Servizi per il lavoro, alle regioni 6 mila dipendenti provinciali

Luigi Oliveri
I dipendenti provinciali in sovrannumero addetti ai servizi per il lavoro passeranno alle dipendenze delle regioni o degli enti regionali competenti in materia di politiche attive per il lavoro.
Tra le norme del disegno di legge di bilancio 2018 (nelle varie versioni non ancora definitive del testo) emerge quella che porrebbe finalmente fine, dopo quasi 4 anni, al regime di incertezza organizzativa, causata dalla legge Delrio. Questa, come è noto, ha sottratto alle province le funzioni inerenti il mercato del lavoro, senza che il Jobs Act abbia disposto il passaggio dei circa 6 mila dipendenti interessati all'Anpal. 
Le regioni sono intervenute in vario modo a supplire: chi assumendo i dipendenti, chi lasciandoli alle dipendenze delle province, assicurando il finanziamento del costo del personale anche grazie a finanziamenti straordinari concessi dallo Stato (per 2/3 della spesa), grazie a specifiche convenzioni.
Il disegno di legge intende porre fine al periodo di transizione e dispone direttamente che il trasferimento dei 6.000 dipendenti alle regioni o ad enti regionali (saranno poi le regioni ad esercitare la specifica scelta organizzativa).
Per fugare ogni possibile dubbio, si chiarisce in primo luogo che le assunzioni da parte delle regioni avverranno «in deroga al regime delle assunzioni previsto dalla normativa vigente»; in secondo luogo, che ai fini del rispetto dei limiti di spesa di personale previsti dall'articolo 1, commi 557 e 557-quater, della legge 296/2006 «le regioni, le agenzie o gli enti regionali costituiti per la gestione dei servizi per l'impiego calcolano la propria spesa di personale al netto del finanziamento» di 249,25 milioni di euro che lo stato assicurerà alle regioni a decorrere dal 2018. Inoltre, nei limiti delle risorse finanziarie assegnate dallo stato alle regioni, i trasferimenti di personale alle regioni, agenzie o enti regionali costituiti per la gestione dei servizi per l'impiego sono effettuati in deroga e non sono computati ai fini del calcolo dei limiti assunzionali vigenti.
Il trasferimento del personale e dell'intera funzione avverrà senza soluzioni di continuità. Per questo, si prevede che le regioni, le agenzie o gli enti regionali costituiti per la gestione dei servizi per l'impiego succedano ex lege nei rapporti di lavoro a tempo determinato e di
collaborazione coordinata e continuativa in essere alla data di entrata in vigore della legge di bilancio 2018. Saranno le regioni a disciplinare il subentro negli altri contratti e rapporti attivi e passivi necessari allo svolgimento delle funzioni (affitti, utenze, appalti e convenzioni varie).
Il disegno di legge consente a regioni, agenzie o enti regionali costituiti per la gestione dei servizi per l'impiego, nonché all'Anpal, di superare il precariato esistente (circa 2000 interessati) e valorizzare la professionalità acquisita dal personale a tempo determinato. Allo
scopo, si potrà attuare l'articolo 20 del dlgs 75/2017, in deroga al regime delle assunzioni previsto dalla normativa vigente e i contratti di lavoro a tempo determinato in essere alla data in vigore della legge di bilancio potranno essere prorogati fino alla conclusione delle procedure avviate ai sensi del citato articolo 20. La legge prevede anche un incremento di 15 milioni a decorrere dal 2018 dei trasferimenti all'Anpal, necessari per far fronte agli oneri minimi di funzionamento dell'Agenzia e per la stabilizzazione del personale a termine.
Gli effetti del trasferimento saranno automatici o, come si dice in gergo, ex lege. La legge di bilancio, in sostanza, «scavalca» gli effetti del dl 78/2015, convertito in legge 125/2015, che aveva indotto le regioni a riorganizzare le funzioni non fondamentali delle province, determinando, però, appunto le decisioni a macchia di leopardo, per lo più interlocutorie delle regioni.
Dall'entrata in vigore della legge di bilancio, dunque, si reciderà il cordone ombelicale che ancora lega i dipendenti addetti ai servizi per il lavoro alle province. Ma, il 2018 sarà evidentemente caratterizzato dalla complessa operazione di riorganizzazione dei servizi da parte delle regioni, a partire dalla scelta se assegnare i dipendenti ex provinciali a se stesse o ad enti regionali competenti in tema di lavoro. 

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