“Iniziativa a favore dell’occupazione giovanile” (IOG): audizione di rappresentanti della Conferenza delle Regioni

Roma, 26 marzo 2015 (nota per la stampa) Si è tenuta oggi un’audizione di rappresentanti della Conferenza delle Regioni sulla proposta di modifica del Regolamento Fondo Sociale Europeo relativa all’aumento del prefinanziamento iniziale versato a programmi operativi  “Iniziativa a favore dell'occupazione giovanile” (IOG). A rappresentare le Regioni di fronte alle Commissioni Lavoro e politiche dell'Unione europea della camera è stato il coordinatore degli Assessori al lavoro per la Conferenza delle Regioni, Gianfranco Simoncini (Assessore della Regione Toscana).  Per accelerare l'attuazione della Garanzia Giovani, la Commissione europea ha proposto di aumentare per il 2015 il tasso di prefinanziamento dei Programmi operativi che beneficiano della dotazione specifica per l'Iniziativa per l'occupazione giovanile, elevandolo dall'1-1,5% , 30 milioni, fino al 30%, per un totale di circa un miliardo di euro a livello complessivo. Per l’Italia significherebbe disporre di ulteriori risorse in anticipazione per un ammontare aggiuntivo di circa 170 milioni euro. “E’ ovvio quindi che le Regioni – chiamate a gestire sui territori la quasi totalità delle misure della Garanzia Giovani – valutano positivamente la proposta della Commissione e auspicano – ha spiegato Simoncini  - che l’iter normativo per la sua operatività termini sia rapido. Il problema di dare impulso ed efficacia alla Garanzia Giovani non si risolve però solo con le risorse finanziarie, poiché la soluzione è legata alle dinamiche dell’offerta e della domanda sul mercato del lavoro. Come sottolinea la Relazione di accompagnamento alla proposta della Commissione europea il sostegno fornito con l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile (IOG) è “complementare al Fondo sociale europeo ed integrata in esso, attraverso una scelta di programmazione che per l’Italia – ha spiegato Simoncini -  ha assunto la forma di un programma operativo a titolarità nazionale”. La dotazione finanziaria della IOG, dunque, non sostiene direttamente i programmi regionali, ma è con i Programmi operativi regionali e nazionali 2014-2020 invece che occorre agire per l’attuazione della Garanzia Giovani ed è con essi che diverse Regioni stanno già attualmente finanziando alcuni interventi per ampliare l’accesso alle misure. Ci sono Regioni che stanno avanzando con successo nelle attività del Programma, molti sono i giovani iscritti ed in molte regioni ci sono inserimenti al lavoro vicini al 35/40 %. Non a caso diverse Regioni hanno non solo impegnato tutte le risorse finanziarie loro attribuite, ma hanno dovuto attingere già alle risorse dei Programmi Operativi  2014-2020 per poter ampliare l’accesso a determinate misure, come ad esempio i tirocini. “Ecco perché – ha detto Simoncini rivolgendosi ai parlamentari  - se da un lato è importante aumentare i finanziamenti da versare a titolo di anticipo ai beneficiari della Garanzia Giovani, è altrettanto necessario che la Commissione europea adotti tutte le misure utili ad accelerare l’avvio dei Programmi operativi regionali, la maggior parte dei quali è stata approvata recentemente dopo una lunga fase di negoziato. A tal proposito, sotto il profilo finanziario, è auspicabile che la Commissione europea promuova un’iniziativa legislativa per aumentare il tasso di prefinanziamento iniziale del Fondo Sociale Europeo per tutti i Programmi operativi e che vengano garantiti celermente i flussi finanziari verso i Programmi  Operativi Regionali (POR).
Simoncini riferendosi  al Programma Garanzia Giovani, è tornato a sottolineare la questione che vede oggi al centro del dibattito nazionale la situazione dei servizi per il lavoro. “Come ha sottolineato la Commissaria per l’Occupazione Marianne Thyssen, l’efficacia dell’Iniziativa a favore dell’occupazione giovanile  non si risolve solo con le risorse finanziarie. Una delle maggiori preoccupazioni delle Regioni – ha  sottolineato infine Simoncini -  riguarda la mancata garanzia di operatività dei Centri per l’impiego. Alla luce dei problemi che vivono le Province ed alla situazione di "limbo" istituzionale che vivono i servizi per il lavoro, infatti, il rischio concreto è che, tra qualche mese, i giovani iscritti al Programma non potranno più fare affidamento sul pieno funzionamento dei servizi al lavoro”. Simoncini, in tal senso ha richiamato le proposte che da tempo avanzano le Regioni per il riassetto complessivo dei servizi per il lavoro.
FONTE:http://www.regioni.it/comunicato-stampa/2015/03/26/iniziativa-a-favore-delloccupazione-giovanile-iog-audizione-di-rappresentanti-della-conferenza-delle-regioni-397015/

