Cari colleghi dei Centri per l'Impiego dell'Emilia-Romagna e d'Italia alcune riflessioni al volo:

Cari colleghi dei Centri per l'Impiego dell'Emilia-Romagna e d'Italia,
alcune riflessioni al volo:
- pur rimanendo dentro alla partita Province, è sempre più evidente che quella dei servizi pubblici per il lavoro si definisce come questione specifica (se non addirittura a sé)
- gli appetiti politici e finanziari (fondi FSE, pubblico / privato, Italia Lavoro & c., ecc.) paiono guidare la discussione su ruolo, funzioni e attività dei futuri CPI targati Agenzia Nazionale, piuttosto che una seria discussione su competenze, professionalità, esperienze maturate dai nostri servizi e dai nostri lavoratori nell'ambito delle politiche attivie
- ad eccezione della Regione Toscana, nessun'altra Regione ha ancora preso posizioni serie e chiare in merito alla questione, dimostrando così di non saper governare non solo il futuro, ma neppure il patrimonio di investimenti, esperienze, scelte, sistemi di governo locali, ecc. costruito sui territori in questi anni
- anche i sindacati (io sono RSU CGIL), nonostante gli accordi (almeno a livello di regione Emilia-Romagna) di avviare con urgenza tavoli tecnici anche specifici sui diversi servizi provinciali, sembrano muoversi con lentezza. Troppa, se consideriamo che l'incontro nazionale con le RSU delle Province è convocato per il 25 febbraio prossimo... Troppa anche in considerazione che si sta parlando di SERVIZI PUBBLICI PER IL LAVORO.
- ritengo urgente, almeno a livello della regione E-R che ci muoviamo unitariamente come LAVORATORI DEI CENTRI PER L'IMPIEGO, facendoci vedere e soprattutto portando avanti le nostre richieste di tutela dei servizi, dei servizi pubblici, delle professionalità e di una discussione seria (e partecipata) sul merito dei servizi.
- qua in provincia di Rimini, io e miei colleghi dei CPI crediamo sia necessario e urgente muoverci unitariamente, innanzitutto a livello regionale: è urgente capire cosa i nostri politici stanno trattando in conferenza stato-regioni, farli scoprire e obbligarli a prendere in considerazione le nostre richieste e proposte. Ad es. "imponendo" un incontro al nostro assessore regionale al lavoro. Ad es. con una manifestazione unitaria in regione. Ad es. con uno sciopero dei CPI di tutta la regione.
Praticamente vengono a Rimini, il 6/2, Taddei del PD, assessori e consiglieri regionali a parlare di Jobs Act. A me sembra un’ottima occasione per farci vedere e sentire come CPI dell’Emilia Romagna (lo striscione è già pronto). Inviterei dunque tutti gli altri CPI dell'E-R a manifestare insieme qui a Rimini. Concretamente: presentarsi con striscione e altre forme di visibilità (magliette, ecc.); scrivere un comunicato; prendere la parola e leggerlo; oltre che consegnarlo a Taddei.

COSA NE DITE?

AGENZIA PER IL LAVORO, LA REGIONE ACCELERA

Al via l'istituzione del nuovo organismo che occuperà i 1.100 dipendenti dei centri per l'impiego. Nessun cda a dirigerlo ma solo un direttore

La Regione Toscana predisporrà un emendamento alla proposta di legge che la Giunta ha licenziato nei giorni scorsi sulla riorganizzazione delle Province, che prevede anche il trasferimento alla Regione del personale dei Centri per l’impiego (Cpi), che confluirà poi nell’Agenzia regionale per il lavoro. L’iniziativa è stata presentata oggi dal governatore Enrico Rossi e dall’assessore al lavoro Gianfranco Simoncini. Attualmente in carico alle Province ci sono poco più di mille persone che lavorano nei Cpi: 560 dipendenti diretti, con contratti a tempo determinato e indeterminato, di cui 6 dirigenti e 540 dipendenti da enti esterni. Per garantire la fase transitoria, i servizi e gli standard di qualità e i livelli essenziali delle prestazioni era stata attribuita alle Province, per il 2014, la somma di 12 milioni come anticipazione della nuova programmazione. Nell’ambito della programmazione Fse 2007/13 si stima che le risorse trasferite dalla Regione alle Province per il funzionamento dei Cpi siano circa 70 mln di euro (escluse le retribuzioni del personale), a cui si devono aggiungere altri 7 mln trasferiti nel 2013.

