FIRENZE – «Se noi vogliamo fare le politiche attive per il lavoro abbiamo bisogno di servizi per l’impiego più forti, più strutturati: i centri per noi sono una delle priorità. È quello che abbiamo intenzione di fare e lo faremo».
Così stamani 23 marzo a Firenze, in occasione di un convegno sui fondi sociali europei al Palazzo dei Congressi, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha affrontato la questione del riordino delle province e dei centri per l’impiego in particolare.
Poletti ha inoltre ricordato che dopodomani 25 marzo avrà un incontro con gli assessori regionali sul tema del finanziamento degli ammortizzatori sociali e, appunto, sul futuro dei centri per l’impiego.
In platea erano presenti alcuni lavoratori dei centri per l’impiego toscani, che hanno ripetutamente chiesto al ministro come intendesse procedere al loro rafforzamento: altri lavoratori hanno dato vita da stamani a un presidio di protesta davanti al Palazzo dei Congressi.
Poletti ha concluso dicendo che «senza collaborazione con le Regioni i centri non avranno una loro strada e un loro futuro: per la parte che mi compete sono intenzionato e impegnato a farlo, e fra due giorni discuteremo insieme alle Regioni di come fare questo percorso».
Per quanto riguarda la cassa integrazione in deroga, argomento che il ministro discuterà con i vertici regionali il 25 marzo, «le risorse ci sono sia per il 2014 sia per il 2015» ha assicurato il ministro del Lavoro. «Mercoledì è prevista una valutazione sul tema – ha aggiunto – ma io credo che nelle settimane successive saremo in grado di fare il decreto per finanziare la copertura fino alla fine del 2014». Dopo, per il ministro, «il tema è solo definire la ripartizione tra le Regioni» e poi i decreti.
Tornado all’aspetto critico dei centri per l’impiego, Giuliano Poletti ha specificato che in prospettiva la gestione dei centri deve restare pubblica e «tornare allo Stato dalle Regioni». «Dobbiamo costruire con le Regioni – ha precisato Poletti – un accordo che consenta di gestire la transizione che c’è tra la costituzione attuale, che assegna alle regioni la competenza delle politiche attive, e una costituzione in divenire, che è quella che è stata approvata alla Camera, dove la responsabilità delle politiche attive tornerebbe al centro».
È intervenuto infine anche il presidente della Regione, Enrico Rossi. «È stato il centrosinistra che ha portato a questa situazione» nel mondo del lavoro italiano, dove il numero dei contratti precari e senza tutele si è moltiplicato fino a rappresentare «l’85% dei nuovi avviamenti», ha sottolineato il governatore.
Secondo Rossi «è inutile che improvvisamente si scopra che si toglie il mondo, togliendo a quel 6% l’ultimo comma dell’articolo 18, che è comunque una cosa seria: il grande problema sta prima, come mai ci siamo ritrovati in questa situazione. Se il Jobs Act riconverte una parte di quel precariato in contratti a tempo indeterminato, anche se a prezzo di qualche garanzia, bisogna fare la ‘prova budino’ per vedere se funziona».
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Mentre sono in elaborazione e discussione, sia a livello Centrale che nel Parlamento Regionale, diverse proposte sul riassetto organizzativo dell'ente intermedio, noi lavoratori precari siamo allarmati e sempre più preoccupati dalla scarsa attenzione rivolta al problema dei dipendenti con contratti precari, che da anni assicurano l'erogazione di servizi strutturali nel settore lavoro.
TOSCANA, PROVINCE: IL MINISTRO POLETTI GIURA «RAFFORZEREMO I CENTRI PER L’IMPIEGO»
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