I centri per l'impiego che dovrebbero fare incrocio domanda offerta, la fanno in maniera così insufficiente, perché non c'è mai stato la volontà di rendere trasparente l'intermediazione.
Questo è radicato nel sistema italiano per cui i cpi, non hanno possibilità di funzionare se non si pensa ad una riforma organica del mercato del lavoro.
Forse il ruolo del cpi nell'intermediazione dovrebbe essere quella di rendere esplicite con una percentuale apprezzabile le offerte di lavoro, ma questo è impossibile se si pensa che dal 2008, inizio della crisi, ad oggi le risorse finanziare sono diminuite per questi servizi mentre in Germania e Francia gli stanziamenti sono quasi raddoppiati. Per fare un esempio solo la città di Mainz (in Germania – Renania Palatinato),che possiamo paragonare come bacino di utenza al territorio di Firenze, ha 1.000 dipendenti pubblici di ruolo impiegati in questi servizi a Firenze gli operatori sono 120, 1261 sono i numeri del personale impiegato in Toscana. In Germania 110.000 è il numero del personale impiegato contro i 10.000, ma sono meno, in Italia.
Senza contare che un centro per l'impiego autorevole in grado di intermediare una cifra apprezzabile di offerte di lavoro toglierebbe potere alla miriade di centri di intermediazione formali e informali sparsi per la nazione, cioè tutte le associazioni datoriali, i consulenti del lavoro, e i battitori liberi. Chiediamoci a chi giova un sistema pubblico frenato?
Questo è radicato nel sistema italiano per cui i cpi, non hanno possibilità di funzionare se non si pensa ad una riforma organica del mercato del lavoro.
Forse il ruolo del cpi nell'intermediazione dovrebbe essere quella di rendere esplicite con una percentuale apprezzabile le offerte di lavoro, ma questo è impossibile se si pensa che dal 2008, inizio della crisi, ad oggi le risorse finanziare sono diminuite per questi servizi mentre in Germania e Francia gli stanziamenti sono quasi raddoppiati. Per fare un esempio solo la città di Mainz (in Germania – Renania Palatinato),che possiamo paragonare come bacino di utenza al territorio di Firenze, ha 1.000 dipendenti pubblici di ruolo impiegati in questi servizi a Firenze gli operatori sono 120, 1261 sono i numeri del personale impiegato in Toscana. In Germania 110.000 è il numero del personale impiegato contro i 10.000, ma sono meno, in Italia.
Senza contare che un centro per l'impiego autorevole in grado di intermediare una cifra apprezzabile di offerte di lavoro toglierebbe potere alla miriade di centri di intermediazione formali e informali sparsi per la nazione, cioè tutte le associazioni datoriali, i consulenti del lavoro, e i battitori liberi. Chiediamoci a chi giova un sistema pubblico frenato?
Precari Pubblici
Io in un Centro per l'Impiego ci lavoro e in questi anni mi sono fatto un'idea dei motivi per i quali i CPI in Italia non decollano (o meglio ne sono decollati pochi, che è già una sostanziale differenza) perchè in Italia di CPI che funzionano ce ne sono e oltretutto offrono servizi di alta qualità con personale spesso molto qualificato. Se il Fatto scrive articoli con gli stessi contenuti di Panorama qualche domanda me la farei..sempre le stesse accuse: "non collocano nessuno", "non servono a niente", "impiegano loro stessi" Vorrei però (perchè non se ne può più) sfatare qualche mito, perchè la discussione sui CPI è spesso noiosa e tendenziosa. “I Centri per l'Impiego non trovano lavoro”: L'Obiettivo dei Centri per l'Impiego (si chiamano così apposta,altrimenti si chiamerebbero Centri dell'Impiego) è quello di migliorare l'occupabilità di chi cerca lavoro attraverso azioni e strumenti diversi ed integrati fra loro (informazione, orientamento, bilanci di competenze, formazione, potenziamento delle tecniche di ricerca, incontro domanda offerta, etc) dato che i Centri per l'Impiego non creano occupazione e che le offerte provengono dal sistema delle imprese private soggette al mercato. L'incrocio domanda/offerta, si realizza attraverso un data base: se arrivano offerte di lavoro da parte di aziende private, in base al profilo richiesto, viene fatta una preselezione fra le persone che hanno sostenuto il colloquio di orientamento e vengono inviati all'azienda i profili professionali dei candidati per la selezione vera e propria. Inoltre, bisogna ricordare che una buona parte delle persone che si iscrivono ai Centri per l'Impiego, lo fanno solo per poter ottenere benefici e non per la ricerca immediata del lavoro: indennità di disoccupazione, esenzione del ticket, agevolazioni comunali, graduatorie per case popolari, iscrizioni asilo nido, rinnovo permesso soggiorno, etc. Quindi, quando vengono fatte le statistiche, bisognerebbe togliere dalla base di calcolo del numero di Disoccupati una consistente quota che ne altera al ribasso il risultato.