Lavoro, agenzia regionale avanti tutta: alle 15.30 conferenza stampa di Rossi e Simoncini

Avanti tutta con l'Agenzia regionale per il lavoro. Mentre è ancora in corso la discussione sulle competenze a livello nazionale, la Toscana è pronta ad attuare la legge approvata dal consiglio regionale nel luglio scorso.  Il presidente della Regione Enrico Rossi , insieme all'assessore alle attività produttive, credito e lavoro Gianfranco Simoncini, faranno il punto su questo tema, strettamente legato al superamento delle Province da cui fino ad oggi dipendevano i centri per l'impiego, nel corso di una conferenza stampa che si terrà oggi, lunedì 26 gennaio, alle ore 15.30, nella Sala stampa di Palazzo Strozzi Sacrati, piazza Duomo 10, Firenze.

Lavoro, Simoncini: Regioni procedono con leggi di riordino servizi

Il personale dei Centri per l'impiego sarà trasferito, insieme agli altri dipendenti delle Province, per dare corso alla riorganizzazione dei servizi per il lavoro. E' questa la linea lungo la quale procederanno le Regioni, resa nota oggi dall'assessore alle attività produttive credito e lavoro Gianfranco Simoncini, coordinatore del settore lavoro della Conferenza delle Regioni. 
"Continua comunque il confronto con il Governo e il Parlamento - ha aggiunto Simoncini - per superare il blitz che sposterebbe le competenze sulle politiche attive per il lavoro a livello nazionale, senza alcun ruolo per le Regioni e determinando una cesura incomprensibile tra politiche attive del lavoro e a sostegno ai dei sistemi economici locali e formazione professionale che, invece, rimarrebbero di competenza regionale". 
Le Regioni si presenteranno dunque all'Osservatorio sul riordino delle Province (Legge Delrio), informando che non potranno più rispettare l'impegno assunto di rimandare ad un momento successivo il riordino dei servizi per il lavoro. 
"Questo impegno - ha spiegato Simoncini - era stato assunto sulla base di una condivisione con il Ministero del Lavoro che prevedesse una Agenzia nazionale per il coordinamento e l'indirizzo delle politiche attive del lavoro e agenzie regionali responsabili della gestione del territorio. Ipotesi perfettamente in linea con il quadro di riforma costituzionale approvato dal Senato. Le modifiche ipotizzate alla Camera fanno, di fatto, saltare tale intesa". 
"Le Regioni, consapevoli del quadro costituzionale vigente e dell'urgenza di dare una risposta immediata all'incertezza che vivono i servizi per l'impiego in seguito al superamento delle Province, procederanno con le proprie leggi a disciplinarne il riordino". 
"Ci auguriamo, comunque – ha concluso - che in sede di discussione in aula, alla Camera, si possa ottenere una modifica del testo approvato in Commissione che, ribadendo il ruolo nazionale sull'ordinamento e le disposizioni comuni, assegni alle Regioni il ruolo della gestione a livello territoriale delle politiche del lavoro". 

