“I precari dei centri per l’impiego saranno valorizzati”

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Alla tre giorni Pd il ministro Madia interviene sui lavoratori della provincia - Siparietto di Fioroni sull'assenza del segretario provinciale Egidi


Viterbo – (g.f.) – Il non facile compito di spiegare la riforma della pubblica amministrazione.
Argomento poco avvincente e al Salus Terme il ministro Marianna Madia (Semplificazione e Pubblica amministrazione) ci prova  (fotocronaca - slide).
Alla tre giorni organizzata dal Pd si confronta con il vice sindaco Luisa Ciambella, il presidente della provincia Mauro Mazzola e Giovanni Faverin, segretario nazionale Cisl Funzione pubblica.
C’è una rappresentanza dei precari in provincia. A casa da inizio anno. Per loro qualche flebile speranza. Madia li incontra alla fine del dibattito.
In prima fila, oltre a Giuseppe Fioroni, padrone di casa, amministratori comunali, in sala diversi sindaci.
Fioroni introduce. Giustifica l’assenza del segretario dell’unione comunale Stefano Calcagnini, un po’ meno quella del segretario provinciale. “Andrea Egidi non c’è – ironizza Fioroni – è a Roma, per carità, non vorrei mai che mancasse, è impegnato per le prossime elezioni amministrative per cambiare le sorti del Paese…”. C’è democratica concordia.
Ma c’è pure caldo. Tanto. Lo spazio è angusto. Centoventi posti a sedere, altri in piedi. Si arriva a più di duecento.
Prova a rinfrescare la platea il ministro.
“La riforma – dice Madia – servirà per avere tempi certi e risposte certe”.
Primo nodo, le province: “Vogliamo superare la provincia com’era. Abbiamo messo in atto il più grande processo di mobilità con ventimila persone ricollocate, senza perdere un centesimo del loro stipendio”.
Faverin non è esattamente dello stesso avviso.
Poi ci sono i precari della provincia. A Viterbo sono 46 e loro i soldi li hanno persi tutti. Senza lavoro.
“La regione – incalza Madia – con una legge deve stabilire le funzioni che non sono più in capo alle province, se riattribuirsele o meno. Sono allo studio convenzioni, previste in legge.
Se precari lavoravano per l’ufficio per l’impiego, sappiamo cosa facevano e come lo facevano. E quindi saranno valorizzati”.
Ma si parla solo dei centri per l’impiego e dei precari che lavoravano lì. Su tutto il resto, la palla è alla regione.
Quindi il ruolo dei dirigenti nelle pubbliche amministrazioni, cruccio del vice sindaco Luisa Ciambella.
“Non può esserci più – assicura Madia – una dirigenza inamovibile e autoreferenziale, che può decidere pure di sforare sull’indirizzo politico.
Dobbiamo introdurre criteri di meritocrazia nell’indipendenza dei dirigenti, con valutazione lungo il percorso”.
Un cambio di marcia auspicato da Ciambella, dopo due anni d’esperienza in comune.
“Il rapporto con la burocrazia interna e il sistema dirigenziale è molto difficile – osserva Ciambella – noi tentiamo, ma spesso è muro contro muro tra chi dà l’indirizzo e chi deve gestire.
A volte non troviamo più l’indirizzo dato. Dopo due anni d’impegno costante diventa difficile. Non può esserci un albo dei dirigenti dove un’amministrazione possa scegliere, fra tutte persone capaci e vincitori di concorso?
Altrimenti la politica non porta a casa i risultati sperati”.
Faverin invece ha qualche dubbio sulla ricollocazione dei dipendenti provinciali e Mazzola fa i conti con i problemi a palazzo Gentili.
Taglio del personale, 46 precari a casa, 25 agenti di polizia provinciale, cosa faranno? E pure sulla nuova provincia, i problemi sono molti: “Dobbiamo semplificare ancora di più”, sottolinea Mazzola.
Il ministro alla Semplificazione prende nota.

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