Disattive alcune postazioni dei centri per l’impiego di Campobasso, la Uil Molise si fa sentire

Il mancato funzionamento di alcune postazioni dei lavoratori dei centri per l’impiego della provincia di Campobasso da stamattina è al centro di una dura presa di posizione della Uil Molise tramite il suo segretario Tecla Boccardo.
“La situazione che si profila è questa – spiega – l’utenza resta senza servizi, in un momento in cui molti cittadini sono alla ricerca di un posto di lavoro di qualunque natura. Una circostanza, questa, che dovrebbe scuotere e indurre le Istituzioni a potenziare al massimo questi servizi, con un deciso cambio di passo e puntando alla programmazione per le politiche attive con ogni sforzo possibile. Invece ci troviamo dinanzi ad un nuovo strappo verso operatori da un lato e disoccupati dall’altro. Da questa mattina, e non si sa per quanto tempo ancora, donne, giovani e molti over 50 dal futuro incerto e non florido, non potranno beneficiare neppure di un offerta compatta e integrata a loro favore. Questa, dunque, è la risposta istituzionale ai disagi della nostra terra e della nostra gente: diminuire anche quel minimo di servizi e di supporto che i Centri per l’impiego da decenni assicurano ai più deboli e negli ultimi mesi attraverso lavoratori senza contratto e senza stipendio”.

UNO SU TRE TROVA LAVORO DOPO UN MESE

21.06.2016 – ‘Siamo partiti da niente e abbiamo costruito una macchina che nel tempo sta registrando performance sempre migliori’. Così il ministro del lavoro Giuliano Poletti durante la conferenza stampa sul programma Garanzia Giovani che si è svolta oggi nella sede del Ministero del lavoro in via Veneto a Roma. A due anni dall’avvio è stato diffuso il primo Rapporto sul programma europeo. E’ la prima volta – ha detto Stefano Sacchi, Commissario straordinario dell’Isfol - che viene realizzato un monitoraggio del programma che descrive tanto la componente di regia nazionale che quella di implementazione regionale. Uno specchio del nuovo modello di governance delle politiche attive per il lavoro’.
I numeri parlano chiaro e mostrano che, dopo una partenza a rilento, oggi un terzo dei ragazzi che hanno ricevuto un intervento del programma trova lavoro a un mese della conclusione del percorso. Dopo tre mesi la percentuale degli occupati sale al 40%,  dopo sei mesi al 43%.
Come ha rilevato Stefano Sacchi ‘un miglioramento progressivo interessa tutti gli indicatori del monitoraggio, da quelli che descrivono gli aspetti organizzativi fino a quelli che riguardano gli esiti occupazionali’. Il numero di occupati sul totale degli iscritti è quasi raddoppiato dal 30 settembre 2015 al 31 marzo 2016.
Il tirocinio è la misura più utilizzata in Garanzia Giovani, ma il dato più interessante è che circa il 36,6% di coloro che lo ha completato entro il 31 marzo 2016, risulta avere un rapporto di lavoro alle dipendenze al 30 aprile 2016. In un caso su cinque il datore di lavoro ha usufruito di un bonus occupazionale messo a disposizione dal programma.
Garanzia Giovani segna una svolta anche nel ruolo dei centri per l’impiego. Come ha detto il Ministro ‘per la prima volta ai Cpi si presentano giovani inoperosi per ricevere politiche attive e non per essere registrati come disoccupati’. Il ministro ha posto l’accento sul buon lavoro fatto dai centri anche grazie ad un programma di potenziamento messo in piedi in stretto raccordo con le Regioni.
Il progressivo miglioramento dei risultati riguarda anche il mezzogiorno che, pur presentando problemi strutturali, ha fatto registrare incrementi dei tassi di inserimento occupazionale. ‘Abbiamo avuto buoni riscontri da tutte le regioni - ha detto Cristina Grieco rappresentante del Coordinamento delle regioni. La Grieco ha evidenziato una criticità oggettiva che risiede nella capacità del programma di raggiungere le fasce più deboli.
Dal punto di vista finanziario l’Italia si dimostra virtuosa nell’impegno e nella spesa dei fondi europei e nazionali. Come ha detto Poletti, Ministero e Regioni si stanno accordando per farsi carico della prosecuzione del programma anche nel periodo di interruzione del finanziamento europeo tra questa e l’eventuale prossima programmazione.  Adesso che la macchina c’è e funziona, è opportuno continuare a farla camminare con prestazioni sempre migliori.