APPELLO DISPERATO PRECARI PROVINCIA DI CHIETI

Gentilissimo Sottosegretario/On./Senatore,

siamo i 23 dipendenti a tempo determinato della Provincia di Chieti che lavoriamo presso i Centri per l'Impiego da ormai 12 anni.
Questo anno, precisamente il 22 dicembre 2014, cinque di noi hanno superato i 36 mesi di contratto a tempo determinato, mentre gli altri a scalare lo supereranno a partire dal mese di gennaio 2015.
Il presidente della Provincia di Chieti con atto del consiglio provinciale il 18 dicembre 2014 delibera la proroga per noi 5 in scadenza dal 22/12/2014 al 31/12/2014 per poi attendere il mille proroghe e/o maxi emendamento per verificare la eventuale prosecuzione delle attività per il 2015.
Il giorno 22 dicembre 2014, nostro ultimo giorno di lavoro, revocano la delibera di proroga in autotutela senza motivazione ed automaticamente ci arrivano i telegrammi di annullamento del contratto il 23 dicembre e quindi licenziamento dopo 12 anni di servizio.
Il 2 gennaio 2015 ci convoca il presidente in Provincia per tranquillizzarci dicendoci che con atto presidenziale ci avrebbero rimesso in servizio.
Ci presentiamo dal Presidente il quale ci riceve dopo 5 ore di attesa per comunicarci che non hanno alcuna intenzione di superare i 36 mesi perché nessuna normativa lo permette ed il mille proroghe non si riferisce al nostro caso, in quanto in nessun atto del Governo c’è scritto che si possono superare questi benedetti 36 mesi.
Non hanno voluto sentire del parere del Ministero della Funzione Pubblica del 20/03/2014, espressasi per caso identico per la Provincia di Perugia,  che spiegava la specialità di questa situazione e chiariva la possibilità di oltrepassare questi 36 mesi solo per il nostro caso. Questi amministratori ritengono che in virtù delle ultime sentenze della Corte di Giustizia  Europea noi potremmo un giorno adire le vie legali.
Siamo le figure specialistiche dei 4 Centri per l'Impiego della Provincia di Chieti, pagati con il FSE e quindi fondi extra bilancio.
Il comma 429 del maxiemendamento alla legge di stabilità permette alle Province di prorogare i contratti solo dei Centri per l’Impiego al fine di consentire la corretta erogazione del pubblico servizio nelle more della riforma Del  Rio con un’unica limitazione: purché continui ad esercitarne le funzioni!!! Ed è chiaramente il nostro caso.
La provincia di Chieti ha sottoscritto con la Regione la proroga delle attività ad oggi fino a maggio 2014,  ha ottenuto i fondi per pagare i nostri contratti, ha assicurato la prosecuzione delle attività ma non ha ottemperato alla nostra proroga lasciando i servizi scoperti  ed incassando i soldi per continuare ad erogarli.
Ci resta solo di interessare la Procura della Repubblica che può far luce sull’utilizzo dei fondi e gli ispettori comunitari e sarà la nostra ultima spiaggia in quanto siamo interessati solo a lavorare.
La collettività ci ha sempre considerato punti di riferimento per il territorio sia le aziende che i disoccupati hanno sempre avuto risposte chiare e veritiere da noi: solo chi lavora ogni giorno negli sportelli a contatto con i cittadini può capire.
Ne sono un piccolo esempio il numero delle richieste pervenute alla Regione da parte delle aziende del territorio per ospitare tirocini sul programma Garanzia Giovani Abbiamo organizzato convegni, li abbiamo chiamati uno per uno chiedendo di dare un'opportunità ai ragazzi che come noi vivono la precarietà.
Tutto ciò  ha del paradossale ci deve scusare se ci permettiamo di disturbarla, ma non sappiamo più cosa fare sono giorni che cerchiamo di parlare con persone che non vogliono sentire per incapacità di applicare le leggi dello Stato.
Le chiediamo di aiutarci se può in qualche modo siamo gli unici precari non salvaguardati d’ITALIA.
La ringraziamo di cuore per l’attenzione che ci sta dedicando in questo momento e viviamo nella speranza di poter riprendere il nostro servizio oggi sospeso rivolto a quei cittadini che ne hanno più bisogno.