In ogni caso, oggettivamente, non è possibile misurare la qualità di un servizio quale il nostro solo sulla base di un dato quantitativo riferibile all'incontro domanda offerta, dato che si tratta solo di uno degli strumenti che attiviamo e dato che molte persone, (e ce lo comunicano) trovano lavoro dopo percorsi formativi, di tirocinio o di potenziamento delle competenze personali avviati attraverso la nostra attività e che sfuggono ai dati delle statistiche. L'orientamento al lavoro, infatti, viene definito dalla letteratura specialistica, non a caso, un “percorso di sviluppo dell'autonomia personale”.
In ogni caso, oggettivamente, non è possibile misurare la qualità di un servizio quale il nostro solo sulla base di un dato quantitativo riferibile all'incontro domanda offerta, dato che si tratta solo di uno degli strumenti che attiviamo e dato che molte persone, (e ce lo comunicano) trovano lavoro dopo percorsi formativi, di tirocinio o di potenziamento delle competenze personali avviati attraverso la nostra attività e che sfuggono ai dati delle statistiche. L'orientamento al lavoro, infatti, viene definito dalla letteratura specialistica, non a caso, un “percorso di sviluppo dell'autonomia personale”.
“Ai Centri per l'Impiego non si rivolgono le aziende”:
Le liste di collocamento sono abolite e le aziende non sono obbligate a rivolgersi ai CPI quando cercano personale. Come si potrà evincere dai dati dell'indagine Excelsior Unioncamere http://excelsior.unioncamere.n... sul comportamento delle aziende in fase di ricerca di personale, le imprese spesso si attivano in maniera informale (conoscenza diretta 51%, banche dati interne 25%, conoscenti e fornitori 10%, stampa 2%, Centri Impiego 3%, Agenzie di somministrazione 3%, Ass. categoria e Internet 3%, Altro 3%). Questi dati derivano prevalentemente dalla struttura del mercato del lavoro (costellazione di piccole e medie imprese), da un elevato numero di lavoro nero/sommerso (27% stimato), dalla presenza di zone industriali/artigianali in ogni Comune (si conoscono tutti...), da una bassa cultura e propensione alla valutazione delle competenze nella scelta dei propri collaboratori e dalla non conoscenza (o bassa percezione) dei servizi pubblici per l'impiego sul territorio, otre che dal timore di controlli sulle assunzioni. Faccio presente, inoltre, che la stragrande maggioranza delle aziende che si rivolgono ai CPI o attraverso l'incontro domanda offerta (nominativi segnalati dai nostri servizi) o grazie alla pubblicizzazione delle offerte sui siti internet, trovano le professionalità che stanno ricercando. “Ai Centri per l'Impiego il personale non è competente”: Molti Operatori e Consulenti dei Centri per l'Impiego in molte Regioni Italiane che si occupano di Servizi specialistici, di Orientamento al lavoro e Servizi alle Aziende, hanno una preparazione universitaria specifica e/o anche post universitaria specialistica. Spesso però, il tempo degli operatori è impiegato per la gestioni di incombenze
amministrative richieste e stabilite dalla legge, sottraendo tempo e competenze ai servizi.
“I Centri per l'Impiego non offrono servizi”:
E' vero che il processo di rinnovamento dei servizi per il lavoro in Italia è avvenuto a “macchia di leopardo”, per cui si hanno servizi anche molto efficienti in alcune Province/Regioni e servizi poco efficienti in altre. Di questo bisognerebbe chiederne conto ai responsabili politici ed amministrativi di quelle strutture.
