Province: bene l’intesa in Conferenza unificata ma per tutelare i lavoratori precari bisogna fare di più

La Cisl FP crea un coordinamento e chiede impegni precisi a Governo e Regioni

La Cisl Fp accoglie con soddisfazione la notizia dell’intesa raggiunta in Conferenza Unificata tra Governo, Regioni ed Enti Locali sulle misure per consentire una gestione più flessibile ed efficace del Patto di stabilità. In particolare quella che escluda dalle sanzioni relative alla gestione del personale le proroghe dei contratti di lavoro a tempo determinato, consentendo così anche alle Città Metropolitane e alle Province che nel 2014 non hanno rispettato il patto di stabilità interno di prorogare questi contratti fino al 31/12/2015.
Si tratta certamente di un segnale positivo per i precari impiegati presso le Amministrazioni provinciali, ma molto resta ancora da fare per tutelare questi lavoratori e per assicurare loro pari dignità sociale e professionale.
Il fenomeno riguarda infatti vari settori strategici connessi all’erogazione di servizi diretti ai cittadini e/o ad altri Enti territoriali, ad es. in materia di ambiente, protezione civile, formazione professionale, turismo, servizi per l’impiego, politiche comunitarie.
Tra il personale delle Province sono impiegate migliaia di lavoratori precari con contratti a tempo determinato, in possesso dei requisiti previsti dalla legge 125/2013 per la stabilizzazione, assunti con procedure selettive pubbliche, che vantano una rilevante anzianità di servizio, elevate competenze e specifica professionalità. Il loro supporto negli interventi a favore della comunità locale è dunque fondamentale e qualificante.
Oltre a questi, sono occupati presso le Amministrazioni provinciali anche da 10 anni e più numerosi lavoratori con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, che rappresentano una porzione molto rilevante degli operatori in servizio ad es. presso i Centri per l’impiego. Ed è un fatto gravissimo che a livello normativo non sia stata prevista per loro alcuna misura di salvaguardia.
Il delicato tema dei precari impiegati presso gli Enti Provincia si inserisce nell’ambito della riforma Delrio e del riordino delle funzioni provinciali. A seguito di quel provvedimento infatti è stato fatto espresso divieto di assumere a tempo indeterminato dal 2012 e negli anni successivi, divieto poi ribadito dalla Legge di stabilità 2015. Anche la recente circolare n. 1/2015 prevede solo la possibilità di proroga del contratto in essere fino al 31/12/2015, ma nulla in merito alla stabilizzazione. Questo ne impedisce di fatto l’assunzione a tempo indeterminato, pur in presenza dei requisiti di legge.
Oltretutto, nei loro confronti viene operata una ingiusta disparità di trattamento rispetto a quanto previsto per i lavoratori precari impiegati presso altri Enti pubblici. Nella legge 125/2013 infatti, il legislatore ha previsto specificatamente per i precari provinciali in possesso dei requisiti di legge la possibilità di essere assunti a tempo indeterminato partecipando ad un concorso indetto da un altro Ente ricadente nel territorio provinciale.
Circostanza peraltro più teorica che effettivamente realizzabile, e che contraddice palesemente il fine sancito dalla medesima legge, che è quello di favorire una maggiore valorizzazione della professionalità acquisita dal personale a tempo determinato. Viene infatti a mancare la garanzia di poter partecipare ad un concorso indetto per la professionalità acquisita nell’ambito dell’attività lavorativa prestata presso l’Ente Provincia. La conseguenza è che si perdono numerose competenze specifiche e consolidate.
Alla luce di tutto questo, è doveroso salvaguardare i diritti di coloro che in questa fase delicata rappresentano i soggetti più a rischio di perdita del posto di lavoro, e impegnarsi per superare queste disparità di trattamento che violano i principi costituzionali.
A questo scopo la CISL Fp ha costituito un coordinamento dei precari delle Province, e chiede che:

  • il Governo sani, nei propri provvedimenti di prossima approvazione (ad esempio nel disegno di legge sulla riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche), le previsioni inique nei confronti dei lavoratori provinciali a tempo determinato contenute nella legge 125/2013, prevedendo un processo certo di stabilizzazione presso i soggetti istituzionali insediatisi a seguito della legge 7 aprile 2014 n. 56, nonché presso gli enti o agenzie subentranti nelle funzioni alle Province;
  • il Governo preveda, oltre alla possibilità della stabilizzazione, la proroga fino al 31 dicembre 2018 anche per i contratti a tempo determinato dei precari delle Province, come previsto dal comma 426 della legge di Stabilità 2015 per quelli in essere presso altri Enti pubblici;
  • il Governo definisca percorsi agevolati di inserimento in favore dei lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa sia nelle Province che negli altri comparti della p.a., in analogia a quanto fatto in passato con le leggi 296/2006 e 244/2007;
  • le Regioni prevedano, nelle proprie disposizioni di riordino delle funzioni conferite alle Province in attuazione della legge 7 aprile 2014 n. 56, la stabilizzazione del personale precario a tempo determinato in possesso dei requisiti, come da legge 125/2013; e che vi inseriscano inoltre il trasferimento del personale con rapporti di collaborazione coordinata e continuativa impiegato nell’esercizio della funzione trasferita.

CISL Funzione Pubblica

1 commento:

Anonimo ha detto...

E gli ormai ex precari delle Province scaduti il 31/12/2014, lasciati a casa dopo tanti anni di servizio a causa dello sforamento del patto di stabilità 2014 (vedi per es. Torino, Cremona...)? In disoccupazione ormai da più di 2 mesi, meriterebbero di essere riassunti, ma è ovvio che non si può più parlare di proroga...