Distinti Saluti
Coordinamento dei Precari
PROVINCIA DI CHIETI

Provincia Torino: sciopero della fame dei precari

Hanno iniziato lo sciopero della fame alcuni lavoratori, sia precari che dipendenti a tempo indeterminato, dell'ex Provincia di Torino. Chiedono la deroga al Patto di Stabilità per poter rinnovare i contratti e garantire i servizi ai cittadini. Dopo il presidio, 24 ore su 24, nel fine settimana davanti al Comune, prosegue quindi la mobilitazione per le deroghe alle sanzioni previste per gli enti che sforano il patto di stabilità. (Ansa)

Centri per l’impiego, la Cgil fa vertenza

Manifestazione delle lavoratrici dei...
Pistoia, chiesta al giudice del lavoro l’assunzione per chi ha contratti a tempo determinato superiori a 36 mesi
PISTOIA. Estendendo per analogia la sentenza emessa a fine novembre 2014 dal presidente sloveno della Corte di giustizia europea, Marko Ilesic, la Cgil ha presentato istanza al giudice del lavoro, chiedendo che i precari del Centro per l’impiego che hanno prestato servizio con contratto a tempo determinato per un periodo di tempo superiore ai 36 mesi si vedano riconosciuto il diritto all’assunzione a tempo indeterminato o il risarcimento dell’anzianità di lavoro maturata.Il pronunciamento della Corte di giustizia era, nello specifico, indirizzato ai precari italiani della scuola, e anche in questo settore sono centinaia le vertenze seguite dai sindacati pistoiesi. Dei 42 lavoratori precari del Centro per l’impiego pistoiese solo 4 sono in possesso di contratti di lavoro a tempo indeterminato. In questi giorni sono in corso manifestazioni e le iniziative di protesta dei dipendenti della Provincia, ai quali la riforma Del Rio assicura... un futuro incerto.Nell’attesa di sapere se e in quali altri enti pubblici saranno riassorbi il sindacato si è mosso con il giudice del lavoro chiedendo il consolidamento della loro posizione professionale. La vertenza è seguita dall’avvocato Chiara Scartabelli.Una vicenda paradossale quella dei lavoratori dei Centri per l’impiego: aiutano gli altri a trovare il lavoro, sono quasi tutti laureati con master e specializzazioni varie, ma sono per primi precari, alcuni da 10-12 anni. «Le condanne della Corte di giustizia nel pubblico impiego - ricorda Silvia Biagini, segretaria provinciale della Funzione pubblica Cgil - sono ormai ripetute e invitano il nostro Paese a stabilizzare i precari».

Licenziati dalla Provincia, via allo sciopero della fame

La protesta di due precari, a casa dal primo gennaio con l'inizio della Città metropolitana, e di un assunto a tempo indeterminato che aderisce per solidarietà: "Fassino abbia più coraggio, faccia come Pisapia e proroghi i contratti dei 22 rimasti senza lavoro"
Sciopero della fame: da questa mattina tre dipendenti dell'ex Provincia di Torino, ora Città metropolitana, hanno dato il via a questa forma di protesta per chiedere al sindaco Piero Fassino la proroga dei contratti dei ventidue precari che sono a casa dal primo gennaio. I tre - due lavoratori senza contratto, Michele Siani e Gianluca Lano, e uno a tempo indeterminato, Michele Perodotto, che aderisce "per solidarietà con i colleghi, perché ora tocca a loro ma presto potrebbe essere il nostro turno" - si sono sistemati davanti alla sala delle Rsu della Provincia in corso Inghilterra, nel palazzo dove hanno lavorato fino a due settimane fa. "Fassino aveva promesso di seguire la strada del suo omologo Pisapia a Milano - spiegano - ma già oggi 53 nostri colleghi precari della Città metropolitana milanese hanno firmato la proroga del contratto per un anno: chiediamo a Fassino lo stesso coraggio. Anche Milano ha sforato il patto di stabilità e potrebbe incorrere in sanzioni, ma loro si sono presi la responsabilità politica di tutelare i lavoratori: perché non lo fanno anche a Torino?" attacca Ugo Delotto delle Rsu.
Il presidio, che nei giorni scorsi era sistemato davanti a Palazzo di Città, si sta allestendo in queste ore e i lavoratori sono pronti a fermarsi anche questa notte. "Abbiamo chiesto di poter usare la saletta delle Rsu anche di notte - spiegano - se ci negano l'autorizzazione staremo qui fuori o nelle macchine qui davanti".
fonte:http://m.repubblica.it/mobile/r/locali/torino/cronaca/2015/01/14/news/licenziati_dalla_provincia_via_allo_sciopero_della_fame-104929218/