Simoncini (Regioni): incontro con ministro Poletti su Cig e Centri per l’impiego

Roma, 26 marzo 2015 (comunicato stampa) “Abbiamo offerto al Governo tutta la nostra collaborazione per la soluzione dei problemi sia relativi alla cassa integrazione che per i centri dell’impiego, al fine di seguire un percorso comune che superi le gravi situazioni presenti”.
Così l’assessore Gianfranco Simoncini, coordinatore della materia lavoro per la Conferenza delle Regioni, dopo l’incontro al Ministero del lavoro con il ministro Giuliano Poletti sul tema del finanziamento degli ammortizzatori sociali.
“Siamo andati dal Ministro – ha spiegato Simoncini - chiedendo che si arrivasse rapidamente all’emanazione del decreto che permettesse di coprire tutto il 2014, superando così le situazioni di difficoltà che vivono decine di migliaia di lavoratori. Al tempo stesso abbiamo chiesto anche che si attivino le risorse del 2015, sottolineando che siamo già ad aprile.
Il Ministro ha presentato le misure che intende mettere in atto finalizzate nelle prossime settimane, all'emanazione di un decreto che copra tutte le domande che le Regioni hanno ferme per mancanza di risorse.
Si tratterebbe quindi di un atto che metterebbe a disposizione delle regioni dai  480 ai 500 milioni per chiudere tutto il 2014, anche grazie  al contributo che le Regioni Calabria, Sicilia e Sardegna daranno attraverso la riprogrammazione con proprie risorse.
Nei prossimi giorni si svolgeranno incontri ravvicinati bilaterali tra le regioni e il ministero del lavoro per la puntuale definizione del riparto.
Inoltre abbiamo chiesto che insieme al decreto per il 2014 sia emanato un decreto che attribuisca risorse per il 2015. In tal senso il Ministro Poletti ha assicurato che nel bilancio dello Stato ci sono le risorse per coprire tutto l’anno. Questo decreto, quindi, permetterebbe alle regioni di cominciare ad autorizzare la Cig a quelle aziende che ne hanno fatto richiesta dall’inizio dell’anno.
Il Ministro si è riservato di dare una risposta in merito, pur ritenendo ragionevole la richiesta da parte delle Regioni.
Per quanto riguarda invece la riorganizzazione dei Centri per l’impiego, l’incontro è servito per ribadire la fortissima preoccupazione rispetto non solo per il loro futuro, ma soprattutto per mettere in rilievo l’emergenza nella quale si trovano quasi tutte le Province. E’ tale, infatti, la situazione “di limbo” in cui si trovano i servizi per il lavoro provinciali, grazie al combinato disposto della riforma delle Province e del jobs act. Molte province infatti denunciano il rischio che nelle prossime settimane possano trovarsi nella impossibilità di pagare gli stipendi ai dipendenti, con il conseguente blocco delle attività di questi servizi fondamentali per il lavoro e per il sostegno all’occupazione.
La Conferenza delle Regioni ha pertanto consegnato al Ministro un’ipotesi di riordino dei servizi per il lavoro che punti sia ad un rafforzamento del livello centrale di coordinamento delle politiche del lavoro, sia al mantenimento a livello territoriale di questi servizi.
Il ministro ha fatto le sue valutazioni e l’incontro si è concluso con l’attivazione di un tavolo di confronto ravvicinato per arrivare a una ipotesi di proposta condivisa da presentare a Governo e Conferenza delle Regioni”.

TOSCANA, PROVINCE: IL MINISTRO POLETTI GIURA «RAFFORZEREMO I CENTRI PER L’IMPIEGO»

Province, centri per l'impiego, i lavoratori in attesa del ministro Poletti
FIRENZE – «Se noi vogliamo fare le politiche attive per il lavoro abbiamo bisogno di servizi per l’impiego più forti, più strutturati: i centri per noi sono una delle priorità. È quello che abbiamo intenzione di fare e lo faremo».
Così stamani 23 marzo a Firenze, in occasione di un convegno sui fondi sociali europei al Palazzo dei Congressi, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha affrontato la questione del riordino delle province e dei centri per l’impiego in particolare.
Poletti ha inoltre ricordato che dopodomani 25 marzo avrà un incontro con gli assessori regionali sul tema del finanziamento degli ammortizzatori sociali e, appunto, sul futuro dei centri per l’impiego.
In platea erano presenti alcuni lavoratori dei centri per l’impiego toscani, che hanno ripetutamente chiesto al ministro come intendesse procedere al loro rafforzamento: altri lavoratori hanno dato vita da stamani a un presidio di protesta davanti al Palazzo dei Congressi.
Poletti ha concluso dicendo che «senza collaborazione con le Regioni i centri non avranno una loro strada e un loro futuro: per la parte che mi compete sono intenzionato e impegnato a farlo, e fra due giorni discuteremo insieme alle Regioni di come fare questo percorso».
Per quanto riguarda la cassa integrazione in deroga, argomento che il ministro discuterà con i vertici regionali il 25 marzo, «le risorse ci sono sia per il 2014 sia per il 2015» ha assicurato il ministro del Lavoro. «Mercoledì è prevista una valutazione sul tema – ha aggiunto – ma io credo che nelle settimane successive saremo in grado di fare il decreto per finanziare la copertura fino alla fine del 2014». Dopo, per il ministro, «il tema è solo definire la ripartizione tra le Regioni» e poi i decreti.
Tornado all’aspetto critico dei centri per l’impiego, Giuliano Poletti ha specificato che in prospettiva la gestione dei centri deve restare pubblica e «tornare allo Stato dalle Regioni». «Dobbiamo costruire con le Regioni – ha precisato Poletti – un accordo che consenta di gestire la transizione che c’è tra la costituzione attuale, che assegna alle regioni la competenza delle politiche attive, e una costituzione in divenire, che è quella che è stata approvata alla Camera, dove la responsabilità delle politiche attive tornerebbe al centro».
È intervenuto infine anche il presidente della Regione, Enrico Rossi. «È stato il centrosinistra che ha portato a questa situazione» nel mondo del lavoro italiano, dove il numero dei contratti precari e senza tutele si è moltiplicato fino a rappresentare «l’85% dei nuovi avviamenti», ha sottolineato il governatore.
Secondo Rossi «è inutile che improvvisamente si scopra che si toglie il mondo, togliendo a quel 6% l’ultimo comma dell’articolo 18, che è comunque una cosa seria: il grande problema sta prima, come mai ci siamo ritrovati in questa situazione. Se il Jobs Act riconverte una parte di quel precariato in contratti a tempo indeterminato, anche se a prezzo di qualche garanzia, bisogna fare la ‘prova budino’ per vedere se funziona».

