Pistoia, la decisione dei dipendenti di fronte al rischio collasso dell'ente di piazza San Leone. "Nessuna garanzia di poter intervenire sulle scuole o sulle strade: mancano i soldi"
PISTOIA. La Provincia di Pistoia è un ente al collasso che, da settembre, non riuscirà più a fornire i servizi fondamentali ai cittadini. Per attirare definitivamente l'attenzione dei cittadini e del mondo politico su quello che sta avvenendo, i dipendenti di piazza San Leone sono pronti anche a gesti clamorosi. «Siamo pronti a tutto pur di far conoscere la situazione che l’ente sta attraversando – dice Andrea Mucci, rappresentante sindacale dei lavoratori dell'ente di piazza San Leone. A breve organizzeremo un’assemblea serale e il 15 luglio procederemo con l’occupazione della sede della Provincia». Il voto favorevole a maggioranza è arrivato durante l’assemblea del personale svoltasi mercoledì 8 luglio a palazzo Baly.
La situazione della Provincia di Pistoia è in effetti drammatica . Non ci sono soldi per garantire il servizio di trasporto scolastico per i ragazzi disabili. Così come scarse sono le possibilità che le risorse siano sufficienti per gestire in maniera adeguata gli edifici scolastici, dai lavori di ristrutturazione – per cui mancherebbero i soldi anche per sistemare l’intonaco – alla fornitura del riscaldamento nelle aule. Mancano i fondi per tagliare l’erba al bordo delle strade – già in questo periodo il servizio copre appena il 10% delle richieste che arrivano – e per il prossimo inverno non sarà possibile effettuare il servizio di spalatura neve e ripulitura del manto stradale. I servizi dei centri per l’impiego in tutti i comuni, già da agosto, verranno notevolmente ridotti perché i contratti a tempo determinato dei 40 dipendenti stanno giungendo a termine enon verranno rinnovati . Non perché non ci siano soldi – i loro stipendi, infatti, sono pagati grazie a fondi europei –, ma perché la Provincia di Pistoia, al 31 dicembre 2014, ha sforato il patto di stabilità imposto dal governo e, dunque, è andata incontro a forti sanzioni, tra cui l’impossibilità di rinnovare i contratti ai dipendenti precari. Come se non bastasse, da settembre verrà innalzata la tassa della Rc auto per far fronte al pagamento del debito della Provincia. Per i cittadini, dunque, più tasse e meno servizi.
«Siamo un ente spogliato di risorse ma con ancora tanti compiti – spiega Micaela Riccilucchi, polizia provinciale – ma non sappiamo che fine faremo, perché per i nostri contratti non esiste il riposizionamento in altri enti. Già adesso – prosegue – molte funzioni del corpo della polizia provinciale stanno sparendo».
L’ultima spiaggia che si delinea all’orizzonte per trovare una soluzione alla fase di pre-dissesto dell’ente è l’incontro in Conferenza Stato-Regioni, previsto fra dieci giorni. L’attuale amministrazione, con il sostegno degli onorevoli pistoiesi Caterina Bini ed Edoardo Fanucci, chiederà di accogliere una serie di emendamenti volti ad alleggerire i tagli e le sanzioni imposte dal governo e rimuovere la clausola che impedisce all’ente di prolungare i contratti dei precari nei centri per l’impiego, almeno fino al 31 dicembre, così da favorire nel frattempo il riassorbimento di parte dei dipendenti provinciali in Regione.
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Mentre sono in elaborazione e discussione, sia a livello Centrale che nel Parlamento Regionale, diverse proposte sul riassetto organizzativo dell'ente intermedio, noi lavoratori precari siamo allarmati e sempre più preoccupati dalla scarsa attenzione rivolta al problema dei dipendenti con contratti precari, che da anni assicurano l'erogazione di servizi strutturali nel settore lavoro.
L'assemblea ha deciso: occupiamo la Provincia
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