I dipendenti del Centro per l'impiego "a secco" da nove mesi. Nonostante le promesse della politica. E intanto si continuano a sovvenzionare le kermesse per favorire l'occupazione
REGGIO CALABRIA Paradossi calabresi. Si sovvenzionano le kermesse destinate all'orientamento al lavoro, ma chi quotidianamente se ne occupa è senza stipendio da quasi nove mesi, nonostante le rassicurazioni di rapido pagamento arrivate dall'assessore Federica Roccisano qualche settimana fa.
ORIENTAMENTO SOVVENZIONATO È quello che succede a Reggio Calabria, dove tutto è pronto per il prossimo salone dell'Orientamento, appuntamento annuale destinato ad avvicinare i giovani al (gracile) mondo del lavoro calabrese o alla formazione (presumibilmente) prodromica a un impiego. A organizzare è il Cisme, società di servizi privata nel tempo divenuta punto di riferimento per le pubbliche amministrazioni calabresi, con l'aiuto della giunta regionale. E anche le sovvenzioni. Nel 2015 al Cisme sono arrivati a 23mila di euro di rimborsi per l'organizzazione del Salone 2014, nel gennaio scorso 30mila per quello del 2015.
LA PROTESTA DEI PRECARI Un appuntamento importante per la giunta, tradizionalmente organizzato a Reggio Calabria, ma chi da sempre ha collaborato nella gestione di stand e seminari non ci sarà. Nessuno dei precari del centro per l'impiego (Cpi) di Reggio Calabria ha dato la propria disponibilità, perchè – dicono alcuni lavoratori – «siamo stanchi di essere presi in giro, anche in sedi ufficiali».
LA MACCHINA DEL CPI Ufficialmente in stato di agitazione da una settimana, i precari – tutti professionisti, fra psicologi, orientatori, cacciatori di teste, webmaster e informatici selezionati con concorso pubblico – sono da tempo in un limbo. Sono le uniche figure specializzate nei centri per l'impiego, ma non sono mai state stabilizzate. Sono loro ad assicurare il regolare funzionamento del Cpi – profilazione candidati, matching con le aziende, etc – mentre il personale a tempo indeterminato, ereditato dalle vecchie agenzie di collocamento, invecchia e va in pensione. Eppure, da tempo sono impiccati a un rinnovo periodico del contratto part time che li lega all'ente, nonostante alcuni di loro siano in servizio dal 2003. In più «Da mesi lavoriamo gratis», dicono infuriati. Un problema che – causa dissoluzione delle Province e trasferimento delle competenze alla Regione – ha toccato per la prima volta anche gli assunti a tempo determinato.
RIUNIONE IN PREFETTURA Per questo motivo, il 10 ottobre scorso è stata convocata una tumultuosa riunione in prefettura a Catanzaro, dove di fronte alla "padrona di casa" Luisa Latella, lavoratori e sindacati hanno presentato il conto all'assessore Federica Roccisano e al dg del dipartimento Sviluppo economico, Fortunato Varone.
DIPENDENTI DI SERIE A In quella sede, ai lavoratori a tempo indeterminato – si legge nel verbale di quella riunione – hanno assicurato il trasferimento «dei fondi regionali dei rimborsi previsti a saldo per l'anno 2015, oltre ai fondi già trasferiti alla Regione Calabria dal ministero del Lavoro per l'anno 2016, ammontanti al 50% dell'intera annualità, entro massimo dieci giorni». Una promessa mantenuta. Per i precari di Reggio Calabria, invece, la partita è diversa.
DIPENDENTI DI SERIE B Originariamente legati alla struttura burocratica della Provincia e retribuiti con fondi Por legati al mondo del lavoro, oggi sono totalmente a carico della Regione. Secondo una convenzione firmata nel gennaio 2015 fra l'ente, all'epoca guidato da Raffa, e Palazzo Campanella, quando la loro gestione è passata di mano, è cambiata anche la tipologia di fondi con cui vengono retribuiti è cambiata. Usciti dal bacino dei Por, i precari del centro per l'impiego sono stati inquadrati nelle cosiddette politiche di coesione territoriale finanziate con fondi Pac.