Poletti: rafforzare i centri per l'impiego

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Rossi, Simoncini: assumere, come Regione, i centri per l'impiego, almeno in quelle virtuose e pronte

(Regioni.it 2688 - 23/03/2015) “Noi siamo intenzionati a rafforzare i centri per l'impiego”, grazie anche alla collaborazione delle Regioni. Lo sostiene il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, annunciando che il 25 avrà un incontro al ministero con una delegazione della Conferenza delle Regioni sul tema del finanziamento degli ammortizzatori sociali.
Insieme ad Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, ha partecipato a Firenze ad una tavola rotonda sulla programmazione del Fondo sociale europeo. Ma l’attenzione è stata rivolta soprattutto ai temi collegati alla riforma del lavoro.
Poletti ha quindi spiegato in particolare che “senza collaborazione con le Regioni i centri per l’impiego non avranno una loro strada e un loro futuro: per la parte che mi compete sono intenzionato e impegnato a farlo, e fra due giorni discuteremo insieme alle Regioni di come fare questo percorso”.
Poletti aggiunge che “se noi vogliamo fare le politiche attive per il lavoro abbiamo bisogno di servizi per l'impiego più forti, più strutturati: i centri per noi sono una delle priorità. E' quello che abbiamo intenzione di fare e lo faremo”.
“Chiediamo al governo nazionale – sottolinea Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana – “di metterci in condizione di poter assumere, come Regione, i centri per l'impiego, e collocarli come uno snodo fondamentale fra chi offre lavoro e chi lo chiede”.
L'assessore della regione Toscana alle attività produttive, Gianfranco Simoncini, sottolinea che “passare ad un'unica agenzia nazionale” non sarebbe la soluzione migliore. Non lo sarebbe “perché i mercati del lavoro non sono gli stessi dalla Lombardia alla Sicilia” e perchè i servizi all'impresa e la formazione “non si possono slegare dalle politiche per il lavoro", cosa che invece prevede la nuova Costituzione in corso di approvazione in Parlamento.
Si rischia di tornare ai vecchi uffici di collocamento. La Toscana propone invece “un'agenzia nazionale, con poteri anche sostitutivi, e tante agenzie regionali quante sono le Regioni, ciascuna con i dipendenti che erano delle Province”.
“Non è il caso – ribadisce Rossi - che in questa riorganizzazione si tenga conto anche di Regioni che hanno esperienze positive? Non vorrei che si buttasse al vento il buon lavoro fatto finora”.
“Speriamo che presto ci sia consentita di assumerci questa responsabilità - dichiara sempre Rossi, riferendosi sempre ai centri per l'impiego - e oggi il ministro ha fatto qualche apertura, non solo per occuparci dei precari, che hanno le loro giuste ragioni, ma soprattutto per rilevare i centri per l'impiego e inserirli in questo rapporto fra domanda e offerta di lavoro”.
Inoltre Poletti annuncia che per quanto riguarda la Cassa integrazione in deroga “le risorse ci sono sia per il 2014 sia per il 2015”, e annuncia che per “mercoledì 25 è prevista una valutazione sul tema”, in occasione dell’incontro con la delegazione della Conferenza delle Regioni. “Ma io credo – sostiene sempre Poletti - che nelle settimane successive saremo in grado di fare il decreto per finanziare la copertura fino alla fine del 2014”.
Pertanto per il ministro “è solo da definire la ripartizione tra le Regioni" e poi saranno varati i decreti.
Il presidente della regione Toscana, Enrico Rossi, ha inoltre sottolineato la precarizzazione del lavoro, soprattutto per le nuove generazioni, accusando “il centrosinistra” di aver “portato a questa situazione” nel mondo del lavoro, dove il numero dei contratti precari e senza tutele rappresenta “l'85%” dei nuovi avviamenti al lavoro.
“E’ inutile – sostiene Rossi - che improvvisamente si scopra che si toglie il mondo, togliendo a quel 6% l'ultimo comma dell'articolo 18, che è comunque una cosa seria: il grande problema sta prima, come mai ci siamo ritrovati in questa situazione. Se il Jobs Act riconverte una parte di quel precariato in contratti a tempo indeterminato, anche se a prezzo di qualche garanzia, bisogna fare la 'prova budino' per vedere se funziona”.