Simoncini: Per il lavoro “un servizio nazionale, radicato nei territori”, no a "blitz sulle competenze costituzionali"

Centro per l'impiego
L'assessore alle attività produttive, credito e lavoro: "le funzioni di programmazione e attuazione degli interventi inerenti il mercato del lavoro e l'occupazione dovrebbero restare appannaggio delle Regioni"
"Il blitz sulle competenze costituzionali sul lavoro, avvenuto in Commissione alla Camera, ipotizzando un ritorno delle competenze esclusive sul lavoro allo Stato, rappresenta una rottura profonda nel percorso di riordino dei servizi per il lavoro e interrompe un confronto positivo che aveva trovato un punto di equilibrio al Senato, ma anche nei colloqui in atto tra le Regioni ed il ministro del lavoro Poletti, che nell'incontro ufficiale del luglio scorso aveva detto di condividere l'ipotesi di assegnazione alle Regioni del personale provinciale dei servizi per il lavoro. Spero che questo percorso possa andare avanti, evitando ritorni al passato e centralismi che, spesso, invece di aiutare una crescita unitaria dei servizi in tutto il paese, producono un livellamento verso il basso. Mi auguro invece che alla fine si possa arrivare ad un Servizio nazionale del lavoro profondamente radicato nei territori". 
Lo ha detto l'assessore alle attività produttive, credito e lavoro intervenendo oggi su questi temi al convegno "Possibili scenari dei servizi al lavoro: nuove governance e competenze professionali" promosso a Firenze dalla rete delle Agenzie per i servizi al lavoro. Oltre a rappresentare un ritorno al passato, l'ipotesi rischia, secondo Simoncini, di "determinare una cesura tra le politiche attive del lavoro, di esclusiva competenza dello stato e la formazione, di esclusiva competenza regionale" con conseguenti problemi di gestione di politiche che sono strettamente intrecciate fra di loro. 
"Resta davvero difficile capire come si possa pensare in Costituzione, di ribadire che "spetta alle Regioni la podestà legislativa in materia di ...promozione dello sviluppo economico locale e organizzazione in ambito regionale, ..di istruzione e formazione professionale" e poi assegnare in maniera esclusiva allo stato le "politiche attive del lavoro", cioè quelle politiche strettamente funzionali allo sviluppo economico e impensabili senza la formazione professionale. È un disegno istituzionale che non torna, come si potrebbero gestire le crisi aziendali senza le politiche attive? Come si potrebbero fare politiche attive senza la formazione?La necessaria ricerca di nuove relazioni tra politiche passive e politiche attive per il lavoro non può portare a rompere il legame con la formazione, che è una delle componen ti fondamentali di politiche attive efficienti". Non è tutto. "Un quadro di riordino del sistema che superi l'eccessiva frantumazione dei servizi – spiega ancora l'assessore - non può portare ad una nuova centralizzazione degli interventi che non tenga conto della profonda differenza dei mercati del lavoro locali: Trento, Firenze o Palermo devono certo offrire ai propri cittadini pari opportunità e diritti nell'accesso ai servizi per il lavoro, ma non si possono ignorare situazioni che richiedono interventi articolati e diversificati". "Questa posizione – annuncia Simoncini – la ribadiremo nell'incontro delle Regioni col Ministro Boschi giovedì prossimo". L'assessore ha quindi sintetizzato il lavoro fatto in questi mesi, sfociato in una proposta incardinata su un'Agenzia nazionale, che avrebbe assegnate dal Ministero le competenze su livelli essenziali delle prestazioni, standard minimi, personale e risorse, criteri per l'accreditamento degli operatori pubblici e privati, per l'accertamento e la perdita dello stato di disoccupazione; coordinamento e gestione di un sistema nazionale informativo: monitoraggio e valutazione di interventi e risultati; assistenza tecnica alle Regioni e poteri sostitutivi nei