività di supporto all'esercizio delle funzioni amministrative dell'ente proprietario (non si parla più di Provincia di Roma) comprensive delle funzioni fondamentali e delle altre funzioni amministrative attribuite all'ente proprietario medesimo dall'articolo 118 della Costituzione nonché quelle attribuite e delegate da altri Enti della Pubblica Amministrazione."
La società ha quest'anno incorporato al suo interno altre società in house della provincia, arrivando a circa 350 dipendenti attuali.
La società supporta le strutture dell'ente proprietario nelle funzioni fondamentali relative a:
a) programmazione economica con particolare riferimento allo sviluppo del territorio
b) pianificazione territoriale generale e supporto alla progettazione tecnica degli enti locali; tutela ambientale e servizi ecosistemici;
c) pianificazione e progettazione delle reti infrastrutturali e informatiche, con riferimento al potenziamento di reti informative e di collegamento a servizio dell'ente proprietario e dei comuni dell'area metropolitana;
d) strutturazione di sistemi coordinati di gestione dei servizi pubblici, nonché organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito metropolitano;
e) servizi di supporto alle attività di assistenza tecnica e amministrativa organizzati dall'ente proprietario per le amministrazioni comunali e le relative forme associate;
f) promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale con particolare riferimento alla gestione dei servizi per l'impiego e formazione professionale, in coerenza con gli obiettivi
di valorizzazione e potenziamento del ruolo strategico delle funzioni degli enti locali in materia di politiche attive per il lavoro inclusa la formazione professionale. Il personale di Capitale Lavoro che opera nei centri per l'impiego è ad oggi di 240 unità, siamo a tempo indeterminato ma lavoriamo su progetti di durata annuale (da gennaio a dicembre): quello in
corso si chiama Sispi VII, progetto di prosecuzione e adeguemento dei servizi di supporto tecnico, finalizzati alla valorizzazione dei servizi pubblici per l'impiego della Provincia di Roma.
Il personale di Capitale nei Cpi de facto lavora in sostituzione del personale della Provincia, firmando e convalidando le pratiche all'utenza, con una modulistica che non fa distinzione tra dipendente della Provincia e dipendente di Capitale lavoro di supporto.
Siamo dunque in sostituzione del personale? Quali tutele abbiamo nello svolgere mansioni e ruoli rispetto ai quali abbiamo solo indicazioni a voce e non scritte da parte dei responsabili?
La provincia è oggi sotto commissariamento a seguito delle dimissioni del Presidente Zingaretti, l'attuale commissario Carpino resterà in carica fino a dicembre 2014. Cosa ne sarà di noi dopo?
Cosa ne sarà della Città Metropolitana?
In assenza di informazioni chiare, si sta cercando di richiedere un incontro chiarificatore con il
commissario per sapere cosa ne sarà dei dipendenti di Capitale Lavoro.
Ad oggi a livello politico istituzionale il quadro normativo non è chiaro e quindi non è facile determinare scenari certi rispetto all'evoluzione degli enti locali e quindi delle trasformazioni future relative ai rapporti tra Capitale Lavoro e Provincia di Roma.
Al momento rispetto ai tanti dubbi e domande che si pongono i dipendenti le rappresentanze sindacali aziendali hanno solo avanzato ipotesi.