Durante il dibattito in Consiglio regionale, nel ribollire della vicenda che nasconde problematiche irrisolte, la Lega Nord avanza l'ipotesi che i CPI siano superati ed oramai inutili nella loro veste tradizionale, così facendo toglie il coperchio al calderone ed alimenta le polemiche.
"La Toscana ha già predisposto il finanziamento, da fondi europei, per il prolungamento dell'attività lavorativa essenziale per la funzionalità dei centri – ha detto l'assessora Grieco -, ma manca ancora il veicolo normativo utile per il rinnovo dei contratti. Alla conferenza Stato-Regioni è stato unanime l'appello dei presidenti perché il nuovo governo porti a rapida approvazione, dopo lo stop forzoso per la crisi, il decreto Mille proroghe che dovrà contenere anche la misura a favore di questi lavoratori, che vivono a volte da molti anni uno stato di precarietà".
La domanda: I Centri per l'impiego sono ancora uno strumento fondamentale di governo del mercato del lavoro?
Secondo la Regione Toscana "Il loro ruolo va mantenuto appieno per dare risposte soprattutto ai giovani e alla nuova disoccupazione. I nostri obiettivi coincidono – ha sottolineato alla delegazione Grieco – anche nella volontà di rafforzarne il ruolo legato soprattutto alla professionalità di chi vi opera, puntando all'offerta di servizi sempre più qualitativi".
Non erano dunque figure adeguate quelle impiegate nel settore e non erogavano servizi di qualità?
“E’ un Natale amaro quello che stanno vivendo i lavoratori dei centri per l’impiego toscani. Una situazione paradossale e drammatica quella che stanno vivendo i dipendenti precari che svolgono un servizio essenziale per la società” il commento di Miriam Amato, consigliera di Alternativa Libera che, questa mattina, ha partecipato al presidio davanti alla Prefettura, in via Cavour: “Ho voluto esprimere solidarietà e vicinanza a questi lavoratori che ormai da quasi sette anni lavorano con contratti a tempo determinato. Una situazione che si trascina dal 2009 e che procede a singhiozzo, con i contratti che vengono prorogati progressivamente ma mai con risoluzioni definitive. Solo al centro per l’impiego di Firenze, in via Cavour, davanti alla Regione e vicino alla sede della Città Metropolitana, 7 dei 9 dipendenti hanno contratto a tempo determinato e senza il loro impegno sarebbe impossibile ogni settimana ricevere ben 800 persone – rende noto la consigliera, che puntualizza – dimenticarsi di loro vuol dire voltare le spalle a tutte quelle persone che usufruiscono di questo servizio. Un servizio che è sempre più a rischio, visto che il problema dei contratti a tempo riguardano anche le altre Province: con l’approvazione della Legge di Stabilità, l’attuale maggioranza governativa non ha voluto trovare una soluzione definitiva e alternativa alle proroghe. La precarietà è massima e lede la dignità personale di coloro che oggi hanno scioperato e manifestato per ricordare alle istituzioni che i loro contratti sono a termine. Il servizio che questi lavoratori offrono è alla base dell’inclusione sociale e di contrasto alla povertà. Dimenticarsi di questi dipendenti è un grave e preoccupante segnale di disinteresse da parte delle istituzioni”. Alla luce dei drammatici dati sulla povertà diffusi dall’Istat – conclude Amato – le istituzioni sono chiamate ad un’assunzione di responsabilità verso i dipendenti e verso gli stessi utenti dei centri per l'impiego. E’ necessario quindi migliorare il servizio e non smantellarlo progressivamente”.
Il dibattito resta aperto, seppur sollevato nell'emergenza dal finanziamento economico decretato dal consiglio regionale.
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