PISTOIA –
Ancora pochi giorni e il “Centro per l'impiego” comincerà a perdere
pezzi. La miccia è innescata da tempo. Sembra paradossale: nel momento
in cui l'occupazione è ai minimi storici, il punto di raccordo fra
domanda e offerta, la cerniera fra chi cerca lavoro e le (scarse)
opportunità che sopravvivono, rischia di scomparire.
O almeno di fare un passo indietro di 20 anni, quando la scommessa era affidata alle liste di disoccupazione. E basta.
Si corre il rischio che fra 10 giorni
divenga deserto tutta l'impalcatura che segue i drammi della
disoccupazione, le esplosive storie sociali, i progetti di formazione,
l'attenzione alle fasce più deboli...
Assurdo? incredibile? grottesco?...
eppure è quello che sta succedendo. Uno degli scenari che compongono il
quadro più ampio della crisi della Provincia. Certo uno dei più
inquietanti.
Proviamo a raccontare una storia
difficile, nella quale si mischia il rischio della sospensione di un
servizio e l'esasperazione, la rabbia, l'impotenza (ma allo stesso tempo
l'ostinata determinazione) di chi ci lavora da molti anni e vede in
bilico il suo lavoro, precario per natura.
Proprio
stamani i dipendenti dei Centri Impiego pistoiesi (Pistoia, Pescia,
Quarrata, Monsummano con un distaccamento a Campotizzoro) si sono
ritrovati nella sede storica di via Tripoli per l'ennesima assemblea
sindacale. La tensione si affettava. Lo stesso si ripeterà domattina a
Monsummano. E il 21 è già in programma uno sciopero di tutto il
servizio.
Si cerca di trovare la via d'uscita, di capire... l'incomprensibile. Il tema più caldo è quello dei 39 dipendenti precari con contratti a tempo determinato anche di 12 anni.
Ebbene, i loro contratti stanno scadendo,
i primi già a partire dal 31 agosto, gli altri in gran parte a ottobre.
Insomma una mina vagante. Le risorse per il rinnovo ci sono ma il Patto
di stabilità non ne permette l'utilizzo. E tutto questo nel bel mezzo
di una... Provincia che non c'è e non si sa ancora dove andrà. Non può
intervenire la Regione alla quale non sono state trasferite le deleghe
della “funzione lavoro”. Il Governo sta a guardare. Così questi
lavoratori sono in una terra di nessuno in cui non si intravedono (per
ora) vie d'uscita.
Aurora Mazzoli e Donatella Giusti,
del Centro Impiego di Quarrata ci mettono in fila i servizi nei quali
sono decisivi proprio i dipendenti precari e che corrono il rischio
concreto di venire chiusi: lo sportello di accoglienza e di prima informazione (decisivo per indirizzare chi si incontra con i problemi di disoccupazione); l'attivazione dei tirocini formativi (da cui nascono rapporti di lavoro); il finanziamento dei corsi di formazione (carta Ila), con i delicati momenti di controllo e documentazione sia per i cittadini che per le Agenzie formative; il progetto “Garanzia giovani”,
che riguarda la fascia di aspiranti lavoratori fra 1 16 e i 30 anni e
che lo stesso Mininistro ha affidato al Centro Impiego; il contatto e l'incrocio dati con le aziende; le consulenze a aziende e lavoratori nel percorso di assunzione; l'attenzione (delicata e decisiva) alle fasce più deboli: per età, condizioni sociali, disabilità.
“Un solo addetto – ricorda Aurora Mazzoli – ha attivato circa 200 percorsi per i detenuti che escono dal carcere”.
Un'altra assurdità che pende come una spada di Damocle ce la ricorda Biancangela Fabbri, raccontando la storia di una eccellenza pistoiese che rischia di naufragare: “Abbiamo un servizio unico di mobilità trasnazionale per la collocazione in Europa e nel mondo.
Il mio lavora deriva da una formazione triennale di 'Consulente Eures' e
non è sostituibile se non fra altri 3 – 4 anni. Abbiamo in corso un
progetto con l'Irlanda per la collocazione di infermieri. Facciamo10 -15
colloqui a settimana. Tutto questo rischia di essere spazzato via”. In
un momento in cui i concorsi delle Asl sono popolati da migliaia di
aspiranti infermieri, chiudere questo spiraglio è quasi un reato.
Roberto Spini si occupa di programmazione e punta il dito sulla minaccia che si taglino i ponti con i progetti europei.
“A Pistoia negli ultimi 7 anni sono arrivati 34 milioni dall'Europa.
Siamo riusciti a spenderne oltre il 90% - dice Spini – anche grazie al
personale a tempo determinato e questo non può più essere garantito”.
Camilla Solari si sofferma su un altro aspetto molto delicato, quello dei servizi rivolti ai minorenni, che finiscono nel terreno fragile dell'abbandono scolastico
e che arrivano a una qualifica attraverso i corsi di formazione della
Provincia. Si tratta di 150 – 200 ragazzi ogni anno, che non possono
essere lasciati senza il paracadute dell'obbligo formativo. Vorrebbe
dire moltiplicare il disagio.
Per chiudere il circolo di questo viaggio allucinante, la riflessione di Alberto Cammelli, che dice senza giri di parole che una conseguenza diretta di questa crisi infinita sarebbe in pratica la chiusura dell'Ufficio del centro Impiego di Campotizzoro e la montagna rimarrebbe così più sola. “Nessuno ci ha pensato – commenta Cammelli – e questo mi sembra assurdo e colpevole”.
Troppe “dimenticanze”, troppe assurdità in un settore che avrebbe avuto bisogno invece di un percorso protetto.
La soluzione? Intanto un tappabuchi per
salvare il salvabile: si aspetta un emendamento del Governo che intanto
proroghi i contratti almeno fino al 31 dicembre. Per dare una boccata di
ossigeno. Ma è chiaro che anche questo filone della vertenza-Provincia
avrà bisogno di ben altre risposte.
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