Maxi-taglio ai servizi per l’impiego. A rischio anche i posti di lavoro

Fondi europei ridotti del 70%: i sindaci studiano la riorganizzazione con una serie di attività ridotte. Si fa sempre più complicata la posizione di otto dipendenti con contratto a tempo determinato.
di Francesco Turchi 
EMPOLI. Un taglio netto, destinato a rivoluzionare (e ridimensionare) i servizi per l’impiego nell’Empolese Valdelsa. I sindaci stanno cercando di correre ai ripari ma, numeri alla mano, diventa difficile pensare che stavolta alla diminuzione drastica di risorse non faccia seguito una sforbiciata ai servizi. La Regione ha infatti redistribuito tra gli enti i soldi del Fondo sociale europeo destinati al funzionamento dei servizi per l’impiego. E all’Unione sono andati circa 350mila euro da impiegare per il funzionamento di tutta la “macchina” fino a giugno 2015, quando finora il “tesoretto” era di 700mila euro all’anno. Tutto questo per mandare avanti i Centri per l’impiego di Empoli e Castelfiorentino, il servizio territoriale di Fucecchio e gli sportelli di prima accoglienza dislocati nei vari comuni dell’Empolese Valdelsa (Cerreto Guidi, Certaldo, Gambassi Terme, Montelupo Fiorentino, Montespertoli, Montaione e Vinci), oltre alle altre attività, a cominciare dall’Osservatorio sul mondo del lavoro e agli appalti Trio per la formazione on line gratuita con aule situate a Empoli e Castello.
Una struttura che si è consolidata a partire dal 2007, quando l’allora Circondario prese in carico una serie di servizi (a cominciare da preselezione, incontro domanda-offerta, colloqui, tirocini ecc.), decidendo invece di affidare altre attività, come l’orientamento e l’Osservatorio a soggetti privati, attraverso appalti che ora stanno andando a scadenza.
A distanza di sei anni il quadro economico è completamente cambiato. E proprio mentre la richiesta di questo tipo di servizi è cresciuta in maniera esponenziale complice la crisi, la “coperta” per i sindaci si fa decisamente più corta.
Ma non solo. In questo contesto decisamente delicato si inserisce anche la vicenda di otto lavoratori (su un totale di una trentina di unità), che rischiano di perdere il posto: il loro contratto a tempo determinato scadrà a dicembre 2013 e non potranno beneficiare di proroghe visto che hanno già avuto rinnovi per un massimo di trentasei mesi (nel frattempo è stato fatto un bando – al quale non hanno potuto partecipare perché già in servizio – con la graduatoria che potrebbe essere utilizzata per nuove assunzioni). Lavorano per la Provincia di Firenze, con un contratto stipulato con il Circondario, che successivamente è stato rilevato dall’Unione dei Comuni. Che ora si trova a dover gestire una situazione decisamente spinosa sotto vari punti di vista.
La “patata bollente” sta per arrivare sul tavolo della giunta dell’Unione dei Comuni, con il delegato Giovanni Occhipinti che insieme ai suoi colleghi dovrà cercare di mantenere in piedi il servizio riducendo il più possibile l’impatto dei tagli sulla qualità del servizio.
Inevitabilmente si passerà da una riduzione dell’orario di apertura degli uffici, anche se c’è da decidere quali e in che modo: in cima alla lista potrebbero esserci gli sportelli di prima accoglienza.
Ma questo tipo di operazione è destinato a portare un risparmio di poche migliaia di euro. Serviranno dunque provvedimenti più drastici e in quest’ottica potrebbero dunque essere riviste le modalità di assegnazione degli appalti, con una serie di servizi che potrebbero essere cancellati (a cominciare dall’Osservatorio sul mercato del lavoro) o tornare ad essere gestiti direttamente dalla struttura pubblica. In quest’ottica l’Unione ha avviato un’analisi approfondita dei dati sulle attività negli anni, per capire dove e se ci sono margini di intervento: alcuni servizi potrebbero comunque essere garantiti da altre realtà presenti sul territorio.

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