[ISFOL] - UNO SU TRE TROVA LAVORO DOPO UN MESE

21.06.2016 – ‘Siamo partiti da niente e abbiamo costruito una macchina che nel tempo sta registrando performance sempre migliori’. Così il ministro del lavoro Giuliano Poletti durante la conferenza stampa sul programma Garanzia Giovani che si è svolta oggi nella sede del Ministero del lavoro in via Veneto a Roma. A due anni dall’avvio è stato diffuso il primo Rapporto sul programma europeo. E’ la prima volta – ha detto Stefano Sacchi, Commissario straordinario dell’Isfol - che viene realizzato un monitoraggio del programma che descrive tanto la componente di regia nazionale che quella di implementazione regionale. Uno specchio del nuovo modello di governance delle politiche attive per il lavoro’.
I numeri parlano chiaro e mostrano che, dopo una partenza a rilento, oggi un terzo dei ragazzi che hanno ricevuto un intervento del programma trova lavoro a un mese della conclusione del percorso. Dopo tre mesi la percentuale degli occupati sale al 40%,  dopo sei mesi al 43%.
Come ha rilevato Stefano Sacchi ‘un miglioramento progressivo interessa tutti gli indicatori del monitoraggio, da quelli che descrivono gli aspetti organizzativi fino a quelli che riguardano gli esiti occupazionali’. Il numero di occupati sul totale degli iscritti è quasi raddoppiato dal 30 settembre 2015 al 31 marzo 2016.
Il tirocinio è la misura più utilizzata in Garanzia Giovani, ma il dato più interessante è che circa il 36,6% di coloro che lo ha completato entro il 31 marzo 2016, risulta avere un rapporto di lavoro alle dipendenze al 30 aprile 2016. In un caso su cinque il datore di lavoro ha usufruito di un bonus occupazionale messo a disposizione dal programma.
Garanzia Giovani segna una svolta anche nel ruolo dei centri per l’impiego. Come ha detto il Ministro ‘per la prima volta ai Cpi si presentano giovani inoperosi per ricevere politiche attive e non per essere registrati come disoccupati’. Il ministro ha posto l’accento sul buon lavoro fatto dai centri anche grazie ad un programma di potenziamento messo in piedi in stretto raccordo con le Regioni.
Il progressivo miglioramento dei risultati riguarda anche il mezzogiorno che, pur presentando problemi strutturali, ha fatto registrare incrementi dei tassi di inserimento occupazionale. ‘Abbiamo avuto buoni riscontri da tutte le regioni - ha detto Cristina Grieco rappresentante del Coordinamento delle regioni. La Grieco ha evidenziato una criticità oggettiva che risiede nella capacità del programma di raggiungere le fasce più deboli.
Dal punto di vista finanziario l’Italia si dimostra virtuosa nell’impegno e nella spesa dei fondi europei e nazionali. Come ha detto Poletti, Ministero e Regioni si stanno accordando per farsi carico della prosecuzione del programma anche nel periodo di interruzione del finanziamento europeo tra questa e l’eventuale prossima programmazione.  Adesso che la macchina c’è e funziona, è opportuno continuare a farla camminare con prestazioni sempre migliori.

Situazione dei dipendenti della società Capitale Lavoro

I dipendenti della società in house Capitale Lavoro spa partecipata dall'ex provincia di Roma (ora città metropolitana) stanno vivendo un momento di forte incertezza sul proprio futuro lavorativo, che potrebbe già da agosto compromettere i livelli occupazionali e l'erogazione dei servizi essenziali all'interno della rete dei centri per l'impiego di Roma e area metropolitana. Di qui un appello a tutti gli attori istituzionali coinvolti nel garantire l'esistenza e l'efficace funzionamento dei servizi pubblici del lavoro locali: ministro Poletti, regione lazio e città metropolitana di Roma capitale (in particolare governo e regione che hanno sottoscritto un accordo quadro volto a garantire la continuità di funzionamento dei centri per l'impiego e del personale in essi coinvolto per il 2016) affinché venga individuata al più presto la copertura finanziaria che garantisca la prosecuzione dei rapporti di lavoro dei 350 circa dipendenti, che dal 2004 lavorano a tempo indeterminato nei centri per l'impiego di Roma e provincia e nelle scuole di formazione professionale, come supporto specialistico ai dipendenti pubblici. 