Nota della Cisl sui fondi del Ministero

Roma, 19 marzo 2015
Prot. n. 71/2015/DV
Ai Segretari Generali Regionali e Territoriali
Oggetto: Circolare MLPS del 09.03.2015 – Modalità di accesso ai fondi di cui all’articolo 1, comma 429, della legge 23 dicembre 2014, n. 190 per l’anticipazione alle Province e Città Metropolitane degli oneri di personale da imputare ai programmi operativi cofinanziati con fondi strutturali – Criticità.
Con la circolare 39/0004979 del 9 marzo il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha reso note le modalità di presentazione delle domanda da parte delle Regioni e Province autonome per ottenere le anticipazioni, nei limiti di 60 milioni di Euro, delle quote europee e di cofinanziamento nazionale dei programmi a titolarità delle Regioni cofinanziati dell’Unione europea con i fondi strutturali al fine di garantire la continuità del funzionamento dei servizi per l'impiego e le politiche attive, compreso il piano per l'attuazione della Garanzia Giovani.
Tali anticipazioni riguardano la possibilità di finanziare i rapporti di lavoro a tempo indeterminato, nonché di consentire la proroga dei contratti a tempo determinato e dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa legati a specifici progetti che operino nell’ambito di programmi operativi regionali cofinanziati da fondi strutturali, i cui oneri siano messi a carico del programma stesso, consentendo a Città Metropolitane e Province, nelle more della costituzione dell’Agenzia Nazionale per l’Occupazione, di continuare ad esercitare le funzioni in materia di servizi per l’impiego e politiche attive del lavoro, assicurando, sostiene il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il funzionamento dei servizi territoriali rivolti ai cittadini ed evitando rallentamenti delle attività.
L’intento nobile del Governo di voler fornire una soluzione ponte per consentire il funzionamento dei servizi per l’impiego e politiche attive del lavoro attraverso il finanziamento del costo del personale in detti servizi operante tuttavia presenta una serie di criticità che rischiano di paralizzare ulteriormente questo importante settore e di lasciare a casa i precari ivi impiegati.
La Circolare in questione, infatti, risulta fortemente lacunosa per due aspetti:
a) mancanza di indicazione delle tempistiche;
b) mancanza di criteri certi ed obiettivi sulla ripartizione delle anticipazioni.
Riguardo al primo punto a) la Circolare non detta tempistiche certe entro le quali le Regioni debbano presentare le domande per ottenere le anticipazioni, esse, pertanto, procederanno secondo tempi propri senza alcuna uniformità temporale e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali dovrà attendere non si sa fino a quando per poter procedere alle proprie valutazioni che, come indicato nella Circolare, avranno cadenza bimestrale con la conseguenza di non poter assegnare tali fondi fino al completamento delle stime delle richieste pervenute.
Riguardo al secondo punto b) la Circolare prevede che la Direzione generale del Ministero, ogni due mesi, provvederà ad effettuare una valutazione anche comparativa, procedendo alla ammissione alle anticipazioni con decreto direttoriale che sarà comunicato alla Regione o Provincia autonoma richiedente. La mancanza di criteri certi ed oggettivi in merito alla ripartizione delle anticipazioni determina un’eccessiva discrezionalità da parte del Ministero riguardo la scelta dei beneficiari, rischiando, inoltre, di andare a pregiudicare il conseguente rimborso che verrà richiesto alla Commissione Europea da parte dei POR regionali a titolo di reintegro del Fondo di rotazione per la formazione professionale e l’accesso al fondo sociale europeo dal quale vengono attinti i finanziamenti.
Al fine di superare le criticità sopra individuate le Regioni, assumendosi la responsabilità di traghettare e coordinare il delicato passaggio dei servizi per l’impiego e politiche attive del lavoro alla futura Agenzia Nazionale per l’Occupazione, dovrebbero avviare immediatamente uno screening volto all’individuazione puntuale del numero totale delle persone in forza ai servizi per l’impiego e politiche attive del lavoro nelle Province e Città Metropolitane regionali, assunte a tempo indeterminato, determinato o impiegato con contratti di collaborazione coordinata e continuativa e il numero di quelle per le quali si chiede l’anticipazione del cofinanziamento, indicando sempre separatamente le diverse tipologie contrattuali ed allegando il progetto da finanziare a valere sul POR. Ciò permetterebbe di scongiurare l’inevitabile stallo di questa operazione e conseguentemente consentirebbe davvero la prosecuzione senza interruzioni dei servizi per l’impiego attraverso il rapido finanziamento dei rapporti di lavoro dei tempi indeterminati e la proroga dei contratti precari in imminente scadenza.
Per queste ragioni abbiamo chiesto un tavolo di lavoro tra Sindacato e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per un confronto serio e costruttivo che permetta di individuare tempistiche e criteri certi e oggettivi in merito alla distribuzione delle risorse, in modo da addivenire ad una rapida risoluzione della problematica che non sia nuova disoccupazione.
Cordiali saluti
Il Segretario Nazionale
Daniela Volpato
CISL Funzione Pubblica

Nuove risorse per il funzionamento dei servizi per l'impiego

12 marzo 2015
Disponibile la Circolare del Ministero del 9 marzo 2015
Sono stati resi disponibili 60 milioni di euro per garantire la continuità del funzionamento dei servizi per l'impiego e le politiche attive, compreso il piano per l'attuazione della Garanzia Giovani.
Con la circolare 39/0004979 del 9 marzo, il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha definito il meccanismo che consente alle Regioni e alle Province autonome di finanziare i costi per le persone impiegate in questi servizi, a tempo sia indeterminato sia determinato. Le risorse finanziarie saranno anticipate con il Fondo di rotazione per la formazione professionale previsto dalla legge 845/78, in attesa che siano utilizzabili i finanziamenti comunitari del Fondo sociale europeo.  
Le anticipazioni, che riguardano progetti finanziati dai fondi strutturali e coprono esclusivamente i costi per il personale, devono essere richieste dalle Regioni e dalle Province autonome. In questo modo sono assicurati il funzionamento dei servizi territoriali rivolti ai cittadini ed evitati rallentamenti delle attività.
La Circolare è stata inviata agli Assessorati per il lavoro delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano.