“Negli altri paesi europei i servizi pubblici per l'Impiego funzionano meglio”: Per alcuni Paesi l'affermazione è vera, anche se non si tengono conto di alcune variabili rilevanti evidenziate in una delle ultime indagini fatte sui SPI:Nel 2007, in Germania il personale dei Cpi pubblici ammontava a 74mila dipendenti (oggi circa 100000); in Gran Bretagna 67mila unità; in Italia meno di 10mila (attualmente si stima intorno a 8000). Le spese per politiche del lavoro sul Pil in Germania erano il 0,3%, in Gran Bretagna lo 0,3%, in Italia l’0,03%. I disoccupati per addetto in Germania 48, in Gran Bretagna 24, in Italia ben 150. Tradotto significa che gli operatori dei CPI in Italia hanno in carico pro capite un numero molto maggiore di persone a fronte di minori strumenti, risorse e progetti di inserimento finanziati. Per concludere, viste queste premesse a fronte di un mercato del lavoro frammentario/irregolare (27%), a livelli di disoccupazione molto elevati, a tassi di inattività della popolazione intorno al 37,8% (istat). Per poter creare un sistema di FLEXSECURITY (come indicato anche dalla Riforma Fornero) è necessario investire risorse su progetti, formazione continua e potenziare i servizi, come avviene già da molti anni in altri paesi europei.
un collega
Le liste di collocamento sono abolite e le aziende non sono obbligate a rivolgersi ai CPI quando cercano personale. Come si potrà evincere dai dati dell'indagine Excelsior Unioncamere http://excelsior.unioncamere.n... sul comportamento delle aziende in fase di ricerca di personale, le imprese spesso si attivano in maniera informale (conoscenza diretta 51%, banche dati interne 25%, conoscenti e fornitori 10%, stampa 2%, Centri Impiego 3%, Agenzie di somministrazione 3%, Ass. categoria e Internet 3%, Altro 3%). Questi dati derivano prevalentemente dalla struttura del mercato del lavoro (costellazione di piccole e medie imprese), da un elevato numero di lavoro nero/sommerso (27% stimato), dalla presenza di zone industriali/artigianali in ogni Comune (si conoscono tutti...), da una bassa cultura e propensione alla valutazione delle competenze nella scelta dei propri collaboratori e dalla non conoscenza (o bassa percezione) dei servizi pubblici per l'impiego sul territorio, otre che dal timore di controlli sulle assunzioni. Faccio presente, inoltre, che la stragrande maggioranza delle aziende che si rivolgono ai CPI o attraverso l'incontro domanda offerta (nominativi segnalati dai nostri servizi) o grazie alla pubblicizzazione delle offerte sui siti internet, trovano le professionalità che stanno ricercando. “Ai Centri per l'Impiego il personale non è competente”: Molti Operatori e Consulenti dei Centri per l'Impiego in molte Regioni Italiane che si occupano di Servizi specialistici, di Orientamento al lavoro e Servizi alle Aziende, hanno una preparazione universitaria specifica e/o anche post universitaria specialistica. Spesso però, il tempo degli operatori è impiegato per la gestioni di incombenze
amministrative richieste e stabilite dalla legge, sottraendo tempo e competenze ai servizi.
“I Centri per l'Impiego non offrono servizi”:
E' vero che il processo di rinnovamento dei servizi per il lavoro in Italia è avvenuto a “macchia di leopardo”, per cui si hanno servizi anche molto efficienti in alcune Province/Regioni e servizi poco efficienti in altre. Di questo bisognerebbe chiederne conto ai responsabili politici ed amministrativi di quelle strutture.
“Negli altri paesi europei i servizi pubblici per l'Impiego funzionano meglio”: Per alcuni Paesi l'affermazione è vera, anche se non si tengono conto di alcune variabili rilevanti evidenziate in una delle ultime indagini fatte sui SPI:Nel 2007, in Germania il personale dei Cpi pubblici ammontava a 74mila dipendenti (oggi circa 100000); in Gran Bretagna 67mila unità; in Italia meno di 10mila (attualmente si stima intorno a 8000). Le spese per politiche del lavoro sul Pil in Germania erano il 0,3%, in Gran Bretagna lo 0,3%, in Italia l’0,03%. I disoccupati per addetto in Germania 48, in Gran Bretagna 24, in Italia ben 150. Tradotto significa che gli operatori dei CPI in Italia hanno in carico pro capite un numero molto maggiore di persone a fronte di minori strumenti, risorse e progetti di inserimento finanziati. Per concludere, viste queste premesse a fronte di un mercato del lavoro frammentario/irregolare (27%), a livelli di disoccupazione molto elevati, a tassi di inattività della popolazione intorno al 37,8% (istat). Per poter creare un sistema di FLEXSECURITY (come indicato anche dalla Riforma Fornero) è necessario investire risorse su progetti, formazione continua e potenziare i servizi, come avviene già da molti anni in altri paesi europei.
un collega
4 commenti:
I centri per l'impiego che dovrebbero fare incrocio domanda offerta, la fanno in maniera così insufficiente, perché non c'è mai stato la volontà di rendere trasparente l'intermediazione.