confronti di situazioni di inadempienza e ritardo. La nuova agenzia potrebbe riassumere in se le funzioni di Italia Lavoro e definire uno stretto collegamento con Inps. Architrave del sistema sarebbero le Agenzie regionali, responsabili della gestione operativa dei servizi, nel rispetto della programmazione delle Regioni che regolano e organizzano gli interventi. Una volta definiti a livello nazionale gli standard e gli obiettivi da perseguire, le funzioni di programmazione e attuazione degli interventi inerenti il mercato del lavoro e l'occupazione dovrebbero restare appannaggio delle Regioni, in modo da renderli coerenti con le caratteristiche de i sistemi produttivi locali e le dinamiche domanda-offerta di lavoro territoriali. In particolare, alle Agenzie regionali potrebbero essere attribuiti i servizi connessi a collocamento e incontro fra domanda e offerta di lavoro; la gestione di politiche attive del lavoro e prevenzione della disoccupazione; le attività di orientamento e quelle relative all'obbligo di istruzione; la gestione del sistema informativo del lavoro regionale nel quadro degli standard e delle procedure definite per il sistema informativo nazionale; la collaborazione con le altre agenzie regionali, con il Ministero, con altri enti pubblici e istituzionali. "In questo quadro – osserva l'assessore Simoncini - sarebbe possibile affidare alle Agenzie regionali anche le funzioni in materia di formazione, vista la competenza esclusiva delle Regioni in tale materia e lo stretto legame con le politiche attive del lavoro". Una criticità è rappresentata dalla questione delle risorse, sia umane che finanziarie, che non trova risposta nella previsione del Jobs act che precisa come il riordino debba avvenire a parità di risorse. "Un fatto che appare del tutto non coerente – spiega Simoncini - con l'obiettivo di dare al nostro paese standard europei, visto che l'Italia mostra il più basso rapporto tra numero di operatori dei servizi per l'impiego e disoccupati. La nuova governance dei servizi per il lavoro richiederebbe nuove risorse e un investimento sul personale operante nei servizi per il lavoro, di cui una componente non certo marginale è costituita da lavoratori con elevate e specifiche professionalità, ma impiegati con contratti a termine. Forse è qui che il legislatore nazionale dovrebbe intervenire con urgenza più che lanciarsi in interventi improvvisati sulle competenze costituzionali. Il nodo delle risorse dovrebbe essere affrontato a partire dal tema centrale delle modalit&a grave; attraverso le quali risorse di bilancio e risorse umane delle Province saranno trasferite ai nuovi gestori dei servizi, superando la situazione di profonda incertezza che da tempo vivono questi lavoratori. Si potrebbe magari ipotizzare che una parte dei dipendenti provinciali, con il venir meno di attività per il funzionamento dell'ente, potessero essere destinati, con appositi progetti formativi a rafforzare i servizi per il lavoro". La Toscana è già preparata ad affrontare questo passaggio di competenze. "Abbiamo approvato una legge – ricorda Simoncini – con il sostegno delle parti sociali e sindacali, una legge non impugnata dal Governo, che prevede l'istituzione dell'Agenzia regionale del lavoro nella quale far confluire competenze e personale dei servizi per l'impiego provinciali e che potrebbe divenire il soggetto unico per la gestione delle politiche attive e della formazione. Nelle prossime settimane, anche in relazione alla chiusura del confronto sull'attuazione della legge "Del Rio", procederemo di conseguenza".


“Basta annunci, la politica trovi una soluzione”

Viterbo – Riceviamo e pubblichiamo – Era il 24 dicembre 2014 quando il ministro per la Pubblica amministrazione, Marianna Madia, affermava in un tweet “CDM proroga contratti dei lavoratori precari province. Con #superamentoprovince nessuno perde posto e si danno migliori servizi a cittadini”.


