Potenziamento
dei Servizi, Stabilizzazione e sblocco del turn over: queste le
richieste del nascente Coordinamento Nazionale Precari delle Province
Settore Lavoro e Formazione, che vuole essere protagonista del
processo di riforma in corso.
Si
è svolto il 17 gennaio, a Firenze, presso la Sala Pistelli di
Palazzo Medici Riccardi il primo incontro del Coordinamento
Nazionale Precari delle Province, settore Politiche Formative del
Lavoro e Centri per L’Impiego a cui hanno partecipato lavoratori
precari provenienti da tutto il territorio nazionale. Allo stesso
hanno partecipato anche i rappresentanti di altri servizi provinciali
esclusi dai processi di stabilizzazione previsti dalla Legge
125/2013.
Potenziamento
dei Servizi , assunzioni a tempo indeterminato, proroga dei contratti
e sblocco del turnover: questo è quanto chiede il Coordinamento
Nazionale Precari, pretendendo che le istituzioni si assumano la
responsabilità politica ed etica di una situazione di precarietà
che riguarda centinaia di lavoratori a livello nazionale e che si
protrae da lunghissimo tempo, dimostrando che l’impiego di
lavoratori precari non è legato ad esigenze contingenti ma
strutturali, comprese le realtà dove si è scelto di esternalizzare
i servizi.
In
tema di precariato, il coordinamento chiede che lo Stato Italiano si
adegui ai dettami della Corte di Giustizia Europea, che con due
recenti sentenze boccia la legislazione italiana in materia delle
tutele effettive contro gli abusi nell’utilizzazione dei contratti
a tempo determinato alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni.
I
precari dei Centri per l’Impiego e del settore Formazione e Lavoro
intendono essere protagonisti dei processi di riforma dei servizi per
il lavoro italiani; chiedono maggiori e più idonei strumenti di
intervento per sostenere gli utenti in difficoltà e che venga fatta
luce sulla totalità dei servizi di politica attiva e amministrativi
che vengono erogati senza strumentalizzazioni legate ad altri scopi
e interessi. Questi lavoratori, che svolgono quotidianamente la loro
attività per la comunità in condizioni di precarietà lavorativa,
pretendono il riconoscimento della loro dignità e dei loro diritti.
Si
tratta di lavoratori che, dopo anni di precariato svolto sotto varie
forme contrattuali presso l’ente Provincia ed il superamento di
concorsi pubblici e selezioni, si stanno aggiungendo uno alla volta,
nel corso di mesi ed anni, ai colleghi che hanno già perso il loro
impiego, nel totale silenzio e disinteresse di opinione pubblica ed
istituzioni. Sono persone qualificate, che hanno competenze
specifiche nell’ambito del controllo, della gestione e della
rendicontazione dei fondi pubblici, del sostegno a disoccupati, fasce
deboli e disabili, nella gestione degli ammortizzatori sociali in
deroga, nei processi di garanzia del diritto/dovere di istruzione
formazione per i minori, risultando
indispensabili per l’erogazione dei servizi al cittadino e del
funzionamento degli uffici preposti.
Queste
le richieste del coordinamento:
- Occorre qualificare e potenziare il ruolo dei servizi pubblici per le politiche del lavoro, che devono caratterizzarsi, oltre che per l’esercizio delle funzioni amministrative del collocamento ordinario e speciale, quale collegamento tra le esigenze del territorio e la programmazione delle politiche regionali in materia di lavoro, formazione professionale, politiche attive del lavoro e ammortizzatori sociali. Servono, inoltre, standard europei di personale impiegato dalle strutture e un sistema che li renda qualitativamente omogenei su tutto il territorio nazionale.
Il coordinamento ha predisposto un
documento di proposta di miglioramento dei servizi per il lavoro e la formazione sul quale attiverà nuove iniziative di sensibilizzazione
cercando di allargare il più possibile la partecipazione. E'
nostra convinzione infatti difendere attraverso proposte
concrete, oltre che la nostra, anche la dignità ed i diritti di
accesso alle politiche attive ed al lavoro di coloro che
quotidianamente si rivolgono ai servizi provinciali, dignità e
diritti ad oggi non tradotti in atti normativi che vadano in questa
direzione.
- Occorre che vengano formalmente riconosciuti la tutela giuridica e contrattuale, le mansioni ed il servizio precedentemente svolto dai precari in forza presso le amministrazioni provinciali. In particolare si chiede:
- lo sblocco del turnover, nel caso in cui le province mantengano le proprie funzioni o, in caso contrario, che i precari dei servizi provinciali vengano assorbiti nelle istituzioni che subentreranno alle province
- il recepimento della proroga delle graduatorie concorsuali fino al 2016 da parte delle province e la proroga dei contratti a tempo determinato e dei co.co.co. almeno fino al 31/12/2014 (come previsto dalla Legge di Stabilità e dalla L.125/2013) in attesa della definizione dei processi di riforma istituzionale riguardanti il mercato del lavoro e la formazione professionale
- che ai soggetti istituzionali a cui verranno demandate le deleghe dei servizi provinciali venga trasferita la titolarità delle graduatorie concorsuali in corso di validità delle province ed i lavoratori a tempo determinato collocati come idonei all’interno delle stesse graduatorie di merito vengano assunti a tempo indeterminato.
- che i lavoratori precari in possesso dei requisiti per la stabilizzazione contenuti all’interno della L.125/2013, maturati presso la provincia, possano utilizzare tali requisiti per essere assunti a tempo indeterminato presso l’ente di appartenenza in caso di sblocco del turnover o presso le strutture a cui ne verranno demandate le funzioni, alla stessa stregua di quanto previsto dalla L.125/2013 per i precari di Regioni e Comuni.
- che per i lavoratori sprovvisti del requisito di selezione pubblica o pubblico concorso vengano attivate idonee procedure selettive in base alla normativa vigente con il riconoscimento come profilo professionale delle mansioni svolte presso i servizi pubblici per l’impiego e la formazione
- che in caso di appalto dei servizi privati integrati con il sistema pubblico occorra inserire nelle stesse gare d’appalto idonee clausole per evitare il ricorso a forme di precariato del personale utilizzato
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