Questo è radicato nel sistema italiano per cui i cpi, non hanno possibilità di funzionare se non si pensa ad una riforma organica del mercato del lavoro.
Forse il ruolo del cpi nell'intermediazione dovrebbe essere quella di rendere esplicite con una percentuale apprezzabile le offerte di lavoro, ma questo è impossibile se si pensa che dal 2008, inizio della crisi, ad oggi le risorse finanziare sono diminuite per questi servizi mentre in Germania e Francia gli stanziamenti sono quasi raddoppiati. Per fare un esempio solo la città di Mainz (in Germania – Renania Palatinato),che possiamo paragonare come bacino di utenza al territorio di Firenze, ha 1.000 dipendenti pubblici di ruolo impiegati in questi servizi a Firenze gli operatori sono 120, 1261 sono i numeri del personale impiegato in Toscana. In Germania 110.000 è il numero del personale impiegato contro i 10.000, ma sono meno, in Italia.
Senza contare che un centro per l'impiego autorevole in grado di intermediare una cifra apprezzabile di offerte di lavoro toglierebbe potere alla miriade di centri di intermediazione formali e informali sparsi per la nazione, cioè tutte le associazioni datoriali, i consulenti del lavoro, e i battitori liberi. Chiediamoci a chi giova un sistema pubblico frenato?
Io in un Centro per l'Impiego ci lavoro e in questi anni mi sono fatto un'idea dei motivi per i quali i CPI in Italia non decollano (o meglio ne sono decollati pochi, che è già una sostanziale differenza) perchè in Italia di CPI che funzionano ce ne sono e oltretutto offrono servizi di alta qualità con personale spesso molto qualificato. Se il Fatto scrive articoli con gli stessi contenuti di Panorama qualche domanda me la farei..sempre le stesse accuse: "non collocano nessuno", "non servono a niente",
"impiegano loro stessi" Vorrei però (perchè non se ne può più) sfatare qualche mito, perchè la discussione sui CPI è spesso noiosa e tendenziosa. “I Centri per l'Impiego non trovano lavoro”: L'Obiettivo dei Centri per l'Impiego (si chiamano così apposta,altrimenti si chiamerebbero Centri dell'Impiego) è quello di migliorare l'occupabilità di chi cerca lavoro attraverso azioni e strumenti diversi ed integrati fra loro (informazione, orientamento, bilanci di competenze, formazione, potenziamento delle tecniche di ricerca, incontro domanda offerta, etc) dato che i Centri per l'Impiego non creano occupazione e che le offerte provengono dal sistema delle imprese private soggette al mercato. L'incrocio domanda/offerta, si realizza attraverso un data base: se arrivano offerte di lavoro da parte di aziende private, in base al profilo richiesto, viene fatta una preselezione fra le persone che hanno sostenuto il colloquio di orientamento e vengono inviati all'azienda i profili professionali dei candidati per la selezione vera e propria. Inoltre, bisogna ricordare che una buona parte delle persone che si iscrivono ai Centri per l'Impiego, lo fanno solo per poter ottenere benefici e non per la ricerca immediata del lavoro: indennità di
disoccupazione, esenzione del ticket, agevolazioni comunali, graduatorie per case popolari, iscrizioni asilo nido, rinnovo permesso soggiorno, etc. Quindi, quando vengono fatte le statistiche, bisognerebbe togliere
dalla base di calcolo del numero di Disoccupati una consistente quota che ne altera al ribasso il risultato.
In ogni caso, oggettivamente, non è possibile misurare la qualità di un servizio quale il nostro solo sulla base di un dato quantitativo riferibile all'incontro domanda offerta, dato che si tratta solo di uno degli strumenti che attiviamo e dato che molte persone, (e ce lo
comunicano) trovano lavoro dopo percorsi formativi, di tirocinio o di potenziamento delle competenze personali avviati attraverso la nostra attività e che sfuggono ai dati delle statistiche. L'orientamento al lavoro, infatti, viene definito dalla letteratura specialistica, non a caso, un “percorso di sviluppo dell'autonomia personale”.
