Lettera di una dipendente provinciale al giornale La Repubblica


"Cortese Redazione,
sono una dipendente provinciale e scrivo in relazione all'articolo apparso sull'edizione di ieri, martedi 22 luglio, riguardante le tasse che le Province, secondo voi enti ormai già aboliti, continuano a spremere ai cittadini, nonostante, secondo voi, non esercitino più una serie di funzioni da Voi elencate(centri per l'impiego, servizi agli studenti disabili...tutti quelli che avete elencato, insomma), ma da noi ancora diligentemente svolte ormai senza soldi ed in attesa della definizione finale delle ns. competenze. Definizione che doveva avvenire, in base alle legge Del Rio, con DPCM entro l'8 luglio, ma si sa, da noi i termini sono "meramente ordinatori" e noi continuiamo a lavorare come se nulla fosse.
Eppure adesso i cittadini si stanno accorgendo dell'esistenza della Provincia perchè non ha più i soldi per riempire le buche nelle strade, diminuiscono gli interventi sugli edifici scolastici, non viene assicurata la mediazione linguistico-culturale negli istituti superiori (sull'impatto sociale della presenza o meno dei mediatori a scuola ci sarebbe da aprire un dibattito), e molto altro che è inutile elencare tanto ormai il Pensiero si è precostituito.
Eppoi, il Presidente dell'UPI! Non è più Saitta, non lo sapevate?
Da dipendente provinciale e da affezionata lettrice di Repubblica fin dai sui esordi, non riesco ad ammettere e digerire la Vs. disinformazione ed il vs. allinearvi al pensiero unico che vede nell'abolizione delle Province la soluzione a tutti i mali dell'Italia. 
Concordo che nel ns. Paese ci sia assoluto bisogno di chiarezza sui livelli di competenza, ma eliminarne uno per poi prospettarne un altro intermedio con nome diverso, mi sembra veramente gattopardesco/grottesco.
So che l' UPI vi ha risposto; spero vogliate restituire ai lettori anche la voce dei diretti interessati e informàti.
Da parte mia comprerò ancora il vs. giornale solo per la speranza di trovare un articolo in tal senso.

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