FONTE: http://www.lavoro.gov.it/Notizie/Pages/20150312_nuove-risorse-servizi-per-l%27impiego.aspx

Dipendenti precari: la Provincia di Pescara condannata in appello. Risarcimento da 2 milioni

Dipendenti precari: la Provincia di Pescara condannata in appello. Risarcimento da 2 milioni
Pescara. La Sezione Lavoro della Corte d’Appello de L’Aquila ha ieri condannato la Provincia di Pescara a risarcire i danni subiti da 62 lavoratori in ragione del loro illegittimo impiego.
Lo riferisce la Cgil di Pescara, insieme alla FP ed al NIdiL, che spiega come i dipendenti venivano impiegato illeggittimamente “dapprima con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, che in realtà dissimulavano rapporti di lavoro subordinato ad ogni effetto, e quindi con contratti di lavoro a termine, privi di valida giustificazione causale ai sensi della normativa comunitaria e nazionale in tema di lotta contro la discriminazione dei lavoratori a tempo determinato”.
In particolare, si tratta di lavoratori assunti a seguito di selezioni pubbliche ed impiegati, in modo continuativo, dal 2000 al 2010 presso diversi uffici della Provincia di Pescara, molti dei quali addetti proprio ai Servizi per l’Impiego . In virtù delle disposizioni contenute nelle leggi 296 del 2006 e 244 del 2007, ed a seguito di un accordo concluso con le parti sindacali, “la Giunta della Provincia di Pescara”, spiega il sindacato, “rilevata l’occupazione dei predetti lavoratori in servizi essenziali, aveva, in un primo tempo, determinato di stabilizzarli, approvando il relativo piano con la delibera di Giunta del 25 marzo 2009, a mente della quale alla data del 28 settembre 2010 avrebbe dovuto procedersi alla conclusione dei relativi contratti a tempo indeterminato. Senonché, la Giunta subentrata, presieduta da Guerino Testa (eletto l’anno precedente), a due mesi circa dalla scadenza del termine prefissato per la conversione dei rapporti di lavoro, con deliberazione 216 del 2010, decise di negare il diritto all’assunzione dei lavoratori in parola, e perciò di porre nel nulla il piano di stabilizzazione, così provocando la reazione giudiziale dei lavoratori. Questi ultimi hanno quindi adito il Giudice del Lavoro, chiedendo che fosse accertata la lesione del diritto alla stabilizzazione, ed in ogni caso la violazione delle norme comunitarie e nazionali in materia di legittimo ricorso, da parte delle Pubbliche Amministrazioni, ai contratti a termine, e per conseguenza, che si disponesse la costituzione, per sentenza, dei rapporti di lavoro, ovvero che fosse loro riconosciuto il diritto ad essere risarciti per la perdita dell’occasione lavorativa”.
La Corte d’Appello de L’Aquila, ribaltando il risultato di primo grado, ha dato ragione ai ricorrenti, accogliendo la loro domanda risarcitoria nella misura massima prevista dalla normativa applicabile, ossia per il controvalore di venti mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto goduta in corso di rapporto. Si tratta un ammontare risarcitorio complessivo stimabile in circa due milioni di euro.

POLETTI IN AUDIZIONE ALLA CAMERA DEI DEPUTATI


40% italiani in cerca lavoro va presso centri pubblici
Quattro cittadini su dieci in cerca di lavoro si rivolgono ancora ai centri pubblici. Lo riferisce il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, in un'audizione in commissione Lavoro della Camera sui centri per l'impiego. Poletti ha definito "interessante" un dato, ossia che i "centri pubblici durante gli anni della crisi hanno mantenuto un livello coerente con la loro storia" e anzi "leggermente rafforzato". C'è un "numero abbastanza significativo di cittadini" che si rivolge
ancora al pubblico; anche se "molti cittadini che cercano un lavoro usano una pluralità di strumenti (la rete, il centro pubblico, l'agenzia interinale), quattro cittadini su dieci sono intermediati dal centro pubblico".Il ministro ha aggiunto che questo dato è in linea con la media degli "altri strumenti. Però - ha proseguito - però continuiamo a pensare che bisogna far tutto per far migliorare la loro performance sui centri pubblici". Inoltre, i centri per l'impiego che sono 550 hanno una "distribuzione non omogenea" con "molti centri con utenze più basse dei centomila previsti e altri" con un'affluenza molto più alta. Come c'è una "fortissima concentrazione in alcune aree del Paese, come la Lombardia, il Veneto, il Piemonte e l'Emilia Romagna", cosa che può creare un "effetto problematico" che "va corretto" perchè, ha concluso il ministro, "rischiamo un'inadeguata presenza in altre parti paese".

