Lavoro, Rsu Cgil: «Bene assunzioni 47 precari. In duemila ai centri per l’impiego»

La nota del sindacato in risposta alle critiche dei giorni scorsi: «Notevole interesse da parte dei disoccupati»

«Le politiche attive dell’Umbria raccolgono l’interesse degli utenti» lo scrive la Rsu Cgil rispondendo alle recenti critiche mosse dalla segretaria della Funzione pubblica della Cgil Renelli.
La nota «Apprendiamo con grande soddisfazione la pubblicazione dell’avviso per la stabilizzazione dei n. 47 precari presenti nei centri per L’impiego. È di questi giorni il Programma di politiche del Lavoro “Umbria attiva” lanciato dalla Regione che ha oggettivamente registrato un notevole interesse tra i disoccupati della nostra Regione in considerazione del fatto che, a pochissimi giorni dall’apertura dell’avviso pubblico, oltre 2000 persone hanno aderito e prenotato i relativi appuntamenti presso i centri per l’impiego territoriali per poter partecipare alle misure previste dall’avviso regionale», è quanto tiportano le Rsu nella nota.
L’interesse «Tale dato – ancora la nota che si propone integrale – dimostra sicuramente un forte interesse verso le iniziative di politica attiva del lavoro finanziate dalla Regione Umbria e tali strumenti rappresentano un valido aiuto agli operatori per poter intervenire nel reinserimento lavorativo dei disoccupati. Il successo di tali misure tra gli utenti ha comunque incrementato il già alto numero di utenti nei vari uffici territoriali dei Centri per l’impiego ora gestiti da ArpalUmbria (nel 2017 sono state circa 75500 le “ordinarie” iscrizioni di disoccupati/inoccupati a cui sono seguiti i relativi servizi tanto per citare un dato) con agende telematiche degli appuntamenti in alcuni casi già piene fino a Natale. A tali numeri si aggiungerà necessariamente anche la platea di utenti coinvolti nelle misure previste dal reddito di cittadinanza, se le previsioni rispetto alla legge di bilancio nazionale saranno rispettate».
Potenziamento Quindi ne chiedono il potenziamento: «Abbiamo posto all’amministrazione di Arpal Umbria, insieme alle Rsu ed alle Organizzazioni sindacali, la necessità di potenziare i centri per l’impiego e di definire idonee modalità organizzative in grado di venire incontro alle aspettative ed alle esigenze dell’utenza con particolare riferimento ai capoluoghi di Perugia e di Terni che sono quelli maggiormente interessati ad una notevole affluenza di utenti. È stata riscontrata la positiva volontà di Arpal rispetto a tali problematiche anche con la imminente pubblicazione in data odierna dell’avviso per la stabilizzazione dei precari storici (47 persone) e con l’innalzamento orario dei contratti part time, nonché con il ricorso al potenziamento previsto dai finanziamenti e dai programmi nazionali. Termina l’ultima fase con la stabilizzazione dei precari dopo un periodo di lotta delle parti sindacali, che non si chiude qui ma che segna un passo in avanti verso l’obiettivo del potenziamento dei centri x l’impiego per far fronte alle esigenze e i bisogni dei cittadini in cerca di un occupazione. Auspichiamo, pertanto, che vengano messe in campo, con il coinvolgimento dei lavoratori, tutte le idonee modalità organizzative e le adeguate strumentazioni in grado di consentire l’accesso ai servizi ed alle misure finanziate. Denunciamo, infine, l’attuale atteggiamento disinformato, quasi caricaturale, dei media nazionali rispetto al personale ed ai servizi dei centri per l’impiego che, perlomeno in Umbria rappresentano un esempio positivo rispetto al panorama nazionale. Quotidianamente gli operatori si trovano a fronteggiare situazioni di grande difficoltà economica e sociale dei cittadini ed intervengono non solo rispetto all’intermediazione del personale (che dall’abolizione delle liste di collocamento ad oggi si è spostata sul contatto diretto con le aziende) ma che insistono fortemente sulle politiche attive del lavoro attraverso attività di orientamento, consulenza, attivazione di corsi di formazione, di tirocini formativi, servizi per soggetti disabili e svantaggiati e servizi di mobilità internazionale che consentono la riqualificazione e l’inserimento lavorativo dei disoccupati. Un ruolo fondamentale e di garanzia per i cittadini che, ribadiamo, solo un servizio pubblico è in grado di garantire».

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