Lavoro: ANCI e UPI, è emergenza su Centri per Impiego, Garantire coperture

I Presidenti Fassino e Variati scrivono al Governo

“Apertura di un immediato confronto sulla grave situazione dei Centri per l’Impiego, che veda tutti gli attori istituzionali coinvolti: Governo, Regioni, Città metropolitane e nuovi Enti di area vasta, affinché venga assicurata a questi ultimi la copertura integrale delle spese di personale e di funzionamento, sia da parte delle Regioni che del Governo”. Lo chiedono i presidenti di ANCI e Upi, Piero Fassino e Achille Variati in una lettera inviata, tra gli altri, ai ministri Giuliano Poletti (Lavoro) ed Enrico Costa (Affari regionali), nonché ai sottosegretari Claudio De Vincenti (Presidenza del Consiglio), Gianclaudio Bressa (Affari regionali), Pier Paolo Baretta (Economia), Angelo Rughetti (Semplificazione e PA).
Variati e Fassino parlano di “una situazione di grave emergenza”, ripercorrendo poi la vicenda: “La legge n.56/2014 non ha ricompreso tra le funzioni fondamentali delle Città metropolitane e province quelle relative alla gestione dei Centri per l’Impiego – ricordano – mentre Governo e Regioni hanno assunto congiuntamente la gestione della fase transitoria per il biennio 2015 e 2016, sottoscrivendo un Accordo quadro volto a garantire la continuità del funzionamento dei Centri per l’impiego e del personale in essi impiegato facendosi carico delle risorse necessarie”.
“Mentre le Città Metropolitane e i nuovi Enti di area vasta hanno continuato ad assicurare fino ad oggi questa funzione essenziale per i cittadini, continuando a farsi carico, per tutto il 2015 e sei mesi del 2016 del pagamento degli stipendi, non risultano ancora trasferite le risorse per la copertura di questo personale”, avvertono però i rappresentanti di ANCI e Upi.  
“A tutto questo deve aggiungersi anche il peso delle spese di funzionamento dei Centri per l’impiego, che resta un problema ancora irrisolto su cui non ci sono ancora state prospettate soluzioni”, aggiungono.
Ne deriva che “la situazione sui territori sta ormai diventando drammatica: i contratti del personale a tempo determinato impegnato nei servizi non sono stati rinnovati; diversi Enti, cui se non ci saranno risposte se ne aggiungeranno altri nell’immediato, sono stati costretti a ridurre al minimo gli orari di apertura degli sportelli, per tagliare le spese. Sono state sottoscritte da Governo e  pressoché da tutte le Regioni le convenzioni con il Ministero, ma non risulta erogato alcuno stanziamento agli Enti a copertura dei costi a distanza da più di un anno dalla previsione. Questa situazione si complica ulteriormente se consideriamo l’approssimarsi del 2017. Ci preme infatti sottolineare – concludono Fassino e Variati - che qualora la gestione transitoria non dovesse chiudersi entro il 2016, occorre peraltro un intervento normativo che assicuri anche dopo tale data l’attribuzione della funzione alle Province e alle Città Metropolitane con la relativa e integrale copertura finanziaria”.

In allegato, la lettera inviata


Centri Impiego, modello Toscana: incertezze e tante novità

Se ne occupava la Provincia, ma il mondo è cambiato e qualcosa doveva pure accadere per migliorare un sistema destinato al collasso

In una Italia che stenta ad emergere dalla crisi, dove industriali e sindacati lamentano una ripresa "debole" dell'economia, seppur da una parte plaudendo la flessibilità e dall'altra attaccando duramente il precariato diffuso, laRegione Toscana si è assunta l'onere, ancor più che l'onore, di risolvere una questione spinosa come la gestione dei Centri per l'impiego.
 Nove da Firenze ha incontrato l'assessore Cristina Grieco alla quale il presidente Enrico Rossi ha affidato la delega sulla materia. Livornese, laureata in economia e commercio ed in statistica, un paio di master nel curriculum, iscritta all'albo dei commercialisti e a quello nazionale dei revisori dei conti, dal 2007 è stata anche dirigente scolastico.