Italia penultima in spesa servizi lavoro, va corretto. 
L'Italia, tra il 2008 e il 2012, è la "penultima" in Europa nella "spesa per i servizi per il lavoro. Bisogna ribilanciare perché si tratta di un dato assolutamente non adeguato". Ad affermarlo il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, in un'audizione in commissione Lavoro della Camera sui centri per l'impiego.

Lavoro: Poletti, 40% in cerca occupazione usa centri impiego
Il 40% delle persone che cercano lavoro hanno utilizzato anche i centri per l'impiego, oltre ad altri canali di ricerca. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti nel corso di una audizione sui servizi per l'impiego alla Commissione lavoro della Camera sottolineando che non si tratta di un dato che da soddisfazione ma che dimostra che comunque questi centri servono. In Italia ci sono 550 centri per l'impiego ma non distribuiti in modo adeguato sul territorio. In particolare Poletti ha sottolineato che l'Italia tra il 2007 e il 2012 si è situata al penultimo posto in Europa per spesa sui servizi per l'impiego.

Lavoro: Poletti, per cercarlo in Italia si usano le relazioni 
 Per cercare lavoro in Italia si usano le relazioni e sistemi informali. Lo ha detto in audizione alla Camera il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, aggiungendo tuttavia che sono in aumento i sistemi istituzionali. "Sappiamo - ha spiegato - che in Italia la possibilita' di trovare occupazione e' affidata piu' all'informalita', a sistemi relazionali piuttosto che con metodi piu' istituzionali".
Tuttavia, ha aggiunto, "c'e' un dato interessante, i centri pubblici hanno mantenuto un livello buono, si sono rafforzati" durante la crisi.
"Oggi un numero abbastanza significativo di cittadini ha utilizzato una strumentazione pubblica: 4 su 10 hanno utilizzato questi strumenti. Il che dimostra che questo sistema ha una sua affidabilita'. Certo pensiamo che sia necessario migliorare le loro performance", ha osservato. 

GARANZIA GIOVANI PROCEDE, RISORSE ANCHE INSUFFICIENTI 
Potrebbero rivelarsi addirittura  insufficienti le risorse stanziate dalla Ue a finanziamento del programma Garanzia Giovani. A profilare la possibilità che il 'successo' del piano possa asciugare prim del tempo le risorse a disposizione è il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, nel corso di una audizione alla commissione lavoro della Camera. Al 5 marzo scorso, infatti, riassume, erano 440 mila i giovani registrati al piano, il 78% del target su cui il governo ha la possibilità di intervenire.

Iscrizioni che sono avvenute ad un ritmo di circa 10mila alla settimana che potrebbero portare, a fine anno, a circa 800mila i giovani che hanno aderito al piano europeo. "E' giusto quindi mantenere alta l'attenzione ma se guardo questi dati il timore paventato di non riuscire ad usare le risorse assegnate dall'Europa non è un rischio concreto", aggiunge Poletti. "Al contrario potremo avere il problema opposto: avremmo cioè bisogno di più risorse per dare a tutti i giovani le stesse opportunità".

Una eventualità che potrebbe però essere svantata nel caso l'Europa accogliesse la richiesta italiana "di rendere strutturale Garanzia Giovani rifinanziando per il futuro il piano considero che potrebbero non bastare le risorse", spiega ancora Poletti.

POLETTI, SOLO 4 SU 10 SI RIVOLGONO A CENTRI PUBBLICI PER IMPIEGO
Solo 4 cittadini su 10 si rivolgono anche ai centri pubblici per l'impiego per cercare una occupazione. E' il ministro del lavoro, Giuliano Poletti, nel corso di una audizione alla commissione Lavoro della Camera, a fotografare il ruolo ed il peso delle istituzioni pubbliche sul mercato del lavoro.
"Non è un dato soddisfacente ma si può dire che i centri pubblici, pur in un momento di crisi, hanno mantenuto la loro presenza e il dato di afflusso non è così lontano dagli altri attori del settore che collocano mediamente, anch'essi, il 5% dei lavoratori in cerca di occupazione", spiega sottolineando l'importanza della loro ristrutturazione prevista dal Jobs Act.

 ITALIA PENULTIMA IN UE PER SPESA IN SERVIZI IMPIEGO
"I dati evidenziano chiaramente come in molti Paesi europei la scelta di spendere più in politiche attive per il lavoro o in servizi per l''impiego registri una tendenza omogenea a lavorare sulla strumentazione. L''Italia è penultima in Europa rispetto alla spesa per i servizi per il lavoro nel periodo 2007-2012. È una situazione che ha bisogno di essere ribilanciata in modo forte perché il dato non può assolutamente essere considerato adeguato". Lo ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, in audizione in commissione Lavoro alla Camera, sui servizi per l''impiego. 

440MILA REGISTRATI GARANZIA GIOVANI, 210MILA PRESI IN CARICO
 "Ad oggi 440mila giovani si sono registrati a Garanzia Giovani, il 78% del target su cui abbiamo possibilità di intervenire. Di questi, 210mila sono già stati presi in carico dai servizi". 
Lo ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, in audizione in commissione Lavoro alla Camera sui servizi per l''impiego, ricordando che le risorse valgono 1,5 miliardi,in grado quindi di coprire 560 mila giovani. 
Calcolando che "la registrazione chiuderà a fine 2015 e 10 mila giovani a settimana entrano nel programma, se il ritmo sarà mantenuto fino alla fine avremo 800 mila giovani registrati", ha aggiunto il ministro. E se il programma ha davanti altri due anni per realizzare le politiche previste dal piano "credo che realizzeremo l''obiettivo significativamente prima". 
"Il rischio paventato di non usare le risorse comunitarie assegnate non mi sembra un rischio concreto - ha concluso Poletti - perché probabilmente avremo il problema opposto:
abbiamo bisogno di altre risorse per dare a tutti i giovani le stesse opportunità. 