GIALLO SUI FONDI Il 10 ottobre scorso, l'assessore Roccisano ha assicurato «che gli uffici regionali provvederanno a impegnare le somme occorrenti per il pagamento degli stipendi entro 15 giorni sui fondi Pac». Peccato che dalla Regione non sia arrivato nulla. Né notizie, né stipendi. I giorni sono passati, le settimane pure, ma da palazzo Campanella sono arrivate solo indiscrezioni. Secondo fonti sindacali, il Pac sarebbe stato completamente impegnato, quindi per i precari non rimarrebbe un bel niente. Solo il silenzio da parte delle competenti autorità regionali.
ANNUNCI Eppure, di fronte al prefetto di Catanzaro, Luisa Latella, Roccisano aveva addirittura assicurato «la massima disponibilità alla soluzione del problema» riguardante «l'aumento delle ore lavorative delle unità in regime di part time». Certo, salvo vincoli di bilancio. Allo scopo, l'assessore si è impegnata anche a «fissare nel più breve tempo possibile un incontro, anche alla presenza del vicepresidente della Regione Calabria, nonché assessore per le politiche del personale, Viscomi».
IL NODO DEL RINNOVO A quasi un mese da quella riunione, dell'annunciato incontro nessuno ha avuto notizia. Eppure in quella sede avrebbe dovuto essere discusso anche «il nodo di criticità legato alla scadenza dei contratti di lavoro a tempo determinato, prevista per il 31 dicembre». Una vertenza nazionale, che toccherà al governo Renzi risolvere, ma – si vociferava oggi fra i lavoratori dei cpi in mobilitazione a Roma – ci vorrà tempo. Il destino dei precari dei centri dell'impiego dovrebbe infatti entrare nel pacchetto Milleproroghe, in discussione non prima di fine dicembre.
LIMBO «Noi – dicono i precari reggini – siamo stanchi. Da mesi siamo senza stipendio, ma questo stillicidio dura da anni». Dal 2011, con l'arrivo di Raffa in provincia – raccontano – lo stipendio ha iniziato ad arrivare a singhiozzo, nonostante tutti quanti – e sono ben 64 distribuiti fra Reggio, Locri e Gioia Tauro – fossero obbligati a presentarsi con regolarità in ufficio e timbrare un cartellino. «Dal 2011 – raccontano – la retribuzione ha iniziato ad arrivare – dopo richieste e proteste – solo ogni tre-quattro mesi, quando dalla Regione venivano liquidati i fondi. Pensavamo – commentano sconfortati – che con la scomparsa delle Province, le cose sarebbero cambiate. Invece, sono solo peggiorate».
fonte:http://www.corrieredellacalabria.it/index.php/cronaca/item/51506-paradosso-a-reggio-chi-orienta-al-lavoro-non-ha-stipendio |
Mentre sono in elaborazione e discussione, sia a livello Centrale che nel Parlamento Regionale, diverse proposte sul riassetto organizzativo dell'ente intermedio, noi lavoratori precari siamo allarmati e sempre più preoccupati dalla scarsa attenzione rivolta al problema dei dipendenti con contratti precari, che da anni assicurano l'erogazione di servizi strutturali nel settore lavoro.
Paradosso a Reggio: chi orienta al lavoro non ha stipendio
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1 commento:
Cari signori precari (specializzati?) con questo articolo non avete altro fatto che offendere chi come me presta servizio con impegno, professionalità, abnegazione e altruismo presso il cpi di Gioia Tauro (nel mio specifico caso da 20 anni) e cosa più grave avete calpestato la dignità mia e di tutti i miei colleghi, ma ha ragione chi dice che chi è senza dignità non può avere rispetto per quella degli altri.
Sono stato anche io precario presso questo centro per 12 anni e non mi sono mai sentito superiore ai..............vecchi, anzi li devo ringraziare perchè se oggi sono leggermente competente nel mio lavoro lo devo in gran parte a quelli che voi definite ................vecchi.
Un ultima cosa, uno dei più grandi Evangelisti diceva " Umiliati e sarai esaltato...............esaltati sarai umiliato"
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