Vorremmo
ancora sottoporre alla Vostra attenzione le forti preoccupazioni
sulla riorganizzazione dei Centri per l’impiego, peraltro già
sollevate dalla Conferenza delle Regioni e dalle organizzazioni
sindacali: i servizi per il lavoro provinciali, in ragione
del combinato disposto della riforma delle Province e del jobs act si
trovano in una situazione “di limbo” istituzionale. Non
sembrano certi i tempi affinchè tali funzioni possano essere
trasferite all’Agenzia Nazionale per l’Occupazione che dovrà
essere costituita, allo stesso tempo molte province denunciano il
rischio dell’ impossibilità di pagare gli stipendi ai dipendenti
di ruolo e di prorogare i contratti dei lavoratori precari (di cui
non è stata ancora attuato il desanzionamento del patto di stabilità
previsto in conseguenza dell’ accordo in Conferenza Stato -
Regioni), con il conseguente blocco delle attività di questi servizi
fondamentali per il lavoro e per il sostegno all’occupazione.
Ricordiamo
che tra il personale delle Province sono impiegati migliaia di
lavoratori precari, tra i quali circa 1500 nei servizi per l’impiego
e la formazione, con contratti a tempo determinato e di
collaborazione, di cui una parte in possesso dei requisiti previsti
dalla legge 125/2013 per la stabilizzazione, assunti con procedure
selettive pubbliche e concorsi, che vantano una rilevantissima
anzianità di servizio, elevate competenze e specifica
professionalità. Il loro supporto negli interventi a favore della
comunità locale è dunque fondamentale e qualificante.
Il
delicato tema dei precari impiegati presso le province si inserisce
nell’ambito della riforma Delrio e del riordino delle funzioni
provinciali. A seguito di quel provvedimento infatti è stato fatto
espresso divieto di assumere a tempo indeterminato dal 2012 e negli
anni successivi, divieto poi ribadito dalla Legge di stabilità 2015.
Nei
confronti dei precari delle province, tra cui quelli dei servizi per
il lavoro e la formazione, si continua ad operare una ingiusta
disparità di trattamento rispetto
a quanto previsto per i lavoratori precari impiegati presso altri
Enti pubblici (che comunque vedono posticipata al 2018 la possibilità
di stabilizzazione con conseguente proroga del contratto fino a tale
data). Al contempo si chiedono quotidianamente importanti risposte
sul piano sociale e occupazionale a tali servizi, senza un adeguato
supporto economico e di strumenti operativi da parte delle
istituzioni.
Facciamo
appello, pertanto, affinché, come richiesto dagli ordini del
giorno sul tema approvati in Parlamento, vengano sanate nei
provvedimenti di prossima approvazione (ad esempio nel disegno di
legge sulla riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche e/o
decreto attuativo sulla istituzione dell’Agenzia Nazionale per il
Lavoro), le previsioni inique nei confronti dei
lavoratori provinciali a tempo determinato contenute nella
legge 125/2013, prevedendo anche per i precari delle
province un processo certo di stabilizzazione presso i soggetti
istituzionali insediatisi a seguito della legge 7 aprile 2014 n. 56,
nonché presso gli enti o agenzie subentranti nelle
funzioni provinciali;
Vorremmo,
oltre alla possibilità della stabilizzazione, la proroga (e il
formale desanzionamento della stessa ai fini del patto di stabilità
interno) fino al 31 dicembre 2018 anche per i contratti a tempo
determinato dei precari delle Province, come previsto dal comma
426 della legge di Stabilità 2015 per quelli in essere presso altri
Enti pubblici e che vengano compresi entro tali disposizioni tutti i
lavoratori a termine che alla data della Legge 125/2013 non avessero
ancora maturato i tre anni di anzianità di servizio.
Si
definiscano, inoltre, percorsi agevolati di inserimento in favore
dei lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e
continuativa sia nelle Province che negli altri comparti della p.a.,
in analogia a quanto fatto in passato con le leggi 296/2006 e
244/2007.
Ci si
adoperi, infine, affinché le Regioni nelle proprie
disposizioni di riordino delle funzioni conferite alle Province in
attuazione della legge 7 aprile 2014 n. 56 possano prevedere la
stabilizzazione del personale precario a tempo determinato in
possesso dei requisiti, come da legge 125/2013 anche nella
eventuale fase transitoria di passaggio all’Agenzia Nazionale;
e che vi inseriscano inoltre il trasferimento del personale con
rapporti di collaborazione impiegato nell’esercizio della funzione
trasferita.
Per
quanto riguarda le risorse finanziarie,
si chiede che il Governo intervenga sia con risorse proprie (in
considerazione del fatto che l’Italia è uno dei paesi europei che
meno investono in servizi pubblici per il lavoro, anche in ragione
della forte crisi economica e delle norme previste dal Jobs Act), sia
con i fondi comunitari con i quali, da molti anni, vengono pagati i
contratti dei precari dei servizi per il lavoro e la formazione. Ciò
in considerazione del fatto che con la Legge di Stabilità 2015 il
Governo ha stabilito che tali risorse possano essere utilizzate anche
per il pagamento dei contratti a tempo indeterminato dei servizi per
l’impiego e, quindi, teoricamente anche per le stabilizzazioni dei
lavoratori precari operanti presso gli stessi servizi.
Coordinamento precari dei servizi per il lavoro e la formazione provinciali
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