MENTRE LA RIFORMA STA ACCENTRANDO LE COMPETENZE PER I SERVIZI AL MERCATO DEL LAVORO, I TERMINALI TERRITORIALI RESTANO ALLO SBANDO E PRIVI DI RISORSE: NON SI PUÒ ATTENDERE CHE LA NUOVA AGENZIA NAZIONALE SIA OPERATIVA PER OCCUPARSENE
Ora che il decreto sull’Agenzia per le Politiche Attive del Lavoro è in vigore, sarebbe bene che il Governo concentrasse l’attenzione sulla rete dei Centri per l’Impiego. È ben vero che i lavoratori italiani sono abituati a farne a meno per trovare lavoro, ma i CpI costituiscono l’infrastruttura fondamentale per l’attivazione delle politiche attive del lavoro – tra le quali il contratto di ricollocazione – che costituiscono una novità molto importante della riforma. Questa infrastruttura è da decenni abbandonata a se stessa; e ora, con l’eliminazione dei consigli e giunte provinciali, da cui fino a ieri dipendeva, essa non ha più neppure formalmente un vertice a cui fare riferimento. Nell’incertezza sul futuro molti dipendenti migrano altrove. A stento ci sono i soldi necessari per pagare gli stipendi a quelli che restano, ma non ce ne sono per la carta, i pc, le fotocopiatrici. Nella maggior parte dei casi, nonostante le enormi difficoltà, gli addetti fanno l’impossibile con grande dedizione per accogliere il grande flusso delle persone disoccupate per gli adempimenti burocratici e dei giovani che chiedono di partecipare al programma Garanzia Giovani; ma quando manca tutto il resto la dedizione non basta. Non si dica che se ne occuperà la nuova Agenzia, l’ANPAL: questa sarà operativa, se tutto va bene, soltanto a 2016 inoltrato. Il Governo ha già stipulato alcune prime convenzioni per riassegnare ad altrettante Regioni la competenza in questo campo; ma senza linee-guida e senza obiettivi precisi e misurabili. A che cosa serve avere ri-accentrato le competenze, se poi le si ri-decentra senza un progetto organico di rilancio?
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