“Ai Centri per l'Impiego non si rivolgono le aziende”:
Le liste di collocamento sono abolite e le aziende non sono obbligate a rivolgersi ai CPI quando cercano personale. Come si potrà evincere dai dati dell'indagine Excelsior Unioncamere http://excelsior.unioncamere.n...
sul comportamento delle aziende in fase di ricerca di personale, le imprese spesso si attivano in maniera informale (conoscenza diretta 51%, banche dati interne 25%, conoscenti e fornitori 10%, stampa 2%, Centri
Impiego 3%, Agenzie di somministrazione 3%, Ass. categoria e Internet 3%, Altro 3%). Questi dati derivano prevalentemente dalla struttura del mercato del
lavoro (costellazione di piccole e medie imprese), da un elevato numero di lavoro nero/sommerso (27% stimato), dalla presenza di zone industriali/artigianali in ogni Comune (si conoscono tutti...), da una bassa cultura e propensione alla valutazione delle competenze nella
scelta dei propri collaboratori e dalla non conoscenza (o bassa percezione) dei servizi pubblici per l'impiego sul territorio, otre che dal timore di controlli sulle assunzioni. Faccio presente, inoltre, che la stragrande maggioranza delle aziende che si rivolgono ai CPI o attraverso l'incontro domanda offerta (nominativi segnalati dai nostri servizi) o grazie alla pubblicizzazione delle offerte sui siti internet, trovano le professionalità che stanno ricercando. “Ai Centri per l'Impiego il personale non è competente”: Molti Operatori e Consulenti dei Centri per l'Impiego in molte Regioni
Italiane che si occupano di Servizi specialistici, di Orientamento al lavoro e Servizi alle Aziende, hanno una preparazione universitaria specifica e/o anche post universitaria specialistica. Spesso però, il tempo degli operatori è impiegato per la gestioni di incombenze
amministrative richieste e stabilite dalla legge, sottraendo tempo e competenze ai servizi.
“I Centri per l'Impiego non offrono servizi”:
E' vero che il processo di rinnovamento dei servizi per il lavoro in Italia è avvenuto a “macchia di leopardo”, per cui si hanno servizi anche molto efficienti in alcune Province/Regioni e servizi poco efficienti in altre. Di questo bisognerebbe chiederne conto ai responsabili politici ed amministrativi di quelle strutture.
“Negli altri paesi europei i servizi pubblici per l'Impiego funzionano meglio”: Per alcuni Paesi l'affermazione è vera, anche se non si tengono conto di alcune variabili rilevanti evidenziate in una delle ultime indagini
fatte sui SPI:Nel 2007, in Germania il personale dei Cpi pubblici ammontava a 74mila dipendenti (oggi circa 100000); in Gran Bretagna 67mila unità; in Italia meno di 10mila (attualmente si stima intorno a 8000). Le spese per politiche del lavoro sul Pil in Germania erano il 3%, in Gran Bretagna lo 0,6%, in Italia l’1,3%. I disoccupati per addetto in Germania 48, in Gran Bretagna 24, in Italia ben 150. Tradotto significa che gli operatori dei CPI in Italia hanno in carico pro capite un numero molto maggiore di persone a fronte di minori strumenti, risorse e progetti di inserimento finanziati. Per concludere, viste queste premesse a fronte di un mercato del lavoro
frammentario/irregolare (27%), a livelli di disoccupazione molto elevati, a tassi di inattività della popolazione intorno al 37,8% (istat). Per poter creare un sistema di FLEXSECURITY (come indicato anche dalla Riforma Fornero) è necessario investire risorse su progetti, formazione continua e potenziare i servizi, come avviene già da molti anni in altri paesi europei.
http://excelsior.unioncamere.n/
Ciao
mi dispiace dirlo, ma penso che i CPI in Italia non funzionano.
Mi spiego...mi ero iscritto presso un CPI, a seguito del termine del contratto di lavoro a t.d.. Ho presentato il mio curriculum e l'operatrice addetta a caricare i miei dati mi diceva che determinate cose non pota inserirle, perché l'applicazione non lo consentiva (non so quale fosse l'applicazione): conoscenze informatiche relative alla progettazione con software Catia, 3DS MAX Design, AUTOCAD MAP 3D, Inventor, Robot Structural Analysis Professional (tutte ultime versioni), oltre a quelli classici. La cosa mi ha lasciato senza parole...l'operatrice sosteneva che l'applicazione non le rilevava...poi ho ricevuto una password per loggiarmi da casa...e da casa ho scoperto che potevo aggiornare il mio curriculum e che potevo inserire anche quelle applicazioni...Sono rimasto senza parole...mi chiedo se è questo il servizio che devono offire i CPI in Italia...In ogni caso con il CPI non sono mai riuscito a trovare lavoro...mi sono dovuto ingegnare per trovare da me lavoro, in giro per l'Europa...boh, non so, sinceramente, a cosa servano questi CPI. Saluti
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