Il coordinamento dei precari della provincia torna a chiedere risposte per il futuro dei 46 lavoratori


Eppure, all’annuncio non sono seguiti i fatti: ad oggi, 13 gennaio 2015, i 46 lavoratori a tempo determinato della provincia di Viterbo, con contratti scaduti il 31 dicembre, restano ancora a casa. 
Complice della malefatta, una normativa poco chiara che, essendo oggetto di diverse interpretazioni, non consentirebbe agli amministratori provinciali di garantire certezze e futuro ai 46 precari e alle loro famiglie. In attesa che il ministero per la Pubblica amministrazione renda nota l’attesa circolare esplicativa e risolva così i problemi interpretativi consentendo la proroga dei contratti, il coordinamento dei precari della Provincia di Viterbo lancia un appello ai rappresentanti politici locali, regionali e nazionali affinché si assumano l’onere di trovare una soluzione alla difficile situazione in cui vertono i lavoratori.
Del resto, in altre province italiane una soluzione è stata già trovata (vedi la provincia di Perugia che, in accordo con la regione Umbria, ha già prorogato 50 contratti a tempo determinato).
Ricordiamo, inoltre, che i lavoratori a tempo determinato i cui contratti non sono stati prorogati ricoprono ruoli essenziali all’interno della provincia di Viterbo. Senza di loro, visto il clima di assoluta incertezza sulla sorte delle province e in attesa che venga attuata la riforma delle stesse, non si riuscirebbe di fatto a garantire il regolare svolgimento delle attività dell’ente, con gravi ripercussioni sui servizi alla cittadinanza.

Comunicato stampa incontro Sincado Dario Nardella e RSU Città Metropolitana di Firenze

Firenze 09/12/2015




La RSU della Città Metropolitana di Firenze ribadisce con forza che non esistono lavoratori diversi dagli altri, questo è quello che abbiamo sempre portato avanti ed è quello che vogliamo dire al Sindaco Metropolitano Nardella a seguito delle sue dichiarazioni espresse questa mattina in occasione,  di un incontro con i lavoratori in occupazione.
Questa mattina il Sindaco Nardella ha incontrato la RSU e i lavoratori della Città Metropolitana  dando generiche rassicurazioni sulla tutela dei lavoratori nel percorso di riorganizzazione delle funzioni delle province.
Il Sindaco Metropolitanotra tra le altre cose ha chiesto ai lavoratori di collaborare per creare le condizioni per un avvio costruttivo della Città Metropolitana.

In relazione alla nostra domanda relativa al futuro dei lavoratori precari il Sindaco ha sottolineato la diversità tra tempi indeterminati e tempo determinati  per noi inaccettabile, per i quali non si prevedono percorsi di stabilizzazione o continuità lavorativa successivamente ai contratti in essere.
Non ci soni lavoratori di serie A e di serie B. 

La RSU è certa che per costruire la nuova Città Metropolitana sia necessario continuare e potenziare i servizi ai cittadini, non eliminarli o tagliare le risorse, e per far ciò c'è bisogno delle professionalità di tutti, professionalità spesso altamente specializzate avvalendosi di tutte le lavoratrici e i lavoratori  compresi quelli a tempo determinato che ormai da anni (dai sette a oltre dieci anni di lavoro alle dipendenze della Provincia) svolgono funzioni essenziali mantenendo i servizi aperti e operativi alla cittadinanza come i servizi al lavoro/Centri per l'Impiego e la Protezione Civile.

Per noi questo è inaccettabile, la nostra mobilitazione e le nostre rivendicazione fatte fine ad oggi hanno posto al primo posto la continuità lavorativa.
Il funzionamento dei servizi deve essere la bussola del riordino istituzionale previsto della legge Delrio e pertanto garantire la professionalità e il lavoro di tutti sia a tempo determinato che a tempo indetermianto, deve essere la priorità.
RSU Città Metropolitana di Firenze 

Precari della Provincia incatenati in Comune

Precari della Provincia incatenati in Comune
La Città Metropolitana decolla portandosi dietro problemi occupazionali.