Lavoro, Giordano (Cisl Fp): ‘Prorogare contratti ai lavoratori centro per impiego’

Gli scade il contratto di lavoro e ancora non c’è notizia della proroga. E’ quanto sta succedendo a Reggio Calabria ai lavoratori a tempo determinato del Centro per l’Impiego il cui contratto è scaduto lo scorso 28 febbraio. “L’attesa – scrive Luciana Giordano della Cisl Fp – dei 66 lavoratori a tempo determinato dei Centri per l’Impiego della Provincia di Reggio Calabria, che aspettano ormai da giorni l’agognata proroga dei contratti di lavoro è durata anche troppo” Hanno proclamato lo stato di agitazione e sono lì, a Palazzo Foti, auspicando che arrivi una notizia o meglio ancora una firma sui loro contratti. Ed invece, ancora oggi, si è in attesa dell’autorizzazione da parte della Regione, nonostante il vertice politico dell’Amministrazione provinciale abbia espresso chiaramente e ripetutamente un orientamento favorevole alla permanenza di queste valide professionalità nei Centri per l’Impiego. “A questo punto – prosegue la Giordano – è leggittimo chiedersi: chi sta veramente ritardando tutta la procedura? chi non ha ancora definito un iter tracciato da norme chiare e favorevoli alla proroga? Il tutto a discapito dei 66 lavoratori che da giorni sono costretti a stazionare nelle sale di Palazzo Foti per esprimere da un lato il loro disappunto rispetto alla mancanza di notizie certe e dall’altro sperando che la situazione possa concludersi nel migliore dei modi”. Nonostante la recente Intesa raggiunta in Conferenza Unificata tra Governo, Regioni ed Enti Locali, che riconosce la possibilità di prorogare i contratti a tempo determinato fino al 31/12/2015 anche alle Città Metropolitane e alle Province che nel 2014 non hanno rispettato il patto di stabilità interno, nonostante la norma contenuta nella legge di stabilità 2015, che sancisce anch’essa inequivocabilmente la possibilità di proroga di detti contratti, “ancora oggi – prosegue la sindacalista – si è costretti ad assistere a continui rinvii e “tentennamenti” su una decisione che riguarda il futuro lavorativo dei 66 professionisti”. Si tratta di lavoratori assunti con procedure selettive pubbliche, con una rilevante anzianità di servizio, elevate competenze e specifica professionalità. Il loro supporto negli interventi a favore della comunità locale è dunque fondamentale e qualificante, soprattutto in un Settore così delicato come quello dei Centri per l’Impiego. “Un territorio così compromesso in termini occupazionali – conclude Luciana Giordano – non può certo permettersi di perdere queste competenze specifiche e consolidate. Sarebbe assurdo che ciò accadesse proprio adesso che è in corso l’attuazione del riordino degli assetti dei livelli istituzionali locali, prescritti dalla legge Delrio, che si coniuga con il Jobs Act (Decreto Poletti) che prevede il passaggio delle funzioni dei Centri per l’Impiego all’istituenda Agenzia nazionale per l’occupazione”. 

Province: bene l’intesa in Conferenza unificata ma per tutelare i lavoratori precari bisogna fare di più