I toscani devono aspettarsi grandi cambiamenti? "Il Job Act riformato offre più flessibilità e meno adempimenti per le imprese. Davanti ad una più facile risoluzione del rapporto di lavoro è chiamato però a garantire maggiore sicurezza rispetto ad un mercato che funzioni e per questo diventa centrale il ruolo dei centri per l'impiego" una sorta di flex security, ma con giudizio.
Sono più le incertezze o le sicurezze in questa fase? "Al di là del periodo di transizione che ci troviamo ad affrontare, permangono ancora incertezze date anche dalla pendenza di un Referendum costituzionale sulla ridefinizione delle competenze per gli organi rappresentativi".
Incombe sull'immediato un gioco di parole, prima di occuparsi dei lavoratori che cercano un impiego, occorre tenere presente i dipendenti dei Centri per l'impiego che cercano un lavoro?"I centri andranno rafforzati. Questo ci porta a riflettere sul personale che rispetto alla Germania è di 10 volte inferiore. I tedeschi offrono servizi quasi personalizzati. Non possiamo stabilire oggi se il personale impiegato diventerà statale o meno".
Oggi no, ma entro l'anno? "Il discorso è ampio. Le Province erano il datore di lavoro dei dipendenti attuali. Oggi non sappiamo chi sia il loro datore di lavoro. Da parte nostra il confronto con il Ministero è continuo, soprattutto per quanto riguarda le scadenze. I contratti a tempo determinato sono coperti sino al 21 dicembre 2016. Abbiamo chiesto un incontro entro fine giugno. Mi sento però di offrire elementi di serenità poiché, al di là di chi sarà il nuovo datore di lavoro, i contratti saranno certamente prorogati. L'obbiettivo è quello di rafforzare il personale e non di ridurlo".
C'è il rischio di dover ricorrere ai privati per offrire il servizio? "I centri in Toscana rimangono pubblici ed esclusivi con il lavoratore disoccupato che deve dichiarare la propria disponibilità passando per il CPI pubblico. Le agenzie per il lavoro entreranno in gioco in una seconda fase attraverso l'assegno di ricollocazione".
Di cosa si tratta? "E' un buono che, in base alla difficoltà di ricollocazione del soggetto sul mercato, varia il suo importo ed è spendibile nei CPI, ma anche presso le agenzie private accreditate".
Cosa si intende per 'spendibile'? "Non è un vero e proprio assegno ma è un Voucher per l'accompagnamento e tutorato destinati al reinserimento nel mercato del lavoro. Un lavoratore appena fuoriuscito dal percorso professionale ma qualificato è più facile da ricollocare rispetto ad uno senza specializzazione, magari da anni fuori dal mercato. Nel primo caso l'assegno sarà più basso".
Perché si parla di sperimentazione? "A livello nazionale difficilmente può accadere qualcosa entro l'anno, almeno non fino a che non sarà istituita l'agenzia preposta. La Toscana ha pensato di anticipare i tempi vista anche la situazione difficile che vivono i nostri lavoratori. Per questo abbiamo previsto dei voucher abbinati agli assegni. Il Ministero del Lavoro ha applaudito questa nostra iniziativa ed abbiamo pertanto l'avvallo del Ministro ed entro fine mese usciremo con questo Bando".
Proviamo a spiegare cosa accadrà nella pratica. "Il voucher formativo permetterà al soggetto di poter fare un corso formativo indirizzato ad ottenere una qualifica e poi l'assegno di formazione servirà per le azioni di accompagnamento e tutorato. Posso darvi anche le cifre: per l'assegno di ricollocazione partiamo dai 600 Euro fino ai 3000 nei casi di maggiore difficoltà".
E se il tutor non riesce a ricollocare il lavoratore? "Che si tratti del CPI pubblico, oppure del privato accreditato, si riscuote solo in caso di rioccupazione del soggetto. Credo sia un buon modo per verificare il raggiungimento dell'obbiettivo".
Stiamo parlando dei Centri per l'impiego e qualche lettore penserà ai tavolini bianchi dove giovani e meno giovani sfogliavano gli annunci di lavoro.. è una immagine che appartiene al passato? "Vivremo finalmente un salto culturale significativo. Passiamo dalle politiche passive a quelle attive. Prima si interveniva come sussidio alla perdita del lavoro, oggi si punta alla ricollocazione. E' molto diverso, Il Centro per l'impiego non sarà un mero organo che presta servizi, ma un luogo di incontro tra domanda ed offerta dovecucire una professione nuova addosso a ciascun cittadino".