PREMESSA ED EVOLUZIONE NORMATIVA
I servizi per l’impiego comprendono una serie di attività, per la maggior parte finanziate con risorse pubbliche, messe in campo da vari attori, pubblici e privati, con lo scopo di orientare, formare, accompagnare i soggetti che ad essi si rivolgono nella ricerca di un lavoro o di una nuova occupazione.
Tali attività sono da ricondurre al “diritto al lavoro” riconosciuto dalla carta costituzionale italiana all’articolo 4:
“La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.
Esiste pertanto un interesse pubblico alla messa in opera di una rete efficiente di servizi per il miglioramento dell’occupabilità delle persone e per l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro.
Ed esiste al contempo, a nostro avviso, una motivazione forte che consegna ai servizi pubblici per l’impiego il diritto / dovere di ricoprire in questo sistema un ruolo importante.
I Centri per l'impiego offrono oggi un servizio di prima accoglienza, orientamento, consulenza, opportunità di impiego a giovani, lavoratori, cassaintegrati, disoccupati, stranieri e persone diversamente abili; un ruolo che non può essere meramente ridotto ad una semplice percentuale sull’intermediazione come alcuni media spesso superficialmente descrivono, specialmente in un Paese come l’Italia in cui circa l’80% delle assunzioni avviene infatti per contatto diretto senza alcuna intermediazione.
Negli ultimi 15 anni, anche su sollecitazioni dell’Unione Europea, il mercato del lavoro italiano è stato profondamente modificato sia dal punto di vista delle competenze istituzionali tra i vari livelli di governo (centrale e territoriale) sia dal punto di vista delle regole di funzionamento.
Tra la fine degli anni novanta e gli inizi del duemila il sistema dei servizi pubblici per l’impiego è stato interessato da importanti processi di trasformazione organizzativa e normativa a partire dalla chiusura degli Uffici periferici del Ministero del Lavoro (ex uffici di collocamento) e la costituzione dei nuovi “Servizi per l’Impiego” (SPI), ha avuto inizio in Italia la ristrutturazione delle forme di organizzazione e di funzionamento degli organi pubblici di controllo del mercato del lavoro.
E’ stato un processo di rinnovamento molto articolato, completato nel 2003 con la Riforma Biagiche ha sancito la fine del monopolio pubblico del collocamento al lavoro.
Il percorso di modernizzazione ha visto inoltre l’approvazione del D.Lgs. 181/2000, con il quale è stato definito lo “stato di disoccupazione” e sono stati individuati i soggetti destinatari delle misure di promozione all’inserimento al lavoro ed ancora con il D. Lgs 267/2003, che ha reso di fatto operativa la riforma dei servizi pubblici all’impiego.
La recente Legge 28 giugno 2012 n. 92 (c.d. riforma Fornero) si propone infine di realizzare un nuovo assetto del mercato del lavoro ed intende rafforzare il ruolo dei servizi pubblici per l'impiegoin un più ampio quadro di politiche attive per la prevenzione della disoccupazione di lunga durata nell’ottica di una sempre maggiore integrazione tra politiche attive e passive rivolte ai soggetti disoccupati.
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