La Cisl FP crea un coordinamento e chiede impegni precisi a Governo e Regioni

La Cisl Fp accoglie con soddisfazione la notizia dell’intesa raggiunta in Conferenza Unificata tra Governo, Regioni ed Enti Locali sulle misure per consentire una gestione più flessibile ed efficace del Patto di stabilità. In particolare quella che escluda dalle sanzioni relative alla gestione del personale le proroghe dei contratti di lavoro a tempo determinato, consentendo così anche alle Città Metropolitane e alle Province che nel 2014 non hanno rispettato il patto di stabilità interno di prorogare questi contratti fino al 31/12/2015.
Si tratta certamente di un segnale positivo per i precari impiegati presso le Amministrazioni provinciali, ma molto resta ancora da fare per tutelare questi lavoratori e per assicurare loro pari dignità sociale e professionale.
Il fenomeno riguarda infatti vari settori strategici connessi all’erogazione di servizi diretti ai cittadini e/o ad altri Enti territoriali, ad es. in materia di ambiente, protezione civile, formazione professionale, turismo, servizi per l’impiego, politiche comunitarie.
Tra il personale delle Province sono impiegate migliaia di lavoratori precari con contratti a tempo determinato, in possesso dei requisiti previsti dalla legge 125/2013 per la stabilizzazione, assunti con procedure selettive pubbliche, che vantano una rilevante anzianità di servizio, elevate competenze e specifica professionalità. Il loro supporto negli interventi a favore della comunità locale è dunque fondamentale e qualificante.
Oltre a questi, sono occupati presso le Amministrazioni provinciali anche da 10 anni e più numerosi lavoratori con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, che rappresentano una porzione molto rilevante degli operatori in servizio ad es. presso i Centri per l’impiego. Ed è un fatto gravissimo che a livello normativo non sia stata prevista per loro alcuna misura di salvaguardia.
Il delicato tema dei precari impiegati presso gli Enti Provincia si inserisce nell’ambito della riforma Delrio e del riordino delle funzioni provinciali. A seguito di quel provvedimento infatti è stato fatto espresso divieto di assumere a tempo indeterminato dal 2012 e negli anni successivi, divieto poi ribadito dalla Legge di stabilità 2015. Anche la recente circolare n. 1/2015 prevede solo la possibilità di proroga del contratto in essere fino al 31/12/2015, ma nulla in merito alla stabilizzazione. Questo ne impedisce di fatto l’assunzione a tempo indeterminato, pur in presenza dei requisiti di legge.
Oltretutto, nei loro confronti viene operata una ingiusta disparità di trattamento rispetto a quanto previsto per i lavoratori precari impiegati presso altri Enti pubblici. Nella legge 125/2013 infatti, il legislatore ha previsto specificatamente per i precari provinciali in possesso dei requisiti di legge la possibilità di essere assunti a tempo indeterminato partecipando ad un concorso indetto da un altro Ente ricadente nel territorio provinciale.
Circostanza peraltro più teorica che effettivamente realizzabile, e che contraddice palesemente il fine sancito dalla medesima legge, che è quello di favorire una maggiore valorizzazione della professionalità acquisita dal personale a tempo determinato. Viene infatti a mancare la garanzia di poter partecipare ad un concorso indetto per la professionalità acquisita nell’ambito dell’attività lavorativa prestata presso l’Ente Provincia. La conseguenza è che si perdono numerose competenze specifiche e consolidate.
Alla luce di tutto questo, è doveroso salvaguardare i diritti di coloro che in questa fase delicata rappresentano i soggetti più a rischio di perdita del posto di lavoro, e impegnarsi per superare queste disparità di trattamento che violano i principi costituzionali.
A questo scopo la CISL Fp ha costituito un coordinamento dei precari delle Province, e chiede che:

  • il Governo sani, nei propri provvedimenti di prossima approvazione (ad esempio nel disegno di legge sulla riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche), le previsioni inique nei confronti dei lavoratori provinciali a tempo determinato contenute nella legge 125/2013, prevedendo un processo certo di stabilizzazione presso i soggetti istituzionali insediatisi a seguito della legge 7 aprile 2014 n. 56, nonché presso gli enti o agenzie subentranti nelle funzioni alle Province;
  • il Governo preveda, oltre alla possibilità della stabilizzazione, la proroga fino al 31 dicembre 2018 anche per i contratti a tempo determinato dei precari delle Province, come previsto dal comma 426 della legge di Stabilità 2015 per quelli in essere presso altri Enti pubblici;
  • il Governo definisca percorsi agevolati di inserimento in favore dei lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa sia nelle Province che negli altri comparti della p.a., in analogia a quanto fatto in passato con le leggi 296/2006 e 244/2007;
  • le Regioni prevedano, nelle proprie disposizioni di riordino delle funzioni conferite alle Province in attuazione della legge 7 aprile 2014 n. 56, la stabilizzazione del personale precario a tempo determinato in possesso dei requisiti, come da legge 125/2013; e che vi inseriscano inoltre il trasferimento del personale con rapporti di collaborazione coordinata e continuativa impiegato nell’esercizio della funzione trasferita.

CISL Funzione Pubblica

Reggio, Vertenza “66”: “lavoratori rischiano il licenziamento. È necessario agire con urgenza”

“Continua la mobilitazione dei “66” lavoratori della Provincia reggina che, tra poche ore,
potrebbero non essere più legati a doppio filo all’Amministrazione pubblica targata Raffa. Nonostante due giorni di presidio presso palazzo Foti, il Presidente della Provincia non ha incontrato questi lavoratoriprecari dei Centri per l’Impiego della provincia di Reggio Calabria mandando, al suo posto, l’Assessore al Lavoro Campisi” afferma in una nota la segreteria della Cgil Reggio-Locri “Un rimpallo di responsabilità tra Istituzioni che, certo, non giova in questa fase drammatica ai 66 lavoratori, i quali continuano a chiedersi se non sarebbe compito di un Amministratore pubblico (che agisce nell’interesse dei propri dipendenti e della collettività) sollecitare gli adempimenti necessari affinché questa vertenza giunga a una positiva risoluzione. Dopo aver prestato la propria attività – continua la nota- per più di 10 anni e aver dovuto affrontare, alcuni di loro, ben quattro selezioni…forse non meritano più attenzione da parte della Politica tutta? Oggi che il Governo offre le garanzie per la tutela del futuro lavorativo di tali lavoratori, l’Amministrazione provinciale riesce a produrre solo delibere prive di uno specifico impegno, ingenerando false aspettative ed attese. Nessun risultato concreto è stato raggiunto né tantomeno è stata indicata ai lavoratori alcuna possibile via d’uscita. A rischio, realmente, è l’opportunità di proseguire la loro attività lavorativa.  Tra poche ore, alla loro storia all’interno del Palazzo provinciale, potrebbe essere messa la parola fine. Proprio per questo – conclude la nota-  domani il Segretario confederale Gregorio Pititto e l’Assessore provinciale al ramo si recheranno a Catanzaro per cercare di risolvere questa instabile situazione”.